Al Forum Risk Management 2022 di Arezzo, la sala è gremita durante il report sugli Stati generali della professione infermieristica. Nicola Draoli (OPI Grosseto): «L’Italia merita, a livello di assistenza infermieristica, di gareggiare con gli altri paesi europei e abbiamo i professionisti in grado di farlo. Manca che il sistema riconosca tutto questo e lo metta a terra»
Al Forum Risk Management 2022 di Arezzo, la sala è gremita durante il report sugli Stati generali della professione infermieristica. Dal confronto tra i 460 mila professionisti è emerso un desiderio di valorizzazione, che passa anche attraverso la possibilità di una specializzazione clinica.
Con Sanità Informazione ne ha commentato i risultati Nicola Draoli, presidente OPI Grosseto.
«L’esperimento degli Stati generali è di grande valore perché è la prima volta, a nostra memoria, che si rivolgono in maniera diretta alla platea dei professionisti. Cosa si prospetta? Sostanzialmente, la possibilità che il sistema riconosca uno sviluppo di carriera anche in ambito clinico per la professione infermieristica. Che ci sia, quindi, la possibilità di accedere alla laurea magistrale ad indirizzo clinico, che siano tutte in correlazione in un unico disegno che metta insieme il fabbisogno delle Regioni, documenti e linee di indirizzo ministeriali e formazione universitaria, la possibilità di riconoscere economicamente in maniera diversa le competenze avanzate e le specializzazioni degli infermieri».
«Richieste più nello specifico: la possibilità di andare sulla prescrizione infermieristica, un altro grande tema che bisogna cominciare a sdoganare nel nostro sistema piuttosto che l’abolizione del vincolo di esclusività. Ancora la richiesta, da parte di tutti i colleghi, di ritornare alle medical humanities, di dare di nuovo forza e valore alla centralità dell’assistenza alla capacità di esprimere valutazioni, interventi, e capacità di certificare gli esiti che la professione infermieristica dà nell’assistenza».
Proprio su questo si è espressa la presidente Mangiacavalli, dicendo che questa è la funzione fondamentale che rende l’infermiere importante nella rete dei professionisti sanitari..
«È così. L’infermiere è un perno del servizio sociosanitario tutto, sia in ambito pubblico che privato, che ancora oggi non viene messo in condizione di esprimere tutto il suo potenziale. È recintato dentro ad una serie di gabbie normative e culturali, di resistenze spesso ideologiche e politiche, che però vanno abbattute. L’Italia merita, a livello di assistenza infermieristica, di gareggiare con gli altri paesi europei e abbiamo i professionisti in grado di farlo. Manca che il sistema riconosca tutto questo e lo metta a terra».
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