Già nove mesi dopo l’inizio della pandemia Covid-19 si è verificato un vero e proprio crollo della natalità in Europa, quantificato in circa il 14%. La colpa non è tanto dei contagi Covid, quanto dei lockdown imposti in molti paesi
Già nove mesi dopo l’inizio della pandemia Covid-19 si è verificato un vero e proprio crollo della natalità in Europa, quantificato in circa il 14%. La colpa non è tanto dei contagi Covid, quanto dei lockdown imposti in molti paesi europei a causa dell’emergenza. Queste sono e conclusioni di uno studio osservazionale condotto dalla Scuola di Scienze e Salute di Losanna, in Svizzera, e pubblicato sulla rivista Human Reproduction. «Il calo delle nascite a nove mesi dall’inizio della pandemia – dice Léo Pomar, ecografista ostetrica presso l’ospedale universitario di Losanna e professore associato presso la School of Health Sciences di Losanna – sembra essere più comune nei paesi in cui i sistemi sanitari erano in difficoltà e in cui la capacità degli ospedali era superata».
«Più lunghi sono i lockdown, meno gravidanze si sono verificate in questo periodo, anche in paesi – sottolinea Pomar – non gravemente colpiti dalla pandemia. Pensiamo che i timori delle coppie di una crisi sanitaria e sociale al momento della prima ondata di Covid-19 abbiano contribuito alla diminuzione dei nati vivi nove mesi dopo». Precedenti pandemie, come la Spagnola del 1918 e le epidemie di Ebola del 2013 e di Zika del 2016, sono state associate a un calo dei tassi di natalità nove mesi dopo i loro picchi. Le ragioni erano legate agli alti tassi di mortalità nei genitori per le prime due pandemie e gli alti tassi di mortalità fetale a seguito dell’esposizione diretta a Zika. Anche il desiderio delle coppie di rimandare la gravidanza in un momento di crisi ha giocato un ruolo importante.
Nell nuovo studio i ricercatori si sono chiesti se una tendenza simile sarebbe proseguita dopo la pandemia Covid-19. A tale scopo hanno esaminato i dati di 24 paesi europei per i periodi immediatamente precedenti e successivi alla prima ondata della pandemia Covid-19. Hanno adeguato i tassi di natalità per tenere conto delle variazioni stagionali e hanno scoperto che gennaio 2021 è stato l’unico mese in cui si è registrato un calo significativo dei nati vivi. A livello nazionale, a gennaio 2021 sono state osservate diminuzioni dei tassi di natalità in Belgio (12% in meno), Estonia (13%), Francia (14%), Italia (17%), Lettonia 15,5%), Lituania (28%) , Portogallo (18%), Romania (23%), Russia (19%), Spagna (23,5%), Ucraina (24%), Inghilterra e Galles (13%) e Scozia (14%).
Sette paesi avevano le unità di terapia intensiva sovraoccupate (più del 100% piene) e sei di questi (Belgio, Francia, Italia, Spagna, Inghilterra e Scozia) hanno registrato un calo sostanziale dei tassi di natalità, tranne la Danimarca. Solo due paesi su nove in cui c’è stato un impatto lieve o moderato sulle unità di terapia intensiva hanno registrato un calo delle nascite nove mesi dopo. Marzo 2021 è stato l’unico mese con un tasso di natalità viva simile al tasso mensile pre-pandemia, corrispondente a un rimbalzo da nove a dieci mesi dopo la fine del lockdown. Tuttavia, i ricercatori affermano che questo rimbalzo non sembra compensare il calo dei tassi di natalità nel gennaio 2021.
Ulteriori analisi hanno mostrato che la durata dei lockdown è stato l’unico fattore legato al calo dei nati vivi nel gennaio 2021 rispetto a gennaio 2018 e gennaio 2019. Inoltre, i paesi con un reddito pro capite più basso tendevano ad avere diminuzioni dei nati vivi di oltre 10% a gennaio 2021. La Svezia, che non ha ricorso al lockdown ma ha avuto un numero elevato di decessi, non ha registrato un calo dei nati vivi. «L’associazione che abbiamo riscontrato con la durata dei lockdown potrebbe riflettere un fenomeno molto più complesso, in quanto i blocchi sono decisioni del governo utilizzate come ultima risorsa per contenere una pandemia. La durata del lockdown ha un impatto diretto sulle coppie», afferma Pomar.
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