Il contenuto della lettera inviata agli iscritti all’Ordine dei medici di Siena. Del Gaudio (Opi Foggia): «Evitare rischio mancata copertura assicurativa». D’Avino (FIMP): «Il Cogeaps ha agito secondo la normativa, che gli iscritti conoscono». Antonazzo (Opi Lecce): «Solo il 28% degli iscritti certificabile»
Il tempo per mettersi in regola con l’obbligo formativo ECM sta scadendo e gli Ordini prendono provvedimenti per spingere gli iscritti a colmare l’eventuale lacuna in termini di crediti formativi entro il 31 dicembre prossimo. È il caso (ma non l’unico) dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Siena che lo scorso 17 ottobre ha inviato ai propri medici una comunicazione personalizzata che riporta la situazione formativa del singolo professionista aggiornata al 30 giugno 2022.
«Il medico – si può leggere nella nota – ha l’obbligo di ottemperare alla Formazione Continua, mediante l’acquisizione di Crediti ECM. L’art.16 quater del D.LGS. 502/92 e s.m.i. dispone che la partecipazione alle attività di formazione continua costituisce requisito indispensabile per svolgere l’attività professionale, in qualità di dipendente o di libero professionista, sia nelle strutture pubbliche che private». «I professionisti sanitari – continua la lettera – hanno tuttora facoltà di inserire eventuali esoneri/esenzioni, crediti individuali e segnalare crediti mancanti nei trienni 2014-2016, 2017-2019 e 2020-22, modificando, nel caso sussistano i presupposti, il proprio stato certificativo».
Nella missiva si fa inoltre un cenno alla situazione dei professionisti in pensione: «I pensionati che continuano ad esercitare la professione, accedendo con SPID, devono revocare l’esonero tramite procedura Cogeaps o in alternativa è possibile compilare il modulo esenzione ECM e trasmetterlo all’Ordine». La nota si conclude con un richiamo affinché gli iscritti all’Ordine raggiungano il numero di crediti necessari entro e non oltre il 31 dicembre, in quanto «non essendo previste proroghe questa data è da considerarsi perentoria».
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Chi non riuscirà a raccogliere il numero minimo di crediti formativi richiesto dalla legge potrà incappare in sanzioni e nell’impossibilità di accedere ad una copertura assicurativa. Le compagnie assicurative potranno infatti negare la polizza a chi avrà raccolto meno del 70% dei crediti ECM necessari a completare il triennio. A ciò si aggiunga che l’assicurazione potrebbe venir meno perfino nel caso in cui, in un lavoro di équipe, anche uno solo dei componenti dovesse risultare non in regola: «Per quanto riguarda questa problematica – spiega Michele Del Gaudio, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Foggia –, ne stiamo scrivendo parecchio e stiamo sensibilizzando i nostri colleghi. Suggeriamo sempre in maniera continua, e forse a volte un po’ assillante, che bisogna formarsi, da un lato, perché serve, e dall’altro perché, se come credo andrà avanti la problematica relativa alle assicurazioni, il rischio diventa notevole sia dal punto di vista personale che professionale».
La lettera che diversi Ordini stanno inviando o hanno già inviato agli iscritti per spingerli ad assolvere l’obbligo formativo ricalca una comunicazione analoga inviata dal Cogeaps diverse settimane fa. La lettera del Consorzio fotografava la situazione relativa alla formazione continua degli iscritti di tutte le Federazioni. «Si sta giustamente agendo nella direzione prevista dalla normativa, di cui gli iscritti sono a conoscenza – spiega Antonio d’Avino, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) –. Credo sia molto importante che dal prossimo triennio si riesca a creare da subito i presupposti per cui i medici possano rispettare gli obblighi formativi. Questo perché, oltre che importantissima, la formazione è uno dei pilastri che consente ai medici di poter continuare nella loro pratica professionale con le migliori acquisizioni scientifiche e con tutto ciò che oggi è evidenza scientifica», conclude.
Anche l’Ordine delle professioni infermieristiche di Lecce ha messo in campo una serie di iniziative per spingere gli iscritti a completare il piano di formazione triennale ed evitare il rischio di trovarsi senza copertura assicurativa. «Abbiamo emanato diverse note – spiega Marcello Antonazzo, presidente dell’Opi di Lecce –. in cui abbiamo richiamato gli iscritti a fare i crediti formativi, in particolare alcune in merito all’impossibilità di trovare una copertura assicurativa se non si è in regola con almeno il 70% dei crediti ECM». Antonazzo racconta inoltre di aver pubblicato, «sul sito e sui social dell’Ordine, ma anche realizzato in formato cartaceo nel numero di 200 copie da affiggere in tutte le strutture sanitarie, una locandina con la tabella che ci ha mandato il Cogeaps con le percentuali di chi ha fatto la formazione ECM e chi no. Nello specifico, fino a ora solo il 28% degli iscritti all’Opi di Lecce è considerato certificabile, mentre la percentuale restante si divide quasi esattamente in due tra chi ha raccolto qualche credito e chi neanche uno».
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