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Nel mondo colpisce il 10% degli adulti e il 25% dei bambini. La campagna “Dermatite Atopica: Rimettiti in gioco”’ e il sito www.vicinidipelle.it supportano i pazienti per avere maggiore consapevolezza sull’impatto della malattia, identificare i propri obiettivi e prepararsi alle visite con gli specialisti
Convivere con la dermatite atopica mantenendo una buona qualità di vita è possibile. Occorre però un’attenta gestione di questa malattia autoimmune, complessa e cronica, da affrontare insieme a uno specialista, in grado di individuare il percorso più adatto a ogni paziente.
«Non bisogna sottovalutare una malattia dermatologica che può provocare prurito intenso e lesioni eczematose ricorrenti in grado di diminuire la qualità di vita, alterare il sonno, minare l’autostima e la serenità di chi ne soffre, conducendo perfino a un ridotto rendimento scolastico e lavorativo – spiega Piergiacomo Calzavara Pinton, direttore dell’UO Dermatologia AST Spedali Civili e Clinica Dermatologica Università di Brescia -. Inoltre, la dermatite atopica si presenta spesso associata ad altre manifestazioni atopiche come l’asma, la rinite allergica, la poliposi nasale e l’esofagite eosinofila. Per la varietà delle forme e della risposta personale è quindi fondamentale che ogni paziente affronti un percorso di cura con uno specialista e collabori per ottenere risultati duraturi nel tempo».
La dermatite atopica è una patologia infiammatoria cronica della pelle che nel mondo colpisce il 10 percento degli adulti e il 25 percento dei bambini, causando un forte impatto sulla qualità di vita delle persone. Non sono ancora del tutto note le cause scatenanti, tuttavia si ritiene siano coinvolti fattori genetici e ambientali. Inoltre, la familiarità sembra giocare un ruolo chiave: almeno il 40 percento dei pazienti ha una storia familiare di malattia.
«La dermatite atopica non è sempre uguale nelle varie fasi della vita e spesso può essere sottovalutata o non sottoposta a una diagnosi corretta. Per la gestione della malattia è importante intervenire non solo all’apparire delle manifestazioni acute, come spesso si tende a fare, ma tenere sotto controllo l’infiammazione sottostante trattandola in modo sistemico – spiega Gabriella Fabbrocini, direttrice dell’UOC di Dermatologia Clinica dell’Università Federico II di Napoli -. Le innovative soluzioni terapeutiche che negli ultimi anni sono state messe a disposizione, come i farmaci biologici e i JAK-inibitori, offrono opportunità da valutare con grande attenzione perché consentono di alleviare da subito i sintomi modificando il decorso della malattia in maniera duratura».
«La dermatite atopica è una malattia cronica dal forte impatto sulla vita dei pazienti, che può colpire anche persone giovani, nel pieno dell’attività scolastica o lavorativa – sottolinea Mario Picozza, presidente di ANDeA, l’Associazione nazionale dermatite atopica -. Per arrivare ad una gestione ottimale della malattia e ad una buona qualità di vita per i pazienti è importante che la comunità scientifica, i medici, le aziende e, soprattutto, le istituzioni riservino maggiore attenzione a questa malattia, come abbiamo indicato nel nostro Manifesto, inserendola per esempio nel Piano Nazionale della Cronicità e nei Livelli Essenziali di Assistenza come patologia cronica e invalidante. Auspichiamo inoltre che l’autorità regolatoria italiana recepisca velocemente le indicazioni dell’EMA sull’accesso alle terapie».
AbbVie ha lanciato, in collaborazione con l’associazione di pazienti ANDeA, la campagna di informazione e sensibilizzazione “Dermatite Atopica: Rimettiti in gioco”. L’iniziativa comprende una nuova sezione del sito www.vicinidipelle.it dedicata alla patologia, contenente utili informazioni, oltre a una serie di strumenti che consentono al paziente di contattare il centro dermatologico più vicino al proprio domicilio e prepararsi a una visita specialistica. Sul sito il paziente può effettuare un test di autovalutazione per comprendere meglio l’impatto della dermatite atopica sulla propria vita quotidiana, identificare i propri obiettivi e delineare il proprio piano d’azione. Infine, vengono messi a disposizione due brevi tutorial che consentono di arrivare preparati all’appuntamento con il medico. Per partecipare attivamente è possibile seguire la campagna anche sui canali social “Vicini di Pelle” (Facebook e Instagram).
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