Da ieri sera è partito il Ramadan, il periodo di digiuno e adorazione celebrato dai musulmani in tutto il mondo. Un cambiamento così radicale delle proprie abitudini, seppure per un periodo limitato, può avere un impatto sulla salute. In alcuni casi gli effetti possono essere benefici, in altri invece possono essere negativi
Da ieri sera è partito il Ramadan, il periodo di digiuno e adorazione celebrato dai musulmani. Corrisponde al nono mese del calendario islamico ed è contrassegnato da un periodo di digiuno (parziale) di 29-30 giorni, che commemora la visita del profeta islamico Maometto da parte dell’angelo Jibreel/Gabriel e la rivelazione dei fondamenti del Corano. Lo celebrano i musulmani adulti in tutto il mondo con alcune eccezioni. Un cambiamento così radicale delle proprie abitudini, seppure per un periodo limitato, può avere un impatto sulla salute. In alcuni casi gli effetti possono essere benefici, in altri invece possono essere negativi. Ma per comprendere rischi e benefici, bisogna capire bene cosa esattamente prevede il Ramadan.
Durante il Ramadan i musulmani adulti non consumano cibo o bevande dall’alba al tramonto. Possono, quindi, mangiare e bere prima dell’alba in un pasto chiamato «suhoor» e di nuovo dopo il tramonto in un pasto chiamato «iftar». Durante tutto il periodo è vietato anche fumare nelle ore diurne. L’idea spirituale alla base di questi «sacrifici» è che in questo modo i musulmani possono entrare in empatia con i meno fortunati, nonché studiare il Corano e migliorare il loro rapporto con Allah. Sempre durante il Ramadan sono scoraggiate anche attività come imprecare, mentire, litigare e il sesso, mentre viene molto incoraggiata la carità e l’altruismo.
In genere, dal Ramadan sono esentati coloro che potrebbero avere conseguenze negative sulla salute a causa del digiuno, come ad esempio gli anziani, i fragili, i malati o i pazienti in cura, le donne incinte o che allattano e quelle con le mestruazioni. Non seguono il Ramadan anche i bambini che non hanno raggiunto la pubertà, così come tutti i musulmani che viaggiano lontano da casa. Coloro che invece non possono seguire le «regole» del Ramadan per un impedimento temporaneo, come le mestruazioni o una breve malattia, vengono incoraggiate a recuperare il digiuno in un altro periodo dell’anno o a fare una donazione. Durante la pandemia di Covid, alcuni membri del personale musulmano del Servizio sanitario britannico sono stati esentati dal divieto di bere durante il Ramadan, a causa del rischio disidratazione che era più alta per l’obbligo di indossare la mascherina.
Il digiuno ha l’ovvio vantaggio di ridurre, in teoria, il numero di calorie consumate, il che potrebbe aiutare a perdere peso. Tuttavia, se una persona perde peso o meno dipende da cosa mangia durante i pasti prima dell’alba e dopo il tramonto. Se una persona opta per pasti pesanti e ipercalorici per rompere il digiuno ogni giorno, non perderà peso nonostante non mangi o beva durante il giorno. Questo è il motivo per cui si raccomanda ai musulmani di consumare un pasto normale ed equilibrato sia per il suhoor che per l’iftar. Le persone obese o in sovrappeso potrebbero trarne un grosso beneficio. Tuttavia, a meno che non apportino modifiche alle loro abitudini alimentari per il resto dell’anno, alla fine riprenderanno peso.
Il Ramadan, come il digiuno intermittente, può avere effetti anti-età
Il digiuno intermittente, che somiglia superficialmente al digiuno del Ramadan, è stato collegato effetti benefici contro l’invecchiamento. Ci sono anche piccoli studi secondo i quali il digiuno durante il Ramadan abbassa i livelli di colesterolo e rafforza il sistema immunitario, ma altre ricerche ancora non hanno riscontrato alcun effetto osservabile. Ridurre anche il ricorso al fumo potrebbe essere utile in quanto alla fine le persone possono sentirsi incoraggiate a smettere completamente.
I musulmani a rischio di potenziali complicazioni dovute al digiuno, come i malati e le donne incinte, sono esenti dal Ramadan e questo, in teoria, dovrebbe rendere questa pratica sicura. Tuttavia, ci sono persone «non esenti», che però devono assumere farmaci per via orale ogni giorno, e che devono comunque fare molta attenzione. A questo pericolo si può ovviare con specifiche modifiche al regime terapeutico. Alcuni farmaci, ad esempio, possono essere assunti vicino ai due pasti concessi. Ma è necessario che chiunque abbia dubbi consulti il proprio medico. In alcuni casi i medici possono consigliare ai loro pazienti di posticipare il digiuno fino all’inverno quando le ore diurne, e quindi il periodo di digiuno, sono più brevi in modo da ridurre l’impatto sulla salute.
A fare maggiore attenzione ai potenziali rischi devono essere i diabetici, sui quali il digiuno può avere un impatto importante relativamente ai livelli di zucchero nel sangue. I musulmani con diabete quindi devono pianificare attentamente il loro Ramadan e discuterne con il proprio medico. Più in generale, il digiuno può causare alcuni problemi di salute minori. Può verificarsi una lieve disidratazione dal non bere, che può causare mal di testa, stanchezza e difficoltà di concentrazione. Lo stesso vale per le persone che normalmente consumano bevande contenenti caffeina come tè e caffè durante il giorno, anche se di solito l’impatto si attenua durante il Ramadan man mano che il loro corpo si abitua all’astinenza.
Infine, i cambiamenti nelle abitudini alimentari e la mancanza di liquidi durante il giorno possono causare stitichezza in alcune persone. Per questo ai musulmani vengono raccomandati molti cibi ricchi di fibre, come cereali integrali, crusca, frutta e verdura, fagioli, lenticchie, frutta secca e noci insieme a molti liquidi durante i pasti prima dell’alba e dopo il tramonto. Inoltre, si consiglia un’attività fisica leggera, come una passeggiata dopo l’iftar.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato