Decine di associazioni e centinaia di cittadini che si occupano di persone con autismo hanno scritto all’Istituto superiore di sanità esprimendo i propri timori sulle possibili conseguenze dell’aggiornamento delle Linee guida n. 21 sull’autismo in età evolutiva, proposto lo scorso di novembre dall’istituto
Decine di associazioni e centinaia di cittadini che si occupano di persone con autismo hanno scritto all’Istituto superiore di sanità esprimendo i propri timori sulle possibili conseguenze dell’aggiornamento delle Linee guida n.21 sull’autismo in età evolutiva, proposto lo scorso di novembre dall’istituto. Nell’appello, promosso dall’Associazione Cimadori e da FIDA, si sottolinea il rischio di tagliare «il diritto alla cura di migliaia di bambini autistici». Nella nuova proposta di aggiornamento si «esonera di fatto le aziende sanitarie locali dall’obbligo del ‘trattamento intensivo precoce‘, una decisione che rischia di ridurre gravemente gli interventi riabilitativi per decine di migliaia di bambini con Asd (disturbi dello spettro autistico, ndr)», spiegano le associazioni.
Secondo l’Istat, evidenziano le associazioni in una nota, nelle scuole dalla prima elementare alla terza media sono 43mila i bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico, almeno un terzo dei quali gravi. «Una ricerca dell’Iss stima che nel 2018 un bambino di 7-9 anni su 74 era compreso nell’Asd, fenomeno in fortissima crescita», scrivono le associazioni. Nella lettera-appello indirizzata all’Iss le associazioni e due sindacati della funzione pubblica avvertono sul rischio che possano esserci conseguenze sui trattamenti riabilitativi rivolti ai pazienti.
«Molti di loro oggi – scrivono le associazioni – possono ottenere 25 ore di intervento alla settimana, in considerazione della complessità della loro condizione e del forte bisogno di supporto. Ma la direzione e qualificazione del personale e la formazione dei genitori è compito delle Asl e, per ottenerle, occorre spesso rivolgersi al magistrato. La proposta di aggiornamento della nuova linea guida pone tutti gli interventi sullo stesso piano e consente alle Asl di scegliere quelle con minor costo, indipendentemente dalla loro maggiore o minore efficacia», sostengono le organizzazioni firmatarie della lettera. Da qui la richiesta di «fermare un provvedimento che priverebbe migliaia di bambini degli interventi che la comunità scientifica internazionale ritiene più efficaci e che garantirebbero maggiore qualità di vita ad intere famiglie nel corso degli anni ed anche un risparmio futuro, in termini di assistenza, alle casse dello Stato».
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