L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento di molte forme di tumore. Tuttavia, non tutti i pazienti ne beneficiano allo stesso modo e ancora oggi non ne conosciamo chiaramente le motivazioni. Ora un nuovo studio dell’Harvard Medical School e del Dana-Farber Cancer Institute suggerisce un nuovo possibile fattore chiave che potrebbe influenzare i risultati della terapia immunitaria: il microbiota intestinale di un individuo, ovvero quei miliardi di microorganismi che vivono nell’intestino umano
L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento di molte forme di tumore. Tuttavia, non tutti i pazienti ne beneficiano allo stesso modo e ancora oggi non ne conosciamo chiaramente le motivazioni. Ora un nuovo studio dell’Harvard Medical School e del Dana-Farber Cancer Institute suggerisce un nuovo possibile fattore chiave che potrebbe influenzare i risultati della terapia immunitaria: il microbiota intestinale di un individuo, ovvero quei miliardi di microorganismi che vivono nell’intestino umano. Lo studio, pubblicato su Nature, ha dimostrato come i microbi dell’intestino aumentino la risposta del corpo a un tipo comune di immunoterapia nota come checkpoint PD-1, attualmente utilizzata per il trattamento di 25 forme di cancro.
La ricerca ha individuato alcune specie batteriche che possono influenzare l’attività di due molecole immunitarie, PD-L2 e RGMb, nonché l’interazione tra di esse. Il lavoro ha anche dimostrato che attraverso il microbiota intestinale è possibile bloccare l’attività di una di queste molecole o l’interazione tra di esse, aumentando così le risposte alla terapia immunitaria contro il cancro e ottimizzando la capacità del corpo di rilevare e distruggere le cellule tumorali. «I risultati dello studio definiscono una strategia immunologica potenzialmente efficace per il trattamento di pazienti che non rispondono all’immunoterapia del cancro PD-1», sottolineano i ricercatori
Lo studio apre la strada a nuovi approcci in grado di «potenziare» l’immunoterapia oncologica. Si può ad esempio immaginare di utilizzare probiotici o trapianti di microbiota per aumentare le probabilità di guarigione dei pazienti. «Se replicati negli esseri umani, i nostri risultati offrono un indizio cruciale su un puzzle complesso e, così facendo, suggeriscono modi concreti per potenziare l’efficacia dell’immunoterapia del cancro e migliorare i risultati dei pazienti”, sottolinea, Joon Seok Park, autore dello studio. «Proponiamo un nuovo approccio per superare la resistenza alle attuali immunoterapie contro il cancro imparando dai batteri intestinali che aiutano il nostro sistema immunitario», conclude.
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