Grazie alle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la Toscana avrà a disposizione circa 5 milioni e 623 mila euro per l’acquisto di strumentazioni e macchinari al servizio del sistema di prevenzione della salute dai rischi ambientali e climatici. L’obiettivo è quindi quello di prevenire, controllare e curare le […]
Grazie alle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la Toscana avrà a disposizione circa 5 milioni e 623 mila euro per l’acquisto di strumentazioni e macchinari al servizio del sistema di prevenzione della salute dai rischi ambientali e climatici. L’obiettivo è quindi quello di prevenire, controllare e curare le malattie acute e croniche associabili a cause ambientali o climatiche: un gioco di squadra tra dipartimenti di prevenzione, Regioni e Province autonome, istituti zooprofilattici sperimentali, Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute.
Le risorse assegnate alla Toscana arriveranno dopo la firma di un accordo tra Iss, soggetto attuatore, e Regione, soggetto realizzatore. La cornice è quella del rafforzamento delle strutture e dei servizi che costituiscono il Sistema salute, ambiente e clima, a livello anche regionale e locale. «Si tratta di un altro investimento in innovazione, per avere a disposizione più apparecchiature e più moderne, in sostituzione a volte di macchinari divenuti obsoleti» commenta l’assessore toscano al diritto alla salute, Simone Bezzini. Gli acquisti, a beneficio delle Asl, compongono un lungo elenco di macchinari per le indagini e le analisi.
Nella «lista della spesa», specifica la Regione, si va dai termometri di vari tipi ai campionatori ambientali di amianto, dai misuratori di gas radon a spettrofotometri per analisi delle acque, dalle centraline microclimatiche all’attrezzatura per misurare campi elettromagnetici, dai bauletti per trasporto termoisolante a un drone fotografico. «Sono tutti strumenti utili per monitoraggi ed analisi, a supporto della prevenzione – spiega sempre la Regione – per ridurre il rischio di esposizioni dannose per la salute, per promuovere e integrare conoscenze e competenze e valutare l’impatto sanitario di fattori ambientali, legati all’attività umana o naturali, implementando buone pratiche sanitarie in materia di sostenibilità ed eco-compatibilità anche riguardo la filiera agricola e zootecnica»
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