Tomaiuoli (logopedista): «Utilizzando visori di realtà virtuale esponiamo i nostri pazienti a scene di vita quotidiana, dalle più semplici alle più complesse, aumentando man mano la loro capacità di riconoscere e regolare emozioni. Grazie ad un braccialetto dotato di biosensori, posto al polso del paziente e collegato ad un’app, saranno monitorati reazioni e obiettivi raggiunti»
Chi balbetta, soprattutto se il disturbo è fuori controllo, evita di parlare in pubblico, finendo per rinunciare a molte situazioni di socializzazione. Ora, grazie alla realtà virtuale, tutti questi individui possono allenarsi e prepararsi ad affrontare al meglio qualsiasi situazione della vita reale.
«Utilizzando visori di realtà virtuale esponiamo i nostri pazienti a delle scene di vita quotidiana, dalle più semplici alle più complesse – spiega Donatella Tomaiuoli, psicopedagogista, logopedista, docente presso Sapienza Università di Roma e Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e CEO & Founder del Centro Ricerca e Cura Balbuzie (CRC) -. A seconda della reazioni e delle difficoltà riscontrate si procederà ad un preciso percorso terapeutico individualizzato. Le situazioni virtuali proposte potranno essere via via tarate e modificate in base agli esiti ottenuti, aumentano il livello di difficoltà man mano che si otterranno dei buoni risultati».
Affinché un trattamento delle balbuzie sia efficace è importante identificare le performance che attivano l’ansia e innescano il meccanismo di autoalimentazione delle disfluenze. «Esporre l’individuo alle situazioni che teme lo aiuta a ridurre la preoccupazione di affrontarle e poterlo fare utilizzando un visore di realtà virtuale azzera i disagi che deriverebbero da un contesto sociale. Attraverso la realtà virtuale si aiuta il paziente a mettere in pratica quello che ha appreso in terapia in una situazione che pur non essendo reale è molto vicina alla realtà. Questo allenamento, spesso – aggiunge Tomaiuoli -, permette anche di accelerare i tempi della terapia. E se i percorsi terapeutici si accorciano, aumenta il numero dei pazienti presi in carico e si snelliscono le liste di attesa».
Per comprendere meglio l’utilizzo dei visori di realtà virtuale per il trattamento delle balbuzie, facciamo un esempio: simulando un colloquio di lavoro o un’interrogazione a scuola, entrambi momenti che generalmente possono suscitare ansia, sarà possibile aumentare di volta in volta la pressione temporale. «Una variazione accurata dei livelli di difficoltà permetterà così di aumentare la consapevolezza del paziente e la capacità di riconoscere e regolare le sue emozioni. Inoltre – dice la logopedista -, grazie un braccialetto dotato di biosensori, posto al polso del paziente e collegato ad un’applicazione utilizzabile da qualsiasi smartphone, sarà possibile misurare la reazione emotive, definendo gli obiettivi raggiungibili e monitorando man mano quelli che verranno raggiunti».
In Italia si contano quasi un milione di balbuzienti, 250 mila sono bambini. La balbuzie è caratterizzata da elementi evidenti (overt aspects) e elementi nascosti (covert aspects). «Gli aspetti covert sono i comportamenti verbali e non verbali generati dalla preoccupazione di non essere efficace nella comunicazione. Questi possono generare comportamenti di evitamento che possono manifestarsi in diverse fasce di età, condizionando la qualità delle vita dell’individuo. Per questo – conclude la professionista sanitaria – la comunità scientifica internazionale raccomanda la presa in carico precoce di tutti gli aspetti del disturbo, evitando che le auto-rinunce del paziente possono aumentare a dismisura negli anni».
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