A quali segnali dare importanza e come muoversi? Alcuni consigli dello specialista
Il timore che qualcosa non vada nel linguaggio verbale del proprio figlio prima dei tre anni costituisce una delle ragioni più frequenti di consultazione del pediatra di famiglia da parte di un genitore. E, se non emergono dubbi evidenti sull’esistenza di particolari patologie, il consiglio che potrebbe scaturirne, considerando l’evenienza che il fenomeno possa rivelarsi una fase solo momentanea, è quello dell’ “aspetta e vedi”, confidando nell’evoluzione spontanea delle competenze linguistiche. Ma è il comportamento corretto o, quanto meno, lo è sempre?
Disturbo o ritardo del linguaggio nei bambini. Alcuni dati
La prevalenza del ritardo di sviluppo del linguaggio verbale nella fascia tra i 2 e i 5 anni è compresa tra il 5 e il 12% ma il 20-70% di questi bambini potrebbe maturare un disturbo del linguaggio, con il rischio di avere problemi di lettura e scrittura con frequenza 4-5 volte superiore a quella dei bambini con sviluppo normale delle capacità linguistiche. In aggiunta, moltissimi bambini manifestano disturbi della fluenza (balbettano) all’età di 30-36 mesi. Almeno l’80-85% di essi ha un recupero spontaneo ma fra i restanti ce ne possono essere alcuni, se non identificati e presi in carico precocemente, che sono destinati a diventare balbuzienti. L’identificazione precoce di un disturbo del linguaggio o della fluenza verbali consentirebbe di:
L’identikit del bambino con ritardo o disturbo del linguaggio
L’identikit schematico del bambino con ritardo/disturbo (specifico) del linguaggio indica un bambino che «comincia a parlare tardi – spiega il professor Danilo Patrocinio (specialista in Audio-Foniatria e ORL) –, ha una lenta evoluzione delle competenze grammaticali, è a rischio di disturbi della lettura e può riportarne conseguenze sociali, emotive e persino economiche in futuro. Il bambino che tarda a parlare può essere un bambino che manifesta comportamenti sociali diversi da quelli dei suoi coetanei senza problemi linguistici; può essere più attivo, più irrequieto, meno attento per la frustrazione legata alla scarsa intelligibilità delle sue produzioni che può minacciare la spinta volitiva a comunicare e a intessere conversazioni».
Ritardo del linguaggio, come comportarsi?
Nei casi di bambini che manifestano ritardo di linguaggio, è appropriato intervenire il più precocemente possibile almeno per due ragioni:
In assenza di programmi di screening negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, «l’atteggiamento più appropriato nei confronti di un bambino con ritardo di linguaggio – spiega ancora il professore – è quello dell’invio ai professionisti competenti (foniatra, neuropsichiatra infantile, neuro-psicologo, logopedista) che procederanno alla valutazione del rischio utilizzando strumenti che traducano un sospetto in numeri». Lo strumento di screening utilizzabile (in famiglia e nelle scuole ma anche nella pratica clinica di prima consultazione) è il questionario denominato “Primo vocabolario del bambino – PVB, Forma breve” di cui esistono due versioni: “Gesti e parole” (8-17 mesi) e “Parole e frasi” (18-36 mesi). Si tratta di un questionario che permette di identificare precocemente i bambini che sono a rischio per un corretto sviluppo comunicativo e linguistico sulla base delle loro abilità gestuali, lessicali e grammaticali. L’uso del questionario permette la selezione dei bambini che saranno avviati a uno step successivo in cui si dovrà procedere a una valutazione accurata delle funzioni cognitive, uditive, linguistiche espressive e ricettive (nelle aree di fonologia, lessico, morfosintassi), delle competenze socio-conversazionali, degli stili comunicativi familiari, facendo ricorso agli strumenti più adeguati in relazione agli obiettivi da raggiungere e all’età cronologica.
I comportamenti che successivamente all’assessment delle competenze potranno scaturirne sono diversi:
I fattori di rischio/allarme
A quali segnali bisogna fare attenzione? Ecco i principali.
Disturbo (o ritardo) del linguaggio, come saperne di più
Cosa fare se il bambino ha difficoltà nel parlare, mostrando ritardi e disturbi nel linguaggio? Una risposta è in un e-book, dal titolo “Linguaggio verbale. Affrontare i disturbi in età evolutiva”, messo a punto da Consulcesi Club, in partnership con il Provider Sanità In-Formazione. Da sempre al fianco dei medici per offrire una formazione ECM all’avanguardia, Consulcesi ha voluto realizzare un corso rivolto tanto ai professionisti della Sanità quanto a chiunque voglia approfondire la tematica, mettendo in pratica in prima persona i rimedi proposti. Una lettura utile per inquadrare l’importanza del fenomeno e comprendere quanto sia cruciale, nell’ambito della tutela della salute dei bambini, la conoscenza delle varie fasi che accompagnano lo sviluppo del linguaggio verbale nei piccoli. Grazie al lavoro del professor Danilo Patrocinio si approfondiscono tutti gli aspetti di una tappa fondamentale nella crescita dei bambini: il riconoscimento e la comprensione dei suoni e delle parole, l’incidenza della biologia, del contesto familiare e degli stimoli ambientali nello sviluppo comunicativo e linguistico, l’importanza di intercettare per tempo possibili ritardi e disturbi e, infine, il giusto atteggiamento da tenere nel momento in cui si manifestino fattori di rischio.
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