«Ci rendiamo disponibili a diventare parte attiva di questo processo così come fatto in passato, perché chimica e fisica possano essere inserite nell’ambito dell’ordinamento», spiega la presidente della FNCF Nausicaa Orlandi
Un discorso accorato, chiaro e diretto, quello tenuto da Nausicaa Orlandi nel corso della conferenza stampa di FdI alla Camera, sulla proposta di legge che intende istituire la settimana delle discipline Stem. Un appuntamento annuale specificamente dedicato all’ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, infatti, non poteva che essere accolto con estremo favore dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, professioni trasversali e che, a livello nazionale, occupano molteplici settori, dal pubblico al privato, passando dall’imprenditoria. Nelle parole della Presidente, entusiasmo e fiducia in un percorso che possa accompagnare le nuove generazioni, sin dalla più tenera età e attraverso molteplici modalità di apprendimento, verso la reale e appassionata conoscenza di quelli che possono essere a buon diritto considerati i fondamenti delle leggi della natura.
«Ho letto con attenzione la proposta di legge e ascoltato con altrettanta attenzione quanto detto negli interventi susseguitisi nel corso di questa conferenza – questo l’incipit della sua dichiarazione -. Ho sentito, da un lato con tristezza e dall’altro con entusiasmo, che nel tempo si conferma la difficoltà di trovare persone da inserire nel mondo delle imprese, proprio perché la chimica e la fisica, parlo ovviamente per le materie che mi riguardano, sono i fondamenti delle leggi della natura».
Gli stessi fondamenti che hanno permesso tutte quelle innovazioni tecnologiche al giorno d’oggi imprescindibili, da quella di Natta – parlando dunque di polimeri – ad altre meno note, ma ugualmente citate dalla Presidente FNCF, come l’invenzione del microchip ad opera del fisico Faggin.
Duplici le parole chiave su cui incentrare una visione lungimirante per la società, «invenzioni e innovazioni, perché ricordiamo che nel mondo del lavoro serve sì l’innovazione ma anche l’invenzione, che ci permette di superare quel gap contro gli altri Paesi per poter essere vincenti ed esportare dei prodotti nuovi. Ovviamente questo significa, come è stato detto in questa sede, fare un percorso dalla prima elementare. Condivido questa visione. Io ho una bambina di 5 anni e non le faccio mancare quotidianamente, come non sono stati fatti mancare a me, la passione e l’amore per le materie scientifiche e tecnologiche – ha proseguito la Orlandi -. tramite dei giochi, a livello esperienziale, perché è dalla realtà che si traducono le leggi. Ci sono anche metodi diversi per apprendere, ad esempio dall’esperimento comprendo perché qualcosa è accaduto. Ecco perché trovo davvero importante il progetto di dedicare una settimana intera a incentivare, promuovere e cercare di coinvolgere maggiormente, a vari livelli, tutte le scuole. Noi come Federazione dei chimici e dei fisici – ma ancor prima, come Consiglio nazionale dei chimici – abbiamo portato avanti proprio questo credo».
Sviluppando delle attività semplici, andando presso le scuole a portare la testimonianza del chimico sul lavoro, ma anche promuovendo iniziative che sono arrivate fino a Expo nel 2015, come il gioco “missione chimica”, che permetteva ai ragazzi di comprendere, giocare e nello stesso tempo informarsi su quelli che erano i sistemi per nutrire il pianeta. Più recente in termini di tempo, un altro progetto portato avanti dalla Federazione – grazie al quale dieci istituti tecnici hanno ricevuto degli impianti pilota realizzati dalla stessa FNCF – è stato Greenlab, che ha permesso di sperimentare la produzione della birra, la produzione di biogas a partire da substrati di natura organica, e di scoprire l’essenza dell’acquaponica, un nuovo modo di crescita delle piante da matrici liquide che derivano da sostanze organiche provenienti dalla piscicoltura.
«Quindi, dal nostro punto di vista abbiamo cercato di dare un contributo e siamo molto favorevoli a questa proposta, ci rendiamo disponibili a diventare parte attiva di questo processo così come fatto in passato, perché chimica e fisica possano essere inserite nell’ambito dell’ordinamento. La vera missione del docente è appassionare il discente perché quest’ultimo, come diceva Plutarco secoli e secoli fa, non è altro che una fiaccola da accendere e non un otre da riempire. Se noi siamo in grado di accendere queste fiaccole, probabilmente queste faranno un percorso e non si distinguerà più tra maschi e femmine, dando uno sviluppo concreto nel nostro Paese puntando al futuro – spiega ancora Nausicaa Orlandi -. Vi lascio un ultimo dato, visto che mi è stato chiesto anche un focus sul gender gap: nel 2021, secondo i dati di Alma Laurea, su 300mila laureati, l’1% apparteneva all’ambito delle scienze chimiche e fisica, quindi circa 2900 studenti. La chimica ha quasi colmato questo gap, perché viaggiamo attorno al 50%. La fisica, invece, deve ancora lavorarci su, perché la quota maschile è del 72%, quella femminile si attesta sul 28%. Come professionisti – conclude la Presidente – non potremmo che credere nel valore della persona, a prescindere dal genere a cui appartiene».