Lavoro e Professioni 20 Gennaio 2023 10:34

«Portiamo salute e assistenza agli ultimi. È questa la priorità per la Croce Rossa Italiana»

«Dopo l’emergenza sanitaria la pandemia ha portato quella sociale». Rosario Valastro, nuovo presidente nazionale Cri riparte dalle vulnerabilità e dalle sfide su ambiente, salute, formazione e comunicazione per mobilitare struttura e volontari in questa nuova stagione

«Portiamo salute e assistenza agli ultimi. È questa la priorità per la Croce Rossa Italiana»

«Proprio l’altro giorno a Roma sono morte due persone senza dimora. Sono morte di freddo, all’abbassamento delle temperature non hanno resistito. È inaccettabile e non è la prima volta che accade nel nostro Paese. Ecco, questo è un esempio delle priorità che secondo la Croce Rossa Italiana vanno affrontate. Sono le ‘vulnerabilità nascoste’: è ciò che non si vede, le solitudini e i bisogni dei più fragili. Da quella dei più anziani, che mi permetto di dire ‘grida vendetta’, alla solitudine nel mondo giovanile, sono queste vulnerabilità al centro delle nostre azioni soprattutto nelle nostre città».

È solo da dieci giorni Presidente Nazionale, ma Rosario Valastro ha ben presenti le priorità e le sfide difficili che attendono la Croce Rossa Italiana. Lui, nato a Catania nel 1974 e con una formazione giuridica alle spalle, è da 30 che si impegna ogni giorno fianco a fianco con le donne e gli uomini dell’enorme comunità della Cri. Riparte dagli ultimi, dal sociale e dalle sfide su ambiente, salute, formazione e comunicazione per mobilitare struttura e volontari in questa nuova stagione.

Quali insegnamenti ci sta dando la pandemia di Covid-19?

«L’insegnamento principale è che nessuno può farcela da solo. La pandemia si affronta con il concorso di tutti. Le crisi si affrontano con il concorso di tutti. E quando dico tutti intendo dalle istituzioni europee fino ad arrivare ai cittadini. In questo quadro la Croce Rossa ha dato il suo contributo e continuerà a darlo, mettendo a disposizione di tutti la passione e i valori dei suoi volontari. Anche perché, dopo l’emergenza sanitaria è arrivata quella sociale. Dopo la pandemia sono stati aperti sul territorio altri 100 Sportelli Sociali per ampliare l’ascolto e contrastare la crescente povertà. È un dato che ci dice moltissimo. Noi saremo sempre lì, al fianco di chi ha più bisogno».

La consapevolezza dell’importanza della sanità pubblica, del servizio sanitario nazionale e della Croce Rossa, è emersa con forza in questi anni. Pensa che si possa fare di più per rafforzare queste istituzioni? Le risorse messe in campo sono sufficienti?

«Il ruolo della sanità pubblica per la Croce Rossa Italiana è centrale. Supportiamo il Ministero della Salute attraverso apposite convenzioni al fine di tutelare la salute pubblica. I nostri volontari sono sempre operativi per offrire servizi di ambulanza in emergenza, trasporti sanitari ed assistenze per grandi e piccoli eventi. La Cri promuove, inoltre, altre attività volte alla diffusione della prevenzione e della tutela della salute. In questi anni sono emerse alcune fragilità nei sistemi sanitari delle diverse Regioni. Occorre rafforzare soprattutto la rete sul territorio proprio per andare incontro a quelle solitudini e vulnerabilità nascoste di cui parlavamo. Ci sono realtà in cui la Croce Rossa partecipa ad accordi con i Comuni per portare i farmaci a casa degli anziani. Con spirito di servizio e di assistenza, come è nella sua missione».

Tra le tante cose di cui si è occupato nel suo percorso in Croce Rossa c’è la creazione della Scuola Nazionale di Formazione per i Giovani. Quanto è importante la formazione?

«La formazione è un aspetto fondamentale, e non è solo formazione tecnica, ma anche formazione alla leadership ed alla capacità di lavorare in gruppo. E oggi va aggiornata sempre più spesso, perché i salti tecnologici avvengono ad una velocità maggiore di prima. Ma non solo. Per noi le crisi da affrontare cambiano anche a causa della crisi climatica che porta con sé i fenomeni di violenza atmosferica che vediamo sempre più spesso abbattersi sulle popolazioni. Formazione vuol dire essere sempre pronti a rispondere alle nuove esigenze che le sfide portano a dover affrontare. Rinunciare alla formazione vuol dire rinunciare a un pezzo di futuro».

La comunicazione del rischio, il contrasto alla disinformazione e la gestione dell’infodemia sono state una delle grandi sfide di questa pandemia. Abbiamo formazione e strumenti adeguati a queste sfide? Come possiamo rafforzarci?

«L’umanità avrà probabilmente a che fare anche in futuro, e non in uno troppo lontano purtroppo, con le pandemie e le emergenze sanitarie. La comunicazione di crisi e quella del rischio assumeranno sempre più rilevanza. La Croce Rossa è ben radicata sui suoi principi, è orgogliosa della sua storia, ma deve avere lo sguardo rivolto al futuro anche verso metodologie comunicative innovative. Solo stando al passo con i tempi possiamo dare un servizio efficiente alla collettività nello spirito dei valori che animano i volontari della Croce Rossa da oltre 150 anni».

 

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