Lavoro 11 Novembre 2022 09:27

Padova: dottoressa aggredita con un coltello. Assistenza psicologica per il personale

Il fatto accaduto all’Istituto Oncologico Veneto ha visto una dottoressa aggredita da un paziente con un coltello. Bernini (Direttore Sanitario): «Nulla avrebbe potuto lasciare presagire il gesto. Attivata l’assistenza psicologica del personale, già in programma  un corso di formazione antiviolenza per medici e infermieri»

Si è conclusa con una ferita al collo, superficiale, e alla mano – presa in carico dalla chirurgia plastica dell’Ospedale di Padova – , l’aggressione alla dottoressa dell’Istituto Oncologico Veneto da parte di un paziente in cura da anni. Un episodio che inevitabilmente riaccende i riflettori sul tema della sicurezza del personale medico e infermieristico da tempo spina nel fianco del Sistema Sanitario Nazionale. Tanto che, proprio Regione Veneto, nei mesi scorsi è corsa ai ripari con un documento di indirizzo volto a favorire la crescita di un percorso di prevenzione nei confronti di atti di violenza contro operatori sanitari, stimolando le stesse Aziende Sanitarie ad elaborare strategie e programmi omogenei.

Assistenza psicologica al personale

Un invito accolto anche dall’Istituto Oncologico Veneto che ha predisposto un corso di formazione per il personale sanitario al fine di riconoscere i rischi e indicare strategie per cercare di evitare le aggressioni. Nulla è servito però ad evitare l’episodio accaduto nella mattinata del 10 novembre. Intorno alle 11 un paziente, al termine del consueto trattamento a cui è sottoposto da giorni, ha salutato gli infermieri che l’avevano assistito, ma anziché dirigersi verso l’uscita ha raggiunto il medico, in quel momento impegnato in una visita con un altro paziente, e l’ha colpita con un coltello dapprima al collo e poi alla mano, mentre la dottoressa tentava di disarmarlo. Un infermiere è intervenuto e ha bloccato la mano dell’aggressore.

Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno fermato l’uomo; la dottoressa soccorsa dai colleghi è stata trasportata al vicino Pronto soccorso dell’Ospedale di Padova dove è stata sottoposta alle cure del caso. La ferita al collo superficiale è stata medicata, mentre la mano ha reso necessario un intervento in chirurgia plastica. «È la prima volta che allo IOV accade una aggressione fisica ad un medico – racconta la direttrice sanitaria, Patrizia Bernini -. Nulla avrebbe potuto lasciare presagire il gesto compiuto dal paziente. Nei giorni scorsi l’uomo aveva anche regalato un libro alla dottoressa; dunque, non c’erano contrasti e tensioni tra i due. È stato un gesto improvviso e inaspettato che ha turbato i pazienti presenti in quel momento negli ambulatori e il personale sanitario».

Dalle verifiche fatte dalla direzione sanitaria attraverso un audit con il personale presente e i medici che da tempo hanno in cura l’aggressore non sono emersi elementi significativi. «È stato uno choc – riprende il direttore sanitario – . Ma siamo attrezzati per queste evenienze, infatti immediatamente dopo l’episodio è stato fatto intervenire il servizio psicologico ospedaliero, sia per supportare i dipendenti che sono intervenuti e ora si sentono fragili, e anche per i pazienti presenti che verranno presi in carico e risentiti nei prossimi giorni».

Corso di formazione per 90 istruttori antiviolenza

Alla luce del recente episodio è evidente che nessuna struttura ospedaliera può ritenersi esente da possibili aggressioni. «L’azienda da questo punto di vista è molto attenta – sottolinea Bernini – perché la violenza contro gli operatori è una piaga del sistema da risolvere. Per questo noi abbiamo programmato per i nostri operatori un corso obbligatorio proprio sul rischio di aggressioni verbali e fisiche, per capire come gestire al meglio situazioni difficili. La sensibilità delle istituzioni c’è, di sicuro il fatto che un episodio del genere è accaduto  anche in un istituto come il nostro, fa capire che l’attenzione deve essere sempre massima».

Il corso, che all’istituto Oncologico Veneto prenderà il via tra pochi giorni, è stato messo a punto dalla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica con la U.O.C. Rischio Clinico di Azienda Zero e prevede la formazione di un pool di 90 istruttori di tutte le aziende sanitarie del Veneto.

Come funziona

«Siamo partiti con questa iniziativa lo scorso mese di maggio – racconta Francesco Cobello, direttore della Fondazione Scuola di Sanità Pubblica di Regione Veneto – ma non si tratta di un corso di difesa, bensì insegniamo come evitare che certe situazioni accadano, diamo nozioni a carattere relazionale e psicologico». Destinatari del progetto sono medici e operatori sanitari che sono a più stretto contatto con il pubblico.

«L’obiettivo è prevenire che si verifichino delle aggressioni, quindi, viene fatto uno studio comportamentale e psicologico per analizzare possibili situazioni di rischio, ad esempio come cercare di calmare i pazienti secondo metodi precisi. Al termine del corso vogliamo che medici e infermieri siano pronti alla gestione di situazioni complesse da un punto di vista comportamentale e relazionale». Gli istruttori formati saranno poi a loro volta chiamati ad essere docenti all’interno delle singole realtà per diffondere la conoscenza del fenomeno e le strategie utili per affrontarlo.

Il governatore Zaia auspica norme ad hoc

Immediata la presa di posizione anche di Regione Veneto e del governatore Luca Zaia che ha diramato una nota in cui ha espresso la ferma condanna per il gesto e la vicinanza alla professionista ferita. «Si tratta di fatti che non possono essere tollerati – ha dichiarato subito dopo l’accaduto – serve che  il legislatore tratti questi casi con la massima severità e con norme ad hoc».

 

 

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