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Mele (SOI): «La miopia, con ipermetropia e astigmatismo, rientra nella categoria dei cosiddetti “difetti visivi”. La presbiopia, invece, è una condizione para-fisiologica che insorge dopo i quarant’anni e che, prima o poi, colpisce tutti. La prima visita dall’oculista deve essere effettuata non oltre i primi 3-4 anni di vita»
Entro il 2050, metà della popolazione mondiale potrebbe essere affetta da miopia. Tra tutti i difetti visivi, infatti, è la miopia ad aver subito l’impennata maggiore, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti. In Italia, anche se la situazione è migliore che oltreoceano, ne soffrono più di tre persone su dieci, con un picco di diagnosi tra i 25 e i 29 anni. «La miopia, con ipermetropia e astigmatismo, rientra nella categoria dei cosiddetti “difetti visivi” – spiega Luigi Mele, consigliere della Società Oftalmologica Italiana (SOI) -. Categoria nella quale non rientra la presbiopia, una condizione para-fisiologica che insorge dopo i quarant’anni e che, prima o poi, interessa tutta la popolazione».
Miopia, ipermetropia e astigmatismo si manifestano in differenti fasce di età. «I bambini sono più colpiti dall’ipermetropia – dice Mele -. Questo difetto visivo è legato alla lunghezza del bulbo assiale che, di solito, è soggetto a naturale regressione via via che l’individuo cresce. I soggetti in cui, invece, tale bulbo crescerà “troppo” svilupperanno la miopia, difetto visivo che, di solito, esordisce principalmente durante l’età adolescenziale».
Esistono differenti tipi di miopia: quella congenita, ovvero già presente dalla nascita, è la forma più rara, quella scolare, invece, è di solito stimolata dall’abuso di studio o di utilizzo di apparecchiature digitali. L’astigmatismo, invece, è presente fin dalla nascita». La miopia è attualmente sotto la lente dei ricercatori: «Sono allo studio dei sistemi ottici, una sorta di lenti, in grado di rallentare la progressione della miopia – racconta l’oculista -. Siamo ancora in fase di sperimentazione e i dati sull’efficacia sono ancora embrionali, ma la strada è aperta e vale la pena seguirla».
Qualunque sia il difetto visivo presente, l’importante è individuarlo tempestivamente rivolgendosi ad un’oculista, «l’unica figura abilitata legalmente alla diagnosi, alla terapia ed alla prevenzione dei disturbi visivi – sottolinea il consigliere della Società Oftalmologica Italiana – . Una prima visita oculistica, con valutazione del visus ed eventuale ricerca di difetti refrattivi, deve essere fatta entro i primi 3-4 anni di vita. È questo un controllo fondamentale anche per verificare la presenza di ambliopia, ovvero il mancato sviluppo della funzione visiva di un occhio. L’ambliopia, se individuata in tempo, è perfettamente guaribile».
L’occhiale da vista è la prima e più immediata soluzione per la maggior parte dei difetti visivi, ma non è l’unica. «In età adulta è possibile optare per la chirurgia che, oggi, vanta dell’utilizzo di strumentazione di altissima tecnologia. I laser ad eccimeri ne sono un esempio, utili sia per la miopia che per la presbiopia. Ma non è tutto -aggiunge Mele -. La chirurgia è in grado di risolvere anche quelle condizioni non propriamente patologiche, come la cataratta, che insorgono quando l’occhio invecchia. In questo ambito sono stati fatti passi da gigante, tanto che, attualmente, abbiamo a disposizione lenti intraoculari, che vengono cioè impiantate direttamente nell’occhio, che permettono di correggere contemporaneamente non solo la cataratta, ma – conclude lo specialista – anche altri difetti visivi diffusi, come la miopia e l’astigmatismo».
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