Ai microfoni di Sanità Informazione Rosa Bellomo, professoressa di Medicina Riabilitativa e membro del Comitato Scientifico del Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione: «Nuove conoscenze, invenzioni e scoperte cambiano costantemente la medicina. Impensabile fermarsi alla formazione universitaria»
«Dietro l’obbligo ECM per i medici c’è tanta confusione: molti credono che non ci saranno controlli, altri che la formazione continua debba essere gratuita, quasi come se fosse dovuta. Per questo sono ancora pochi quelli in regola con i nuovi termini stabiliti dalla proroga». Rosa Bellomo, professoressa di Medicina Riabilitativa all’Università Gabriele D’Annunzio di Rieti e membro del Comitato Scientifico del Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, spiega ai nostri microfoni perché, nonostante il rinvio dei termini di chiusura del triennio formativo ECM 2014-2016, ancora pochi camici bianchi si siano messi al passo con i colleghi che hanno rispettato l’obbligo entro il 31 dicembre scorso.
Tutto ciò nonostante l’esistenza della FAD, ovvero della Formazione a Distanza, che la professoressa conosce bene: «Possibilità come questa sono molto vantaggiose perché ci permettono di entrare nelle case di tutti i sanitari come fisioterapisti, medici fisiatri, ovvero professionisti che spesso hanno poco tempo per gestire questo genere di impegni. Fermo restando – aggiunge – che ovviamente molti aspetti vanno poi approfonditi sul campo».
Dottoressa, quant’è importante la formazione per un medico e per un riabilitatore?
«La mia prima missione è proprio quella di essere un docente universitario della Gabriele D’Annunzio di Chieti e non posso prescindere dalla formazione. Devo dire che è una fortuna essere professionisti universitari perché riesci a tenerti sempre aggiornato, in quanto sei costretto a rapportarti con chi è più giovane di te. La formazione per me è chiaramente fondamentale e penso che lo sia per chiunque si voglia occupare di sanità. Non c’è possibilità di fare oggi, per fare l’esempio del nostro caso, il riabilitatore se non si è aggiornati, in quanto vengono continuamente immessi sul mercato macchinari e strumenti nuovi, nuove tecnologie e sistemi più evoluti. È impossibile pensare che quello che abbiamo studiato anni fa sia rimasto identico a se stesso. Insomma, bisogna assolutamente aggiornarsi, e quindi faccio di nuovo un invito a tutti i miei colleghi ad aggiornarsi non soltanto perché è un dovere del sanitario, ma anche perché si tratta di una forma di rispetto verso la persona di cui andiamo a prenderci cura».
Sono parole molto chiare e anche molto esplicite. A proposito di questo, a breve scadrà anche la proroga al triennio formativo che si è chiuso lo scorso 31 dicembre. Com’è la situazione tra i colleghi, quanti sono in regola con l’obbligo?
«Assolutamente pochissimi. C’è molta confusione e in molti ritengono che poi, alla fine di tutto, non ci saranno controlli, e dunque sottovalutano il problema. Le dirò di più: ritengono che tutto sia dovuto, che debba essere gratuito e che debba essere concesso a tutti a piene mani. Purtroppo ho notato, in generale, una mancanza di etica e di rispetto per il proprio lavoro, nonché per le persone».