Fakenews, bufale sulla salute e amiche “streghe” che sbagliano: la colpa non è solo di Internet… Ne parla la giornalista, medico e conduttrice televisiva, Silvia Bencivelli, nel suo nuovo romanzo ‘Le mie amiche streghe’
Streghe moderne, quelle che descrive Silvia Bencivelli nel suo libro. La giornalista, saggista e conduttrice televisiva ha presentato il suo nuovo libro ‘Le mie amiche streghe’ alla Feltrinelli di Galleria Colonna a Roma. Un libro su superstizioni, scaramanzie, stregonerie, rimedi ‘poco accademici’ per curare malanni e acciacchi: in sintesi, come ci tiene a precisare l’autrice, il frutto delle paure umane. Perché è questa la ragione, spiega la scrittrice, per cui molte persone si avvicinano a quella scienza che scienza non è, non essendo avvalorata da risultati autentici né tanto meno da riscontri scientifici. «L’elemento con cui ho voluto giocare nel mio libro – racconta Silvia Bencivelli ai microfoni di Sanità Informazione – è questa dicotomia tra la parola strega, usata come massimo dell’insulto (che vuol dire essere irrazionale) e amicizia, che in realtà lega i personaggi tra di loro. Proprio nel titolo ho voluto mettere accanto queste due parole per darne il massimo risalto».
‘Le mie amiche streghe’ si snoda in una serie di dialoghi tra donne, amiche, alcune delle quali medici e, nonostante il camice bianco, vicine a terapie alternative come ‘pozioni’, ‘rimedi casalinghi’ e addirittura ‘l’oroscopo’ per curare malesseri di vario tipo. Alice, la protagonista che, su ammissione dell’autrice, è per alcuni versi personaggio autobiografico, cerca di riportare alla realtà le persone che la circondano che pian piano, ai suoi occhi, da ‘amiche’ si trasformano in ‘streghe’. Questi dialoghi serrati fatti di convinzioni, confutazioni, ammonimenti, rimproveri, creano una spirale nella quale è la stessa protagonista a rimanere imbrigliata, tanto da cominciare a dubitare di se stessa e delle sue stesse certezze. Ecco il fil rouge del libro: «Se il pensiero scientifico può fallire, quello umano ha molta più probabilità di farlo», spiega l’autrice.
«In questo momento c’è un muro contro muro in Italia che secondo me non fa bene nemmeno a quelli che dicono di difendere la scienza, perché, nel difenderla vorrebbero difendere la collettività, ma questa collettività è formata da uomini che possono avere delle fragilità, dei dubbi. Ritengo che non sia giusto denigrare qualcuno per le proprie superstizioni, al limite gli si può dare della ‘strega’. Vorrei che nella nostra società – prosegue la scrittrice – si assumesse consapevolezza che lo scontro non fa bene a nessuno, tanto meno fa bene ai bambini che oggi sono quelli più contesi in questa battaglia intorno alla ‘pseudoscienza’».
A proposito di bambini, l’argomento su cui si dibatte insistentemente riguarda la questione vaccini. Obbligo o non obbligo? Questo il problema, e questo problema sembra essere attualmente uno dei campi di battaglia più feroce che vede mondo scientifico e opinione pubblica su opposti schieramenti. «In Italia c’era l’obbligo vaccini fino agli anni ‘90 – spiega Silvia Bencivelli – poi pian piano si è passati al regime facoltativo, pensando che noi italiani l’avremmo preferito. Non ha funzionato e mi rendo conto che oggi c’è un’emergenza da fronteggiare. Tutti i bambini che frequentano le scuole devono avere non soltanto garantito il diritto all’istruzione ma anche il diritto alla salute».
«Può succedere che a sbagliare talvolta siano anche i medici – sottolinea la scrittrice –. Uno dei problemi principali per il medico è l’incapacità di comunicare con il paziente. I medici hanno una pessima formazione in comunicazione, diciamo che la prendono ‘sottogamba’. Per comunicare esistono strumenti appositi, sono cose che si studiano e si imparano esattamente come la medicina».
Per approfondire:
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