Dalla scorsa primavera alcuni utenti di Internet condividono le immagini della loro perdita di peso e spiegano come utilizzano un farmaco antidiabetico per raggiungere i loro obiettivi. Una pratica considerata pericolosa dai medici
Una nuova, pericolosissima tendenza arriva dall’Australia: alcuni giovani internauti spiegano, attraverso video condivisi sul social network TikTok, come utilizzano l’Ozempic, un farmaco progettato per regolare il livello di zucchero nel sangue delle persone con diabete di tipo 2, anche se non soffrono di questa malattia cronica. Perché lo fanno? Per dimagrire. Nei video vengono mostrati in particolare giovani donne che si iniettano l’Ozempic e mostrano come abbiano perso peso in modo drastico.
La sua popolarità è stata tale che nel giugno scorso l’Ozempic era esaurito in Australia, inducendo le autorità a rilasciare una dichiarazione in cui si ricordava ai medici di prescrivere il farmaco solo alle persone affette da diabete di tipo 2, che vengono di fatto penalizzate dal suo uso improprio.
A sei mesi dal primo allarme la tendenza è ancora molto forte: lo dimostrano i video che vengono costantemente postati sulla rete, che a volte ottengono centinaia di migliaia di “Mi Piace”; inoltre quando si cerca l’hashtag #ozempic, il nome del farmaco australiano, vengono proposti contenuti direttamente collegati alla perdita di peso. Altro grave problema è che quando si digita su Google il nome di questo farmaco – che agisce sui recettori dell’ormone glucagone-like peptide-1 (GLP-1), che controlla i livelli di zucchero nel sangue e agisce sul rilascio di insulina – le prime risposte proposte riguardano proprio la ricerca della magrezza.
Secondo il Dr. med. Nicola Piero Ossola, Medico Capo Servizio e Responsabile del Servizio EOC di nutrizione clinica e dietetica dell’Ospedale Regionale di Mendrisio (Svizzera): «I farmaci analoghi dell’ormone GLP-1 come l’Ozempic sono stati sviluppati come farmaci antidiabetici e solo durante i successivi studi si è visto che avevano la caratteristica di far perdere peso. Recentemente sono stati pubblicati studi che confermano l’efficacia di questi farmaci per ridurre il peso corporeo nei pazienti affetti da obesità, ma che non presentano diabete. I rischi dell’utilizzo di una terapia di questo tipo senza controllo medico sono molteplici: questi medicamenti rallentano lo svuotamento dello stomaco e possono causare frequentemente nausea o episodi di vomito. Ci può essere un’alterazione della regolarità intestinale con episodi anche importanti di diarree. Questi effetti secondari possono essere gestiti con la modifica del dosaggio del medicamento, ma in alcuni casi la terapia va interrotta. Se non si seguono indicazioni nutrizionali è presente un certo rischio di sviluppare episodi anche pericolosi di ipoglicemia come pure carenze nutrizionali. Infine, se non si viene seguiti in maniera corretta, c’è il forte rischio di un’importante ripresa di peso dopo la sospensione della terapia».
Come detto, sul web fanno tendenza i video nei quali le persone che hanno provato questo farmaco mostrano i propri progressi e il proprio dimagrimento lampo, senza ovviamente considerare gli squilibri e le carenze che questa “cura fai da te” provoca all’organismo. Ma non solo: l’acquisto di Ozempic da parte di persone che non ne hanno alcun bisogno limita l’accesso al medicinale a coloro che soffrono di diabete, che vedono scarseggiare le scorte di questo farmaco.
Secondo la dott.sa Cristina Brasi, Psicologa, Criminologa e Analista Comportamentale: «Una prima motivazione relativa all’assunzione di farmaci senza controllo è riscontrabile nell’ipermedicalizzazione, ossia l’assunzione di farmaci in assenza di malattia. Le cause risiedono nel processo di vendita che attua strategie precise miranti al profitto. L’effetto ricade sul singolo che decide di autosomministrarsi farmaci molte volte inutili. Tale fenomeno è conosciuto come “Disease Mongering” ovvero la promozione di pseudo malattie con lo scopo di trarne profitto. Una seconda spiegazione è riconducibile a due disturbi, quali l’ipocondria e il disturbo ossessivo- compulsivo da contaminazione. I soggetti con paura delle malattie spesso ritengono di non ricevere le cure appropriate per cui possono ricorrere all’autosomministrazione. Il secondo caso è invece caratterizzato non tanto dal timore di avere una malattia, ma dalla paura eccessiva e irrazionale di ammalarsi o di far ammalare qualcun altro tramite contagio. In ultimo la dipendenza da farmaci. I farmaci che provocano dipendenza attivano la cosiddetta via della gratificazione a livello centrale, che vede il coinvolgimento di differenti meccanismi biologici a cui prendono parte neurotrasmettitori e mediatori chimici. La conseguenza è una sensazione di ricompensa e di benessere. Per lo sviluppo di dipendenze sembra inoltre essere possibile una predisposizione familiare, ma i geni implicati non sono ancora stati identificati. Ciò che accomuna le varie classi di farmaci psicoattivi, quelli maggiormente coinvolti nel processo di dipendenza, è l’appagamento da essi provocato che può indurre all’autosomministrazione spontanea. A questo si aggiungono processi adattativi o di assuefazione dovuti alla somministrazione reiterata. Lo stato di dipendenza, sia fisica che psicologica, è spesso accompagnato dalla tolleranza, ossia dalla riduzione della risposta a seguito di somministrazioni ripetute del farmaco, che porta ad assumerne quantità sempre maggiori».
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