Stanziato un fondo di 400 mila euro per sostegno economico e aiuto psicologico durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino.
Quattrocentomila euro per aiutare le mamme in difficoltà a portare a termine la gravidanza e a gestire il nascituro nei primi cento giorni. Si chiama Vita Nascente ed è il progetto a sostegno delle associazioni realizzato da Regione Piemonte. «Rilanciare la natalità in un momento di crisi demografica è il nostro obiettivo – fanno sapere dall’assessorato alle politiche sociali del Piemonte –. Per questo abbiamo messo in campo una duplice azione: di sostegno economico per gestanti che vivono in condizioni di povertà, e di aiuto psicologico per supportare le neomamme nella cura dei bambini nei loro primi mesi di vita».
La sfida è far conoscere il progetto Vita Nascente a chiunque ne abbia bisogno per il superamento delle cause socioeconomiche: “Oggi in Piemonte, domani in tutta l’Italia”. Questo il mantra che ripetono negli uffici di piazza Castello 165 mentre snocciolano numeri che rappresentano la linfa di una iniziativa che coinvolge prima di tutto le Asl e poi le associazioni di tutela materno infantile accreditate (CAV) che hanno aderito al bando.
Senza dimenticare il Comune che ha preso parte nonostante una iniziale ritrosia all’iniziativa. «Siamo felici che alla fine anche i servizi sociali del Comune di Torino abbiano aderito a Vita Nascente – il commento dell’assessore alle politiche sociali Maurizio Marrone –. Con un fondo di 15 mila euro finanzieranno le azioni a supporto alla riservatezza della gravidanza e al parto in anonimato per gestanti in condizioni di forte fragilità. Segno che è prevalso il diritto alla vita».
Il progetto messo a punto dai servizi sociali del Comune di Torino si chiama “Parto in anonimato, un diritto delle donne” e garantisce la presa in carico della gestante in difficoltà con un sostegno economico o una collocazione residenziale della donna a seconda del bisogno e dell’età anagrafica, se maggiorenne o minorenne. Il budget è di 15 mila euro ed è destinato a progetti individuali per un minimo di quattro della durata di sei mesi (quattro preparto e due post-parto). Qualora la madre decidesse di non riconoscere il nascituro, sarà la Città di Torino a farsi carico del neonato fino a definitiva adozione. Il progetto prevede anche una campagna di sensibilizzazione e informazione sul diritto di ogni donna ad essere inserita nei percorsi di tutela durante la gravidanza fino al parto.
Un ruolo determinante per la riuscita del progetto spetta alle ASL dislocate nella Regione, ciascuna delle quali ha a capo progetti di tutela materno infantile. In totale i progetti sono 15 del valore di 26.666,67 euro l’uno. Oltre alle Asl di Torino, sono stati assegnati fondi alle Asl di Cuneo, Verbano Cusio Ossola, Alessandria, Asti e Biella. I progetti presentati dagli Enti gestori sono stati invece 4, dal valore di 15 mila euro assegnati a ciascun progetto. I fondi saranno poi destinati ai CAV (Centro di aiuto alla vita) accreditati che si occuperanno della realizzazione dei progetti. Le realtà destinatarie di contributo sono il CAV di Ivrea, Pinerolo, Moncalieri, Rivoli, Savigliano, Torino, Cuneo, Asti, Biella, Mirafiori Nord, Verbania, Chivasso e ancora Centro promozione vita, Crescere Insieme e European Research Institute.
Conclusa l’assegnazione dei progetti, oggi il fondo Vita Nascente è attivo. «Le donne in difficoltà, perciò, possono rivolgersi agli uffici preposti delle ASL o direttamente ai CAV – fanno sapere in Regione -. I progetti hanno una durata annuale e prevedono una copertura di circa 4000 euro per ciascuna fragilità; perciò, potenzialmente potranno essere seguite un centinaio di donne».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato