I volontari della croce Croce Rossa tra i banchi per imparare ad assistere le vittime di violenza, in cattedra il Pool d’Intesa dell’ospedale Sant’Andrea. Tangredi (CRI): «Il fenomeno crescente della violenza e il numero elevato di femminicidi meritano un approccio sempre più professionalizzato». Montesano (Sant’Andrea): «Riportiamo l’esperienza acquisita attraverso il percorso clinico-assistenziale per vittime di violenza attivo dal 2018»
Una donna è stata trovata morta in casa propria, a Bolzano, alcuni giorni fa. Tre settimane prima a Scalea, nel Cosentino, una trentunenne è stata uccisa a colpi di pistola dall’ex compagno. E così, andando indietro nel tempo, contando i femminicidi che si sono consumati nell’anno in corso si supera quota 80. Nella maggior parte dei casi le donne vengono uccise in ambito familiare/affettivo, trovando la morte soprattutto per mano del partner o dell’ex partner. Ed è per intercettare le vittime di violenza, sia fisica che psicologica, prima che per loro non ci sia più nulla da fare che è nato il progetto Le Sentinelle, un percorso formativo voluto dall’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma, rivolto ai volontari della Croce Rossa Italiana.
«Abbiamo decido di condividere le nostre esperienze e professionalità acquisite nell’ambito della gestione dei casi di violenza e formare così i volontari della Croce Rossa Italiana alla tutela e all’assistenza delle vittime di violenza e maltrattamenti», racconta Marzietta Montesano, referente del progetto Le Sentinelle per l’ospedale Sant’Andrea. «Siamo da sempre al fianco di qualsiasi vulnerabilità – aggiunge Stefano Tangredi, delegato Tecnico Nazionale all’Inclusione Sociale della Croce Rossa Italiana -. Il fenomeno crescente della violenza merita un approccio nuovo e sempre più consapevole e professionalizzato. Ecco perché sono molto felice che la Croce Rossa Italiana si possa avvalere delle altissime competenze dell’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea: solo facendo rete e collaborando con nosocomi, atenei e Istituzioni, possiamo essere sempre più efficaci nel sostegno alle vittime».
L’iniziativa intende fornire competenze cliniche, tecniche, scientifiche, giuridiche di base, utili per assistere e supportare le vittime di violenze e abusi, riportando l’esperienza acquisita attraverso il percorso clinico-assistenziale attivato all’interno del Sant’Andrea dal 2018. «Questo servizio – spiega Montesano – è coordinato da un “Pool d’intesa”, un team multidisciplinare di professionisti creato ad hoc. Fanno parte dell’equipe: infermieri, ginecologi, pediatri, avvocati, medici legali, assistenti sociali, psicologi e autorità di pubblica sicurezza. Ognuno di loro, in base alle proprie competenze, contribuisce a tutto il percorso di presa in carico della vittima di violenza, dall’accoglienza in Pronto soccorso, al ricovero e alla messa in protezione, fino alla dimissione ospedaliera in collegamento con le strutture territoriali e le Forze dell’Ordine per l’assistenza psico-sociale, l’eventuale sostegno legale e/o la tutela rispetto a potenziali aggressioni».
È lo stesso Pool d’intesa ad essere salito in cattedra per formare i volontari della Croce Rossa: grazie al progetto Le sentinelle sono stati già realizzati due giorni di corsi intensivi che saranno via via replicati, allo scopo di formare quanti più operatori possibili, attivi dal Nord al Sud della Penisola. «Grazie a questa iniziativa abbiamo l’opportunità di istruire il nostro personale dislocato nei 655 comitati presenti su tutto il territorio nazionale – dice Tangredi -. È nostra intenzione attivare degli sportelli sociali, delle strutture di prossimità, rivolte anche alle vittime di violenza, che possano consentire alle persone di essere accolte da personale professionalizzato. Vogliamo superate il vecchio binomio, che da sempre ci contraddistingue, Croce Rossa-ambulanza. Il primo soccorso fa parte della nostra storia e continuerà ad essere un impegno imprescindibile per in nostri volontari ma, allo stesso tempo, vogliamo contribuire al rafforzamento dell’assistenza territoriale che, soprattutto durante la pandemia da Covid-19 – conclude il delegato Tecnico Nazionale all’Inclusione Sociale della Croce Rossa Italiana – ha mostrato le sue carenze».
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