L’assessore alla Sanità della Regione Lazio non condivide le parole di Marcello gemmato che ha messo in dubbio l’utilità dei vaccini anti Covid. Poi fa due richieste al governo: «Occorre superare il tetto di spesa del personale che è ancorato al 2004 e aumentare il Fondo sanitario». Intanto procede la campagna di screening regionale per eradicare il virus dell’epatite C
«Le parole del sottosegretario Gemmato sui vaccini sono profondamente sbagliate. Se noi siamo fuori da una situazione di emergenza, se l’economia e il turismo sono ripresi, lo dobbiamo innanzitutto alla straordinaria campagna di vaccinazione che è la più importante fatta nella storia di questo Paese». Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio e da ieri sera candidato di Pd e probabilmente anche del Terzo Polo alla guida della regione Lazio alle prossime elezioni di febbraio, boccia senza mezzi termini la presa di posizione di Marcello Gemmato che aveva messo in dubbio il ruolo dei vaccini anti Covid nell’uscita dalla fase emergenziale della pandemia.
Ai microfoni di Sanità Informazione D’Amato ha anche ribadito le richieste delle regioni al governo sul tema del PNRR per far funzionare al meglio le Case della Salute: «Bisogna superare il tetto di spesa del personale che è ancorato al 2004 e aumentare il Fondo sanitario», spiega, ricordando che con i fondi del PNRR non si possono effettuare spese per il personale. Sui sanitari no vax assicura: «Nel Lazio nessuno è a contatto con pazienti immunodepressi». Tra le priorità della Regione Lazio la campagna di prevenzione per eradicare il virus dell’epatite C entro il 2030: è stata messa in campo una rete molto capillare di punti di prelievo, con 17 centri clinici per la presa in carico dei soggetti positivi e oltre 100 presidi autorizzati al trattamento con DAA, agenti antivirali ad azione diretta.
«Abbiamo un obiettivo ambizioso, quello di far diventare il Lazio da qui al 2030 libero dall’epatite C, possiamo farlo attraverso una grande campagna di prevenzione. Adesso è in corso la campagna di prevenzione per i nati dal 1969 al 1989, è completamente gratuita, non serve la ricetta medica, basta andare sul portale Salute Lazio e si viene presi in carico da uno dei 103 punti prelievo e in caso di positività dagli oltre 17 centri clinici».
«Il PNRR sono fondi in conto capitale per cui non ci sono spese che riguardano il personale. Quello che abbiamo chiesto e che ribadiamo al governo è innanzitutto un aumento del Fondo sanitario nazionale in coerenza con la media europea e poi chiediamo di superare questo tetto di spesa del personale che è ancorato al 2004 per tutte le regioni italiane. Questi sono i due cardini che chiediamo vengano affrontati. Sappiamo che c’è tutto il percorso di riforma relativo al decreto ministeriale 77 che prevede l’utilizzo dei medici di medicina generale e di altre professionalità. Sicuramente si tratta di un punto è delicato. Quello che posso dire è che nel Lazio gli interventi della Mission 6 del PNRR sul territorio sono interamente pubblici e la gestione dovrà essere pubblica».
«Che sono sbagliate. Se noi siamo fuori da una situazione di emergenza, se l’economia e il turismo sono ripresi, lo dobbiamo innanzitutto alla straordinaria campagna di vaccinazione che è la più importante fatta nella storia di questo paese. Non solo non concordo con quanto detto dal sottosegretario ma anzi rinnovo l’invito a partecipare alla quarta dose del vaccino per chi non lo avesse ancora fatto. Adesso andiamo incontro alla stagione dell’influenza classica e la sovrapposizione tra Covid e influenza rischia di essere la tempesta perfetta».
«Noi avevamo numeri bassi di medici no vax ma comunque stanno tutti collocati al di fuori dele aree critiche, come l’oncologia o l’area infettiva. I fragili sono tutelati. Io certamente non avrei anticipato di due mesi il rientro dei sanitari non vaccinati».
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