Secondo le nuove linee guida NHS il farmaco assunto da 15 milioni di inglesi consentirebbe di abbassare anche i costi della sanità pubblica nei prossimi dieci anni. Lo Giudice (Cardiologo Hammersmith Hospital Londra) «Nessun effetto collaterale, ma fondamentale prima di tutto uno stile di vita corretto
È partita nel Regno Unito la campagna per la prevenzione di infarti e ictus con Statine. Secondo le nuove linee guida NHS (sistema sanitario nazionale del Regno Unito: Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord), infatti, un utilizzo costante del farmaco – conosciuto sul mercato da trent’anni – sarebbe in grado, in soggetti a rischio, di abbassare la probabilità di essere colpiti da un evento cardiovascolare (ictus o infarto) e di ridurre l’ipertensione.
Fin qui nulla di nuovo, sembrerebbe, in realtà la discriminante sta nell’utilizzo preventivo del farmaco anche in soggetti considerati a rischio moderato. Secondo quanto riportato dal Times, infatti, oggi in Uk ci sono otto milioni di persone che si affidano ai farmaci per abbassare il colesterolo, numeri che secondo NICE (The National Institute for Health and Care Excellence) dovrebbero invece aumentare fino ad interessare 15 milioni di persone.
Secondo le statistiche di NICE, nel prossimo decennio infatti ci sarà un incremento del 10% di ictus e infarti. Per ogni 1000 persone con un rischio basso (del 5%) di infarto e ictus le Statine sarebbero in grado di prevenire 20 casi, mentre la cifra raddoppierebbe a 40 con un rischio moderato del 10% fino a diventare 70 tra i soggetti con un rischio del 20%. Questo avrebbe due effetti: migliorare la qualità di vita e abbassare i costi della sanità pubblica. Infatti, a fronte di una spesa per il sistema sanitario nazionale del Regno Unito associato alle malattie cardiovascolari di 7,4 miliardi di sterline l’anno, dispensare 70 milioni di Statine comporterebbe un impegno economico di 100 milioni di sterline in dodici mesi.
Per conoscere il livello di rischio viene suggerito sulle pagine del Times agli inglesi di affidarsi ad un algoritmo; infatti, la app QRISK 3 è in grado, inserendo alcune informazioni come età, sesso, altezza, peso e pressione sanguigna, di calcolare la probabilità di avere un ictus o un infarto entro dieci anni. Se il rischio è superiore al 10% NICE ritiene obbligato l’utilizzo; al di sotto di quella percentuale ne consiglia l’uso, ma spetta comunque ai pazienti la decisione. «Se fino ad oggi le indicazioni erano di dare Statine solo a chi avesse avuto un infarto o un ictus, ora alcuni studi suggeriscono a soggetti anche non particolarmente a rischio di assumerle per vivere meglio – spiega Francesco Lo Giudice, cardiologo italiano presso l’Hammersmith Hospital di Londra – . A sostegno di questa tesi c’è un altro studio che ha messo a confronto Statine e placebo per valutare il grado di tollerabilità ed è emerso che gli effetti collaterali, come dolori muscolari di bassa entità, sono uguali sia nell’utilizzo del farmaco che del placebo».
Logiudice nel valutare l’impatto delle Statine sui soggetti a rischio medio basso, ovvero con colesterolo totale intorno a 200 e LDL a 120, sottolinea come «Statine a basso dosaggio siano preferibili, secondo un recente studio inglese, anche agli integratori a base di riso rosso fermentato o aglio per ridurre il colesterolo nei soggetti a rischio moderato».
«I benefici della Statina sono risultati evidenti anche durante il Covid – tiene a precisare – infatti uno studio realizzato su circa un milione di svedesi ha messo in luce come i soggetti che durante la pandemia prendevano il farmaco hanno avuto sintomi meno gravi rispetto a chi non ne faceva uso. È bene comunque ricordare che la scelta di assumere Statina spetta al paziente e che per una migliore aderenza terapeutica è opportuno uno stile di vita corretto: alimentazione sana, niente fumo e alcol e moderata attività fisica».
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