L’ex leader del movimento no Vax, sospeso otto mesi dall’Ordine dei Medici, ha rivisto la sua posizione. Oggi reputa i vaccini indispensabili per fragili e immunodepressi, mentre ritiene essenziali le terapie domiciliari per la cura della malattia
All’indomani della decisione della Corte costituzionale di rendere salvo l’obbligo vaccinale per alcune categorie come tutela del diritto alla salute, Pasquale Bacco, medico legale e ricercatore, per due anni leader dei no Vax e primo a rivedere la sua posizione, oggi difende l’importanza del vaccino e spiega ai microfoni di Sanità Informazione la sua conversione.
«Durante la prima ondata, quando frequentavo le piazze, da medico vedevo che nelle terapie intensive finivano per lo più soggetti anziani e con molte patologie – racconta -. Ad un certo punto però, con la variante Delta, la situazione è cambiata e ad essere colpiti con forme gravi sono stati anche soggetti giovani e senza patologie; quindi, alcune mie convinzioni sono venute meno e ho rivisto la mia posizione».
Sospeso per otto mesi dall’Ordine dei Medici, il ricercatore napoletano, quando ha visto morire un ragazzo di 29 anni per Covid ha rinnegato le idee no Vax, ma ha dovuto fare i conti con le frange più estreme del movimento. «Ho vissuto un periodo difficile – ammette –, sono stato sospeso dall’Ordine e ho avuto bisogno della Digos per difendermi dalle frange di estrema destra quando ho lasciato il movimento no Vax. Nel momento in cui sono uscito, ho capito che non c’era alcun complotto, ma solo sbagli in buona fede. Ora la situazione è migliorata e credo sia giunto il momento di mettere la parola fine su questa vicenda».
Niente complotti, ma tanti errori tra cui una scarsa attenzione alle terapie domiciliari, come il professor Bacco tiene a puntualizzare. «Il fatto di essere un no Vax pentito non significa che non sia rimasto coerente su certe posizioni – fa notare – ad esempio sulle terapie domiciliari all’inizio colpevolmente sottovalutate e solo oggi rivalutate. Allo stesso tempo però non possiamo dire che i vaccini non abbiano cambiato l’indirizzo di questo virus. Sono indispensabili per fragili e immunodepressi. Sarà poi la storia a dirci cosa accadrà». A trarre in inganno il ricercatore nel primo anno di pandemia, è stato anche il fatto di trovarsi, per la prima volta, dinnanzi ad un coronavirus anomalo «anziché mitigare gli effetti dopo la prima ondata come spesso accade a questi virus – spiega -, il Sars-CoV-2 è evoluto un una forma ancora più grave con la variante Delta».
Una scarsa fiducia e una chiusura iniziale verso i vaccini, che Bacco imputa anche ad una serie di errori di gestione della pandemia che hanno creato false convinzioni. «Pensare che il vaccino potesse ridurre i contagi – puntualizza Bacco – è stato un errore, costato molto in termini di credibilità dei medici, dei virologi e della stampa. Non è così, oggi lo sappiamo. Il vaccino è servito ed è stato fondamentale per evitare la patologia grave. Questo era l’obiettivo e credo che il risultato sia stato raggiunto».
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