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L’oculista: «Dopo aver asportato il cristallino opaco si procede all’impianto di un nuovo cristallino trasparente che permette non solo di eliminare la cataratta, ma anche di correggere difetti visivi come miopia, astigmatismo e presbiopia. La cataratta colpisce, di solito, gli over 70, ma sono in aumento i casi tra i 40-50enni»
La cataratta è un processo di invecchiamento del cristallino: con il passare degli anni da trasparente diventa opaco. Proprio perché legato all’avanzare dell’età può colpire tutta la popolazione over 70. «Tuttavia -avverte Antonio Mocellin, vice presidente Società Oftalmologica Italiana (SOI) -, negli ultimi anni, assistiamo anche ad una comparsa precoce della cataratta, già a partire dai 40-50 anni, un cambiamento probabilmente da attribuire alle mutate condizioni di inquinamento atmosferico ed ai variati stili di vita».
La visione annebbiata è il primo ed inequivocabile sintomo della cataratta.
Un difetto visivo che oggi può essere facilmente corretto con chirurgie tecnologicamente molto avanzata che, in un solo intervento, consentono di correggere anche altre tipologie di deficit della vista pregressi alla cataratta stessa. Questo intervento si chiama chirurgia refrattiva della cataratta: «Dopo aver asportato il cristallino opaco si procede all’impianto di un nuovo cristallino trasparente che permette non solo di eliminare la cataratta, ma anche di correggere difetti visivi come miopia, astigmatismo e presbiopia – spiega Mocellin -. La correzione di quest’ultimo difetto, ovvero la presbiopia, anch’esso legato all’avanzare dell’età è tra le più recenti novità introdotte in questo ambito».
Un’innovazione che ha rivoluzionato non poco la vita della popolazione anziana oggi sempre più attiva ed avvezza all’utilizzo dei mezzi informatici. «Chi si sottopone ad una chirurgia refrattiva della cataratta, avendo la possibilità di correggere più difetti visivi allo stesso tempo, avrà una visione ottimale da tutte le distanze, senza dover ogni volta utilizzare gli occhiali e, soprattutto, cambiarli a seconda della distanza dell’oggetto da mettere a fuoco», aggiunge il vice presidente Società Oftalmologica Italiana.
Prima si interviene, meglio è. «Se prima si preferiva intervenire su cataratte “avanzate”, oggi la tendenza è operare cataratte non dure, non mature. Intervenire quando la malattia non è ancora in uno stadio di eccessivo avanzamento – sottolinea Mocellin – non solo ne migliora gli esiti, ma permette anche di restituire un’ottima qualità della vita al paziente che, considerando l’aumento dell’età pensionabile, si troverà, nella maggior parte dei casi, nel pieno della vita attiva e dell’età lavorativa». Aspettare, dunque, non è mai la scelta giusta sia per non penalizzare la quotidianità dell’individuo in questione, sia per non aumentare i rischi associati all’intervento.
«Nessuna chirurgia è mai scevra da rischi – ammette l’oculista -. Ma, oggi, grazie all’utilizzo di tecnologie molto avanzate e grazie anche alla formazione molto accurata dei nostri chirurghi italiani, annoverati tra i migliori al mondo, la percentuale di complicanze legate ad un intervento di chirurgia refrattiva della cataratta è estremamente bassa, inferiore all’1%. In altre parole – conclude Mocellin – i benefici superano di gran lunga i rischi».
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