Salute 29 Novembre 2022 15:53

Siru: «L’Italia rischia di diventare la più grande banca al mondo di embrioni sospesi in crioconservazione»

Siru: «Riaprire dibattito laico sulle possibilità della crioconservazione degli embrioni e del loro utilizzo a fine riproduttivo e scientifico»

Siru: «L’Italia rischia di diventare la più grande banca al mondo di embrioni sospesi in crioconservazione»

«La crioconservazione di gameti può essere volano per la preservazione della fertilità anche in Italia, sia per pazienti oncologici che per milioni di pazienti affetti da diverse malattie benigne». Commenta così, con queste due affermazioni la notizia dei bambini nati da embrioni congelati 30 anni fa negli USA, precisamente il 22 aprile 1992, Antonino Guglielmino, Presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU).

Guglielmino (Siru): Riprendere dibattito sul destino degli embrioni crioconservati e abbandonati nel nostro Paese»

Secondo il ginecologo, la nascita di Lydia e Timothy è un’ulteriore conferma clinica e scientifica della sicurezza della crioconservazione del materiale riproduttivo per un lungo periodo. Questo evento, aggiunge, è una buona occasione per riprendere e ribadire alcune idee sul destino degli embrioni crioconservati e abbandonati nel nostro Paese, ancora limitato da restrizioni normative, nonostante le numerose e scientificamente validate possibilità offerte dalla Riproduzione Medicalmente Assistita.

In Italia la donazione degli embrioni è vietata

Il caso riportato dalla CNN riapre il dibattito sulla donazione degli embrioni crioconservati e da anni abbandonati nei centri italiani. Ad oggi, in Italia la donazione degli embrioni è vietata, come afferma la legge 40 del 2004. Con l’attuale legge e le sue limitazioni, «l’Italia diventerà la più grande banca di embrioni crioconservati al mondo», aggiunge Guglielmino. Anche considerando solo i dati degli ultimi 4 anni di attività riportati nelle relazioni annuali del Ministro al Parlamento dal 2017 al 2020, si stima che su 300.198 coppie trattate in Italia sono stati crioconservati 176.407 embrioni quindi si parla di centinaia di migliaia di embrioni “sospesi” nei centri di Riproduzione Medicalmente Assistita. Certamente una parte di questi embrioni verrà scongelata e utilizzata dalla coppia possibilmente per un secondo o terzo figlio, una parte sarà scongelata e trasferita in utero nei casi di fallimento del tentativo a fresco ma, sarebbe grave non dire che, in base alle norme attualmente in vigore, una parte potrebbe rimanere crioconservata senza prospettiva futura. La domanda da porre è: “Cosa faremo con questi embrioni tra dieci, venti, trent’anni?”

Crioconservazione, Siru: «Indicare una riflessione laica e aperta»

«Oggi, alla luce del successo della nascita di Lydia e Timothy la comunità scientifica ha il dovere di indicare una riflessione laica e aperta sulle possibilità che la crioconservazione degli embrioni mette a disposizione della genitorialità e della scienza» aggiunge il Presidente della SIRU, confermando così l’interesse della Società a contribuire al dibattitto pubblico in materia e che da anni la vede impegnata, anche attraverso il suo comitato giuridico, a riflessioni e confronti circa le implicazioni, le criticità e le opportunità legate alla crioconservazione.

Inoltre, la crioconservazione può essere utile non solo per tutelare gli embrioni delle coppie che ricorrono ai percorsi riproduttivi assistiti per problemi d’infertilità, ma anche per la preservazione della fertilità, con la crioconservazione dei gameti, dei pazienti oncologici e di quei numerosi pazienti colpiti da diverse patologie benigne. «Queste patologie, generalmente ingravescenti, portano alla condizione di sterilità come le terapie antitumorali nella cura del cancro» commenta Guglielmino.

Per di più, laddove la condizione della crioconservazione embrionaria, avvenuta decine di anni prima, con sistemi oggi considerati obsoleti non garantisce sicurezza alla coppia ricevente, si può cominciare a ipotizzare la donazione che, se non adatta, può essere fatta alla scienza per un futuro utilizzo volto al miglioramento dei percorsi di medicina e biologia della riproduzione a fini genitoriali e non solo.

«Riproduzione medicalmente assistita oscurata da pregiudizi che ostacolano le opportunità della scienza»

In Italia, la Riproduzione Medicalmente Assistita è stata da troppo tempo gestita e regolamentata da una deriva ‘integralista” che nella legge 40 del 2004, nonostante i diversi interventi della Corte Costituzionale che ha modificato diverse parti della legge dichiarate in contrasto con i nostri principi Costituzionali, continua a mostrare delle falle che la comunità scientifica ha il dovere di indicare e a cui proporre soluzioni aggiornate e utili per le coppie con problemi riproduttivi. Un’azione ampia e ragionata potrebbe estendere i raggi di luce sulle possibilità della riproduzione medicalmente assistita da troppo tempo oscurata da pregiudizi che ostacolano le opportunità della scienza a favore dei pazienti e della possibilità di avere figli, in un Paese che muore per mancate nascite, ogni anno di più.

 

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