L’ozonoterapia sfrutta la capacità dell’ossigeno e dell’ozono a livello metabolico, immunitario, vascolare e rigenerativo e ha un grande potere antinfiammatorio perché va a disintossicare l’organismo, contrasta la formazione di trombi e migliora la perfusione di organi filtro come reni, fegato e polmoni
Curare i sintomi del long Covid con l’ossigeno-ozono terapia, è questa l’ultima novità tra le cure per lenire gli effetti di una patologia che colpisce oltre il 50 % di coloro che hanno contratto il virus e che rende complicato il ritorno alla normalità. La sindrome PASC (Post Acute Sequele of Sars-CoV-2 infection) meglio nota come Long Covid (ovvero Covid a lungo termine) si presenta in molteplici forme, differenti da persona a persona, che rendono difficoltosa la cura. Possono essere problematiche respiratorie, come forme di stanchezza severa, cefalea, dolore toracico, difficoltà di concentrazione e memoria e ancora disturbi del sonno e dolori articolari. Tutti sintomi che possono durare nel tempo tanto da rendere invalidante la condizione di chi li manifesta.
Possono essere sintomi di natura nervosa a volte subdoli e non rilevabili strumentalmente, ma percepiti dal paziente; in quel caso si parla di Neuro Covid, e riguardano l’apparato neurologico in particolare le piccole fibre nervose che generano disturbi come parestesie, dolori periferici, sensazioni di spilli, acufeni fino alla paralisi di Bell che interessa il nervo facciale. «Purtroppo, sono sintomi che si manifestano anche a distanza di cinque o sei mesi dall’insorgenza del Covid o come effetto collaterale del vaccino, di cui si parla poco, ma che riguarda molti individui – spiega Dario Apuzzo, medico chirurgo specialista in Medicina fisica e riabilitazione – . Questo accade per la risposta immunitaria indotta dal Covid (o dal vaccino) su cui bisogna lavorare con l’ossigeno e l’ozono combinato».
Anche l’apparato circolatorio può subire danni più o meno gravi a causa del Long Covid. «Questo accade perché si è visto che le spike del virus (ma anche del vaccino) possono provocare dei microtraumi a livello endoteliale che creano una superficie scabrosa del capillare, non più liscia e pulita, ma alterata in modo tale da provocare un rallentamento della circolazione del sangue – ammette Apuzzo -, con la conseguenza che si crea una sovrapposizione di piastrine, globuli rossi e cellule del sangue che, da un lato, va a rallentare il flusso ematico con la riduzione dell’ossigenazione del corpo, e dall’altra provoca dei piccoli trombi che, anche a distanza di mesi, sono in grado di generare effetti collaterali importanti». Un ingrossamento progressivo che si verifica per la sovrapposizione di nuove cellule, globuli rossi e fibrina, fino a generare vere e proprie trombosi o ictus. La formazione dei trombi nei vasi sanguigni può causare arresti cardiaci, infarti, ictus, emorragie, aneurismi e alterazioni delle pareti dei vasi stessi. «In alcuni casi si genera anche una coagulazione intravascolare disseminata (Cig) che è molto pericolosa, spesso fatale – rimarca Apuzzo – perché provoca la formazione contemporanea di piccoli coaguli in tutto il corpo con infarti in vari organi e alterazioni della funzionalità».
Sta dunque nella capacità del medico interrompere la catena virale che si genera nel momento in cui il virus attacca il sistema immunitario e per farlo l’ossigeno-ozono terapia rappresenta un’ottima arma. «L’ossigeno e l’ozono hanno un’azione disintossicante e se abbinati ad una attività fisica controllata, esami del sangue una volta al mese per monitorare il d-dimero, un’alimentazione sana, povera di grassi, di alcol e di zuccheri, sono in grado con l’autoemoterapia di riequilibrare il microbiota fortemente provato dall’azione infiammatoria del virus», racconta Apuzzo che, oltre ad essere docente di ossigeno-ozono terapia presso l’Università La Sapienza di Roma, è anche Presidente dell’Accademia Internazionale di Ricerca in Ossigeno- Ozono Terapia (A.I.R.O.).
«Occorre lavorare sul microbiota, che è la flora batterica naturale localizzata nell’intestino con miliardi di microrganismi, germi e batteri – fa notare -; regola il sistema immunitario, e produce, in condizioni di eubiosi normale, interferone, una sostanza che protegge dalle infezioni». Il funzionamento del sistema immunitario ruota intorno all’intestino, dunque, anche perché a ridosso ci sono i linfonodi che rappresentano le stazioni di partenza dei linfociti, a loro volta produttori degli anticorpi. «È evidente che un intestino che funziona male provoca una netta alterazione del sistema immunitario con conseguenze che si riflettono con disturbi dell’umore, dermatiti atopiche, pelle spenta e maggiore rischio di ammalarsi».
L’ozonoterapia è un ottimo alleato in questa fase perché sfrutta la capacità dell’ossigeno e dell’ozono sul corpo umano a livello metabolico, immunitario, vascolare e rigenerativo e ha un grande potere antinfiammatorio. «Senza dimenticare che l’ozono è il più potente antivirale, antibatterico e antimicotico esistente in natura – tiene a precisare il Presidente di A.I.R.O – Per prima cosa, dunque, è importante valutare la condizione del microbiota e per farlo occorre eseguire degli esami per mettere in luce una eventuale disbiosi (alterazione della flora batterica) in atto». Due le azioni sinergiche da fare: insufflazioni rettali che lavorano sull’intestino, abbinate all’assunzione di due bicchieri di acqua iperozonizzata che agiscono sullo stomaco. «Per ottenere i migliori risultati dalla terapia occorre poi combinare l’insufflazione rettale con l’auto emo, che va ad agire sulla centrale del sistema immunitario dell’organismo – prosegue – entrambi vanno a regolare il microbiota, andando ad eliminare i germi anaerobi che alterano il microbiota e provocano reazioni negative. L’auto emo infusione a sua volta consente, l’ossigenazione di tutto l’organismo compresi i tessuti vascolari che, se danneggiati, rappresentano lo scenario peggiore del long Covid».
Centocinquanta euro è in media il costo di una seduta di auto emo terapia di ossigeno – ozono che consente di ossigenare 150 ml di sangue, dapprima prelevati al paziente e reinfusi nello stesso dopo essere stati trattati. L’ossigeno-ozono terapia va dunque a disintossicare l’organismo, favorendo lo scorrimento del sangue nei vasi, contrastando il ristagno e la formazione di trombi e migliorando la perfusione di organi filtro come reni, fegato e polmoni. «Offre molti vantaggi tra cui ridurre l’astenia, permettere agli organi di funzionare meglio, e grazie all’ozono avere un effetto antivirale; eppure, non è mai neppure stata presa in considerazione come possibile cura per trattare il Long Covid – dichiara con rammarico il Presidente dell’Accademia Internazionale di Ricerca in Ossigeno-Ozono Terapia -. Da mesi mi batto per consentire la prescrizione dei cicli di ossigeno – ozono terapia con il Servizio Sanitario Nazionale, ma per il momento non sembra esserci interesse». Peccato, una occasione persa per rendere accessibile a tutti una terapia naturale in grado di contrastare gli effetti del Long Covid.
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