In audizione in commissione Lavoro e Sanità il titolare della Salute chiede più risorse per Case e Ospedali di Comunità: «Il PNRR non risolve la questione della carenza di personale». Poi rivendica i controlli dei NAS a Rsa e ospedali a spiega: «Uso distorto esternalizzazioni genera criticità su sicurezza delle cure». Più soldi per il Piano oncologico con emendamenti a Legge di Bilancio
«Bisogna intervenire per garantire alle regioni le risorse per la piena attuazione della riforma della sanitò territoriale soprattutto per gli anni successivi alla programmazione del PNRR». Il titolare della Salute Orazio Schillaci non gira intorno al tema al centro dibattito da tempo, cioè quello di capire come garantire che le Case e gli Ospedali di Comunità non siano scatole vuote senza personale. Lo fa nel corso dell’audizione in commissione Lavoro e Sanità al Senato, attesa proprio per capire quali sarebbero state le priorità del nuovo titolare di Lungotevere Ripa.
«Il PNRR – spiega Schillaci – non risolve la questione della carenza di personale, legata a spese correnti continuative. C’è un problema di sostenibilità economica della realizzazione delle Case di Comunità da cui deriva la diffidenza delle regioni».
Schillaci difende l’aumento del Fondo sanitario stabilito dalla Legge di Bilancio 2023, «una inversione di tendenza rispetto al passato», ma chiede risorse aggiuntive per dare garanzie sulla copertura del personale e sui costi di gestione delle strutture della nuova sanità territoriale, a cominciare dalle 1350 Case della Comunità.
L’ex rettore di Tor Vergata assicura che la riforma della sanità territoriale, inserita nel DM 77 del 2022, sarà portata avanti e dunque i progetti del PNRR non sono messi in discussione, dall’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero all’assistenza domiciliare e la telemedicina.
Ma quella della sanità territoriale è solo «una delle criticità con le quali si trova a fare i conti il Sistema sanitario nazionale dopo la pandemia», spiega Schillaci che chiede «specifici e ulteriori finanziamenti».
Il ministro ha più volte fatto cenno al problema delle liste di attesa, esplose con la pandemia Covid. Annuncia così una riorganizzazione dei processi di gestione delle liste di attesa e dei ricoveri programmati con un «monitoraggio sistematico del percorso del paziente dal momento della presa in carico della domanda fino alle sue dimissioni. Serve per migliorare la governance regionale delle liste di attesa da parte delle regioni».
Poi chiede un approfondimento sul DM 70 del 2015 che regola l’assistenza ospedaliera. «Bisogna avviare un approfondimento con specifico riferimento agli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi anche in considerazione del quadro drammatico dovuto alla progressiva riduzione dei pronto soccorso e dei punti nascita, e più in generale della situazione dei reparti negli ospedali pubblici».
Annuncia, poi, il suo impegno nell’adozione del decreto tariffe per superare lo stallo nell’erogazione dei LEA che «hanno un ruolo di garanzia del diritto costituzionale alla salute».
E poi un accenno a quella che lui definisce la «principale sfida dei sistemi sanitari: la fragilità. La sostenibilità economica pare essere l’aspetto più arduo, ma anche nella difficoltà a realizzare un percorso che risponda alle peculiari esigenze di questi utenti attraverso gli operatori e i presidi che si rendono necessari».
Anche per questo, spiega Schillaci, ci sarà un aggiornamento del Piano nazionale cronicità.
Il contrasto all’antibiotico resistenza sarà una priorità di questo ministro, dato anche l’investimento in legge di Bilancio sul tema con 40 milioni di euro stanziati ogni anno fino al 2025 a tale scopo. «È un fenomeno che nel tempo ha assunto caratteri di una delle principali emergenze di carattere globale. 15mila decessi ogni anno tra il 2015 e il 2050 solo in Italia dove 1 infezione su 5 potrebbe essere causata da batteri resistenti agli antibiotici». Questi i dati snocciolati dal ministro.
Per questo «il piano nazionale 2022 – 2025 è in fase di approvazione per fornire linee strategiche e indicazioni operative per affrontare l’emergenza».
Attenzione alta anche sul Piano vaccinale che è in corso di finalizzazione insieme alla bozza del nuovo calendario vaccinale: «Auspico che in tempi brevi si possa attuare l’iter per la condivisione nella conferenza Stato-Regioni».
Importante novità anche per il Piano Oncologico: quello 2022 – 2027 è all’esame della Conferenza Stato Regioni ma ora Schillaci annuncia risorse per renderlo operativo in Legge di Bilancio: ho chiesto che con un emendamento siano stanziati 10 milioni di euro per 2023 e 10 milioni di euro per il 2024. A causa degli screening saltati nei prossimi anni assisteremo a un incremento dell’incidenza delle malattie oncologiche».
Un lungo passaggio del discorso di Schillaci è stato dedicato al personale sanitario: «Il mio impegno è finalizzato a una rivalutazione del trattamento economico degli operatori» spiega il ministro che poi ricorda gli impegni già garantiti in Legge di Bilancio con i 200 milioni destinati al personale dell’emergenza-urgenza: 60 milioni alla dirigenza e 140 milioni al comparto.
«Dobbiamo essere consapevoli della centralità delle risorse umane e assicurare un costante impegno verso il capitale umano del SSN» ha detto Schillaci che poi ha aggiunto: «Oggi i sanitari operano in un contesto sempre più difficile. Il contenimento della spesa e i vincoli assunzionali, evidenti soprattutto nelle regioni in piano di rientro, hanno finito per determinare nel tempo una grave carenza personale che unita a una crescente età media ha portato ad un forte deterioramento delle condizioni di lavoro rendendo sempre più difficile assicurare la qualità dell’assistenza».
«La pandemia ha contribuito a determinare un’accentuazione del fenomeno delle dimissioni per cause diversi dai pensionamenti. Sempre più professionisti preferiscono non legarsi con contratto a tempo indeterminato» ha aggiunto Schillaci.
Schillaci ha poi rivendicato i controlli dei NAS che hanno riscontrato irregolarità in 165 posizioni lavorative in ospedali e Rsa di tutta Italia, strutture che ricorrono sempre più spesso a contratti di appalto per avvalersi di professionalità sanitarie forniti da società esterne.
«Dobbiamo affrontare in maniera sinergica il fenomeno crescente del ricorso ad appalti esterni per garantire i servizi assistenziali – ha detto Schillaci -. Un uso distorto delle esternalizzazioni comporta gravi criticità in termini di sicurezza delle cure perchè non sempre ci sono adeguate garanzie dei professionisti coinvolti».
«Da questi controlli – ha aggiunto il titolare della Salute – sono emerse frodi e inadempimento nelle pubbliche forniture per aver inviato personale inferiore a quello previsto dalle condizioni contrattuale con l’azienda o personale privo del prescritto titolo abilitativo».
«Anche per questo – assicura il ministro – bisogna rivedere i vincoli di spesa per l’assunzione del personale».
Sugli MMG, Schillaci non si discosta dalle indicazioni arrivate dalla maggioranza di centrodestra: in primo luogo intende valorizzare il ruolo del medico di Medicina Generale e gli altri professionisti del territorio. Poi assicura pieno sostegno alle farmacie dei servizi che «con la loro capillare diffusione su tutto il territorio rappresentano un punto di riferimento per la collettività, costituendo spesso il presidio sanitario più prossimo per i cittadini. I tempi sono maturi per rivedere a regime il sistema di remunerazione delle farmacie dell’intera filiera».
Infine, l’annuncio sulla riforma degli Irccs, nell’ambito delle misure previste nell’attuazione del PNRR, che sarà portata a termine entro l’anno.
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