Salute 28 Dicembre 2022 10:11

I primi mille giorni di vita

di dott.ssa Piera Ramina, Coordinatrice delle Professioni Sanitarie, Nursing Case Manager

di dott.ssa Piera Ramina, Coordinatrice delle Professioni Sanitarie, Nursing Case Manager
I primi mille giorni di vita

L’obiettivo nei primi mille giorni di vita è quello di minimizzare i maggiori fattori di rischio e a rafforzare i fattori di protezione, intervenendo nel periodo che intercorre tra il concepimento e i primi due anni di vita del bambino.

Gli interventi preventivi, protettivi o curativi realizzati con tempestività in questa primissima fase della vita, infatti, portano a risultati di salute positivi a breve, medio e lungo termine, non solo per il bambino e l’adulto che sarà, ma anche per i genitori, la collettività e le generazioni future.

È un periodo importantissimo, in cui l’ambiente esterno e non solo il patrimonio genetico ereditato dai genitori, influisce su quello che sarà lo stato di salute futuro del bambino e poi dell’adulto, lo stile di vita dei futuri genitori influisce sugli ovociti della mamma e sugli spermatozoi del papà condizionando lo sviluppo genetico del bambino. Dopo il concepimento gli stimoli esterni continuano ad influenzare il feto durante tutta la gravidanza, dopo la nascita l’ambiente intorno al bambino, le persone che lo circondano e gli stimoli psicologici sono in grado di regolare le funzioni dei geni, di svilupparne alcune o di rallentarne altre.

Si parla di “primi mille giorni” perché nel periodo di tempo che va dal concepimento fino ai due anni di età si forma e si sviluppa, sia dal punto di vista fisico che cognitivo, gran parte dell’organismo che proprio perché in via di costruzione è più modificabile ed adattabile all’ambiente, ovvero è plastico, facilmente malleabile.

Il comportamento e lo stile di vita della mamma durante la gravidanza rappresentano fattori essenziali: alimentazione (assunzione di acido folico, integratori, frutta e verdura), esercizio fisico ed assenza di stress, fumo ed alcool sono elementi che influenzano lo sviluppo del sistema nervoso e la “programmazione” della funzione fetale dei diversi organi del feto.

L’assunzione di farmaci deve essere consapevole, una donna in età fertile deve evitare il “fai da te” deve chiedere il parere del proprio Medico prima di assumere un nuovo medicinale, in gravidanza poi eventuali nuovi sintomi devono essere prontamente segnalati, i controlli devono essere programmati ed è importante curare l’insorgenza di eventuali patologie, continuando l’utilizzo delle terapie salvavita in caso di malattie croniche.

Il futuro papà, già a partire da 180 giorni antecedenti al concepimento, deve fare attenzione alle proprie abitudini: fumo, abuso di alcool o sostanze, esposizione professionale a sostanze tossiche possono influire negativamente sul nascituro ed il suo stato di salute. Anche se nessuno di questi elementi è in grado di modificare i geni, tutti sono in grado di alterare il loro funzionamento.

Altrettanto importante è lo stile di vita del bambino nei primi due anni di vita, l’allattamento al seno è determinante così come l’alimentazione dal momento dello svezzamento, il movimento fisico, gli stimoli sensoriali, il rapporto tra i genitori può diventare fondamentale in quanto lo sviluppo risente molto di un clima familiare favorevole.

Gli interventi di protezione, prevenzione e cura realizzati con tempestività in questa prima fase della vita portano a risultati di salute positivi. Sono pertanto comportamenti da mettere in atto:

  • il controllo e la prevenzione di potenziali fattori di rischio per malformazioni congenite
  • lo stile di vita e adeguata alimentazione per la mamma ed il bambino
  • l’allattamento al seno
  • un parto assistito in sicurezza
  • gli screening neonatali per la diagnosi precoce di patologie
  • le vaccinazioni
  • la lettura fin dai primi mesi di vita
  • la stimolazione neurosensoriale

Al contrario, l’esposizione a fattori e comportamenti negativi possono causare conseguenze anche in età adulta. Alcuni difetti del metabolismo e l’obesità in età adulta, ad esempio, possono essere influenzati da:

  • un’errata alimentazione in gravidanza, con insorgenza di patologie materne
  • il mancato allattamento al seno o l’esposizione a sostanze tossiche o inquinanti ambientali

Inoltre lo sviluppo delle competenze cognitive e socio relazionali del bambino dipende dalla qualità della relazione con i genitori e gli adulti nell’ambiente che lo circonda.

L’impegno delle Istituzioni per promuovere l’importanza dei primi mille giorni di vita rappresenta quindi una priorità di salute pubblica, in considerazione degli esiti a lungo termine.

È stato predisposto dal Ministero della Salute un documento tecnico con l’obiettivo di mettere a fuoco azioni preventive ed efficaci che possono essere adottate dai genitori e dai caregivers, nonché utili a ridurre fattori di rischio e a rafforzare i fattori di protezione, con l’aiuto di professionisti specifici dell’ambito materno infantile: Genetisti, Ginecologi, Ostetriche, Neuropsichiatri Infantili, Psicopedagogisti, Pediatri, Neonatologi ed Infermieri, figura sempre più presente con una formazione specifica in ambito neonatologico e pediatrico ed inserita nelle strutture di riferimento sia ospedaliere che territoriali.

“Fino a qualche decennio fa pensavamo che le caratteristiche fisiche, biologiche ed I comportamenti di tutti noi prendessero esclusivamente origine dai geni ereditati dai genitori. Oggi è chiaro che lo stile di vita e l’ambiente che ci circonda già dalle settimane che precedono il concepimento fino al secondo anno di vita, aiutano lo stato di salute del nascituro, del bambino e dell’adulto che sarà”. Prof. Alberto Giovanni Ugazio, Ospedale Bambino Gesù.

 

 

Dott.ssa Piera Ramina

Coordinatrice delle Professioni Sanitarie

Nursing Case Manager

U.O.C. Pediatria Patologia Neonatale Nido

Presidio Ospedaliero di Cittadella

AULSS 6 Euganea

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