Mentre negli Stati Uniti viene sospeso l’uso del mix di anticorpi monoclonali anti-Covid Evusheld (tixagevimab-cilgavimab) in quanto «non attivo sulle nuove varianti», in Italia invece cresce di quasi il 25% il suo ricorso come profilassi
Mentre negli Stati Uniti viene sospeso l’uso del mix di anticorpi monoclonali anti-Covid Evusheld (tixagevimab-cilgavimab) in quanto «non attivo sulle nuove varianti», in Italia cresce invece il suo ricorso come profilassi. La Food and droug administration (Fda), l’agenzia americana del farmaco, spiega di aver rivisto l’autorizzazione all’uso di emergenza Eua del prodotto, decidendo di «limitarne l’uso a quando la frequenza combinata di varianti non sensibili» al mix «è inferiore o uguale al 90%». I dati, secondo quanto riferito dall’agenzia americana, indicano come «improbabile» che Evusheld sia attivo contro alcune varianti di Sars-CoV-2 che si prevede siano responsabili di oltre il 90% delle attuali infezioni Covid registrate negli Usa.
Il provvedimento della Fda «impedisce di esporre i pazienti a possibili effetti collaterali di Evusheld come reazioni allergiche, che possono essere potenzialmente gravi, in un momento in cui meno del 10% delle varianti circolanti negli Stati Uniti sono suscettibili al farmaco», sottolinea l’ente regolatorio Usa. Dati di laboratorio indicano che «Evusheld non neutralizza le sottovarianti di Omicron BQ.1, BQ.1.1, BF.7, BF.11, BA.5.2.6, BA.4.6, BA.2.75.2, XBB e XBB .1.5», conferma in una nota AstraZenca, azienda produttrice del medicinale che quindi non risulterebbe efficace contro i nuovi sottolignaggi di Sars-CoV-2 fra cui quelli ribattezzati Kraken, Cerberus e Centaurus. «La Fda ha notificato ad AstraZeneca – informa inoltre il gruppo farmaceutico – che l’agenzia prenderà una decisione sul ripristino dell’autorizzazione di Evusheld se la prevalenza nazionale delle varianti resistenti scendesse al 90% o meno».
Contrariamente agli Stati Uniti, in Italia e in generale nell’Unione Europea il farmaco è ancora autorizzato. Anzi, se in Italia continua a diminuire l’utilizzo degli anticorpi monoclonali anti-Covid come terapia, alla luce della perdita di efficacia sulle nuove varianti di Sars-CoV-2, le prescrizioni di Evusheld aumentano in profilassi. Dall’ultimo report dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sull’impiego di anticorpi monoclonali anti-Covid, , emerge che in 7 giorni (19-25 gennaio) le richieste di farmaco diminuiscono di oltre il 44% per sotrovimab (Xevudy) e di più del 28% per Evusheld come trattamento precoce, ma crescono di oltre un quarto (+24,4%) per lo stesso mix somministrato in profilassi.
Complessivamente, salgono a 91.874 gli italiani che hanno ricevuto anticorpi monoclonali contro Covid-19 dal 10 marzo 2021 – quando questi farmaci sono stati autorizzati in via emergenziale nel nostro Paese – al 25 gennaio, indica il rapporto Aifa sul monitoraggio delle prescrizioni che avvengono in 297 strutture di tutto il territorio. Rispetto all’ultima rilevazione, di 2 settimane fa, i pazienti che hanno ricevuto questi medicinali sono praticamente stabili (+0,9%). Sul totale di 91.874, sono 77.837 (+0,5%) quelli che hanno ricevuto monoclonali usati in terapia, e 14.037 (+3,3%) quelli trattati in profilassi con Evusheld. In numeri assoluti, Lazio, Veneto e Campania sono in testa per maggiore utilizzo di monoclonali in terapia, mentre Lombardia, Piemonte e Lazio guidano le prescrizioni di Evusheld in profilassi.
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