Chi deve affrontare un lungo viaggio per cure sanitarie può contare sulla rete Volontariato 4.0 che offre soggiorni gratuiti in strutture dedicate, totem informativi e mappe interattive
Il percorso di guarigione diventa molto più difficile se un paziente è costretto ad affrontare cure oncologiche lontano dalla propria casa. Motivo per cui è nato Volontariato 4.0. Un progetto messo a punto da Lilt Milano Monza Brianza Aps e A Casa Lontani da Casa OdV e con il sostegno di Enel Cuore (Onlus del gruppo Enel). Una rete di associazioni per dare accoglienza e per promuovere sul territorio un modello di assistenza extra ospedaliera territoriale e personalizzata.
Il progetto Volontariato 4.0, con l’intento di accorciare le distanze tra i pazienti costretti ad una migrazione sanitaria e il territorio, può contare su una rete di associazioni come Casa Amso e Casa Amica a Roma; Ail Firenze OdV a Firenze; e Per una nuova vita OdV di Padova. «L’obiettivo che ci siamo posti è di facilitare la presa in carico e la promozione del benessere dell’intero nucleo familiare», spiega a Sanità Informazione Imma Di Carlo, project Manager di Volontariato 4.0 e responsabile della rete dei volontari di Lilt Milano, Monza e Brianza. Non a caso è stato scelto come immagine del progetto un pettirosso. «Un simbolo di speranza e della vita che resiste alle difficoltà – aggiunge Imma -. Vogliamo essere una guida che orienta la famiglia di un malato per farla sentire protetta e al sicuro anche lontano da casa».
Il progetto si sviluppa con una rete di novanta abitazioni. «A Milano le case del cuore di Lilt sono collocate tutte nella zona dell’Istituto dei Tumori con cui abbiamo un legame storico, e sono destinate a famiglie di bambini e ragazzi fino a 25 anni ospitati nel reparto di oncologia pediatrica – racconta la project Manager di Volontariato 4.0 – . In generale le case sono molto diverse tra loro, ma hanno tutte un elemento comune che è rappresentato dai volontari che le umanizzano». Il sito www.acasalontanidacasa.it permette alle famiglie di venire a conoscenza del progetto di volontariato coordinato da Imma di Carlo. «Sin dalla home page è possibile comprendere il significato di accoglienza che vogliamo trasferire ai nostri ospiti e fare richiesta di alloggio – sottolinea -. A volte sono gli stessi medici dell’ospedale che indirizzano a noi le famiglie provenienti dal sud o da paesi stranieri o ancora sono le associazioni stesse con gli assistenti sociali che mettono in moto la macchina dell’accoglienza».
Nel progetto sono coinvolti anche psicologi e assistenti sociali che hanno il delicato compito di intercettare il bisogno e di avviare le procedure per la presa in carico della famiglia. «Spesso gli psicologi, coinvolti dall’ospedale quando i medici riconoscono i segnali di una fragilità, supportano la famiglia e la indirizzano ad un assistente sociale che provvede ad inserirli nella casa – sottolinea Imma –. Le richieste sono tante, ma cerchiamo di accorciare sempre più i tempi di attesa appoggiandoci su enti del terzo settore religiosi». Si tratta di una rete sempre più capillare «Cerchiamo di essere presenti un po’ dappertutto – sottolinea Imma -. La struttura che abbiamo costruito è il vero valore aggiunto di Volontariato 4.0. Cerchiamo di accontentare tutti, e quando non è possibile diamo priorità a chi ha una situazione di disagio socioeconomico maggiore».
Per facilitare la conoscenza del territorio ai pazienti e ai caregiver sono stati attivati totem tecnologici che permettono di agevolano la ricerca di supermercati, farmacie, negozi e associazioni di supporto. «L’applicazione è immediata e intuitiva – spiega la project manager – con un semplice click è possibile navigare per trovare strutture e servizi». Ad oggi i Totem si possono trovare all’interno dell’Ospedale Edoardo Bassini di Cinisello Balsamo e alla Fondazione IRCCS San Gerardo di Monza, ma le mappe sono consultabili anche dal sito A Casa lontani da Casa.
Volontari si nasce, ma per essere coinvolti nel progetto occorre frequentare una vera e propria scuola di formazione, superare un test e un colloquio finale.
«La formazione dei volontari è il fiore all’occhiello di Lilt -dice con orgoglio la responsabile dei 600 volontari Lilt Milano –. Per questo abbiamo voluto estendere la procedura anche per il progetto volontariato 4.0 con corsi di formazione intra associativi tra le varie case di accoglienza. L’obiettivo è rendere i volontari sempre più competenti nella relazione d’aiuto». Di età compresa tra i 20 e i 70 anni, i volontari della rete devono dare la disponibilità di una o due mezze giornate a settimana. «La selezione è affidata a uno staff di psicologi con i quali i volontari devono sostenere un colloquio e un test di personalità. Al termine saranno abilitati ad entrare nella rete dei nostri volontari», conclude.
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