Il videomessaggio del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Ghebreyesus, diffuso oggi durante la quinta riunione del Comitato di emergenza per Mpox, precedentemente conosciuta come vaiolo delle scimmie
«È passato un anno da quando abbiamo iniziato a ricevere notifiche di molteplici casi di Mpox nei Paesi europei e nelle Americhe. Nel luglio 2022 ho dichiarato un’Emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale per l’epidemia che coinvolgeva più territori. In totale, sono stati segnalati all’Oms oltre 87mila casi e 140 decessi, da 111 Paesi. Con la mobilitazione globale e la rapida risposta della maggior parte delle aree colpite, ora vediamo progressi costanti nel controllo del focolaio. E negli ultimi tre mesi sono stati segnalati quasi il 90% di casi in meno rispetto ai tre mesi precedenti». A evidenziarlo è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Ghebreyesus, in un videomessaggio diffuso oggi durante la quinta riunione del Comitato di emergenza per Mpox, nuovo nome deciso dall’Oms per l’infezione precedentemente conosciuta come vaiolo delle scimmie. Gli esperti si sono riuniti per valutare la possibilità che si dichiari la fine anche di questa emergenza sanitaria internazionale, come è successo con Covid il 5 maggio.
«Il lavoro delle autorità sanitarie pubbliche e delle organizzazioni comunitarie dovrebbe essere lodato – ha osservato il Dg – Ci si è mossi in modo rapido e completo, per informare le persone a rischio, incoraggiare e sostenere il cambiamento di comportamento e sostenere l’accesso a test, vaccini e trattamenti. Anche le aziende farmaceutiche e le agenzie regolatorie hanno svolto un ruolo importante nell’aiutare ad ampliare l’accesso alle contromisure – ha sottolineato il Dg -. Anche se lo stigma – ha poi ricordato – è stato una preoccupazione trainante nella gestione di questa epidemia e continua a ostacolare l’accesso alle cure, il temuto contraccolpo sulle comunità più colpite non si è in gran parte concretizzato. Per questo, siamo grati».
Ora «c’è un trend in calo a livello globale – ha proseguito il capo dell’Oms – ma sappiamo che il virus continua a trasmettersi in alcune comunità e Paesi, ad esempio nella regione del Pacifico occidentale, e continuiamo a vedere casi legati ai viaggi. Non esiste una chiara tendenza in Africa dove continuano a essere segnalati casi in diversi Paesi. Il pericolo di una trasmissione continua è ancora significativo nei luoghi con focolai. Molti Paesi stanno rallentando la sorveglianza e riducendo l’accesso a test e vaccini e resta invece importante che continuino i loro sforzi e agiscano prontamente se necessario. Si raccomanda l’integrazione della prevenzione e cura di Mpox nei programmi sanitari esistenti, per una risposta rapida a future epidemie». Intanto l’Oms, in attesa del parere del Comitato sullo stato di emergenza, continuerà a lavorare.
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