Sono passati più di tre anni da quando è scoppiata la pandemia nel Mondo e in Italia. Da allora sono circa 26 milioni gli italiani contagiati. «Nella maggior parte dei casi si guarisce dopo qualche mese, ma ci sono pazienti che anche a distanza di 3 anni continuano a stare male», racconta Matteo Tosato, responsabile dell’Unità operativa Day Hospital post-Covid, Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma
Sono passati più di tre anni da quando è scoppiata la pandemia nel mondo e in Italia. Da allora sono circa 26 milioni gli italiani contagiati o almeno quelli che sono risultati «ufficialmente positivi» e quindi conteggiati nel bollettino nazionale. Più di 189mila sono state le persone decedute e oltre 1 milione sarebbero le persone che hanno sviluppato il Long Covid, la sindrome post-infezione che si caratterizza per la persistenza o l’insorgenza di oltre 200 segni e sintomi legati alla malattia. «Nella maggior parte dei casi si guarisce dopo qualche mese, ma ci sono pazienti che anche a distanza di 3 anni continuano a stare male», racconta Matteo Tosato, responsabile dell’Unità operativa Day Hospital post-Covid, Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, nato il 21 aprile del 2020, nei mesi più duri della pandemia.
Si può quindi continuare a stare male per moltissimo tempo dopo l’infezione acuta, indipendentemente dai disturbi sviluppati a causa del Long Covid. «C’è chi ha sviluppato il diabete, una fibrosi polmonare o una cardiopatia, per fare qualche esempio. Si tratta – precisa Tosato – di patologie gestibili con specifiche terapie, alcune delle quali non guariranno mai perché non esiste una cura. Ma ci sono anche disturbi più lievi, come ad esempio la stanchezza cronica, la cefalea, la perdita di gusto e dell’olfatto che invece possono andare via con il tempo». Il problema è che non sempre queste manifestazioni scompaiono, come documentato da alcune riviste scientifiche. Ci sono pazienti che dopo 3 anni fanno ancora fatica a riprendersi la propria quotidianità. «Purtroppo non abbiamo una stima precisa», dice Tosato. «Anche se da quando è stato aperto il nostro ambulatorio abbiamo visto circa 3.700 pazienti – prosegue – non sappiamo quanti di loro alla fine siano guariti o meno. Ma posso dire che ancora oggi ci sono persone che chiedono il nostro aiuto, nonostante abbiano sviluppato i sintomi del Long Covid molto tempo prima, addirittura nella prima ondata».
«Le persone più colpite dal Long Covid sono i giovani adulti, cioè la fascia d’età che va dai 40 ai 60 anni», riferisce Tosato. «In alcuni casi l’infezione acuta è stata lieve, in altri severa. A volte i sintomi hanno iniziato a manifestarsi anche dopo diverse settimane dalla guarigione dall’infezione acuta». aggiunge. Attualmente sono in corso diversi studi in tutto il mondo sul Long Covid che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, colpisce 65 milioni di persone nel mondo. Ancora nessuna terapia o causa certa, ma solo ipotesi. «La ricerca però continua ad andare avanti. Nel frattempo – continua Tosato – stiamo facendo del nostro meglio per offrire ai pazienti che ci chiedono aiuto un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare».
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