Dopo la mozione unitaria alla Camera, si crea un Intergruppo parlamentare anche al Senato, in tutto 100 parlamentari coinvolti. Annamaria Mancuso, coordinatrice di un gruppo di 45 associazioni, spiega: «Dobbiamo partire dall’equità nelle cure. Fondamentale misurare le performance delle regioni in ambito oncologico»
La lotta al cancro torna al centro dell’agenda politica nazionale. E non è un caso che proprio a ridosso della Giornata internazionale contro il cancro, che si celebra ogni 4 febbraio, alla Camera sia stata approvata una mozione unitaria in 28 punti sottoscritta da tutti i capigruppo, ispirata in buona parte dalle richieste delle associazioni dei pazienti che rivendicano un ruolo nei tavoli decisionali sulla materia.
Tra coloro che si sono spesi per la mozione c’è l’onorevole Vanessa Cattoi (Lega), coordinatrice dell’Intergruppo Camera “Insieme per un impegno contro il cancro” che ha lavorato fino all’ultimo per la mozione, accogliendo le istanze di tutte le forze politiche.
«Il ministro Schillaci – spiega Cattoi a Sanità Informazione – ha preso un impegno preciso e già nell’esame del Decreto Milleproroghe abbiamo inserito degli emendamenti per la copertura del fondo per l’attuazione del Piano oncologico nazionale».
All’Intergruppo Camera si è aggiunto, appena costituito, l’Intergruppo Senato per un totale di oltre centro parlamentari impegnati nella lotta al cancro. Tra loro anche l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Pd), Massimo Garavaglia, Presidente della commissione Bilancio del Senato, Andrea Quartini, medico e deputato M5S, Rita Dalla Chiesa di Forza Italia, Guido Liris, medico e capogruppo in Commissione Bilancio del Senato di Fratelli d’Italia, la responsabile Salute del Pd Sandra Zampa.
«Per noi è l’inizio di un percorso – spiega Annamaria Mancuso, Coordinatrice del gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” che raccoglie 45 associazioni di pazienti oncologici e onco-ematologici -. Siamo molto contenti perché per la prima volta tutti i parlamentari hanno sottoscritto la mozione e il ministro della Salute Orazio Schillaci ha già annunciato che si prenderà carico di tutti i 28 punti. È un lavoro collegiale tra politica, associazioni dei pazienti e mondo scientifico».
«Essenziale misurare le performance delle regioni»
«Tutti i punti della mozione sono importanti. Dobbiamo partire dall’equità della cure in tutte le regioni, dall’uniformità delle reti oncologiche, dall’accesso ai farmaci innovativi in modo equo in tutte le regioni, dall’accesso ai test genomici in tutte le regioni. Del piano oncologico, è fondamentale la creazione di indicatori con cui misurare le performance delle regioni, su questo bisogna lavorare» spiega Annamaria Mancuso che invita a riflettere sulla comunicazione: «Per due anni abbiamo avuto il bollettino dei decessi per Covid, ma se avessero diffuso quello dei morti per cancro sarebbe stato anche più traumatico perché il numero è superiore».
Per la deputata Cattoi la priorità è risolvere il problema delle liste di attesa, un problema che passa anche dalla carenza di personale sanitario: «Anche a causa dei tagli del passato, voluti dall’Europa, ci ritroviamo a non avere il personale che permetterebbe di smaltire le liste di attesa. Sarà una priorità in questa legislatura, così come lavoreremo per inserire nei tavoli decisionali le associazioni dei pazienti, un impegno già preso con l’approvazione di uno specifico Ordine del giorno alla manovra 2023 a mia prima firma».
Un cronoprogramma per il Piano oncologico
L’autonomia differenziata, che preoccupa il mondo della sanità, per Cattoi è invece un’occasione da non perdere: «Ad oggi non è stata ancor attuata e c’è già un divario tra regioni. L’autonomia può solo migliorare questa situazione, porterà a un livello di responsabilità sui territori che innescherà dei processi virtuosi di efficienza che andranno a beneficio dei pazienti stessi. Dobbiamo lavorare sulla responsabilizzazione territoriale, con i Lep si lavorerà anche sulle prestazioni».
Tra le richieste delle associazioni quella di realizzare un cronoprogramma per l’attuazione del nuovo Piano Oncologico Nazionale e la sua concordanza con il Piano Oncologico Europeo, di potenziare e migliorare l’accesso agli screening oncologici per la diagnosi precoce dei tumori, potenziare l’assistenza domiciliare e migliorare l’accesso ai test genetici e genomici. I dati relativi al 2022, con 14mila diagnosi di tumore in più rispetto al 2020, indicano che non c’è tempo da perdere.
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