Lunghissime liste di attesa, pronto soccorso allo stremo, medici di medicina generale assenti in molte aree non a caso definite “deserti sanitari”: sono solo alcune delle tante urgenze della sanità italiana che Cittadinanzattiva ha fotografato nel “Rapporto civico sulla salute 2023”, presentato oggi a Roma, al Ministero della Salute
Sulla prescrizione medica sono contrassegnate dalla lettera “U”, “Urgenti”. E, proprio in virtù della loro urgenza, tali prestazioni specialistiche dovrebbero essere erogate entro e non oltre 72 ore dalla richiesta di prenotazione. Eppure, in questa vicenda, utilizzare il condizionale è d’obbligo: in media, in Italia, per una visita specialistica ginecologica urgente (da fissare entro e non oltre 72 ore, appunto) si attendono due mesi. Ancora, si aspettano due anni per una mammografia di screening e tre mesi per un intervento per tumore all’utero, prestazioni che andrebbero effettuate nel giro di un mese. Sessanta giorni per una visita di controllo cardiologica da fare entro 10 giorni. Sono solo alcune delle tante urgenze della sanità italiana che Cittadinanzattiva ha fotografato nel “Rapporto civico sulla salute 2023”, presentato oggi a Roma presso il Ministero della Salute.
Il Rapporto, giunto alla sua seconda edizione, integra i dati provenienti dalle 14.272 segnalazioni dei cittadini, raccolte nel corso del 2022 dalle sedi locali e dai servizi PIT Salute di Cittadinanzattiva, ricavati da fonti istituzionali, accademici o della ricerca. All’aumentare delle criticità del SSN, cresce, di pari passo, pure il ricorso alla spesa privata: «Mettere mano al portafogli per curarsi è una pratica incompatibile con un Sistema Sanitario che possa definirsi universalistico – dice Isabella Mori, responsabile nazionale PIT Unico di Cittadinanzattiva -. Inoltre, è una scelta possibile solo laddove la condizione economica del singolo lo permetta. Per molti l’attesa, purtroppo, si trasforma in rinuncia».
«Le criticità emerse dal nostro Rapporto riguardano, dunque, tutti i principali servizi erogati dal Sistema Sanitario Nazionale – dice Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva -. Criticità che ci hanno spinto ad inaugurare una mobilitazione permanente, “Urgenza Sanità” che ha preso il via davanti al Ministero della Salute a Roma e che proseguirà nei prossimi giorni in tutte le regioni d’Italia con iniziative locali». Dopo la presentazione del Rapporto, gli attivisti di Cittadinanzattiva, provenienti da numerose Regioni, sono scesi in piazza per manifestare le urgenze sanitarie dei loro territori.
Se liste di attesa infinite, pronto soccorso presi d’assalto, scarso accesso alla prevenzione sono criticità che affliggono tutta la Sanità italiana, dal nord al sud della Penisola, ce ne sono altre che, quotidianamente, mettono in ginocchio le singole Regioni. «In Campania – racconta Lorenzo Latella, segretario di Cittadinanzattiva Campania – i centri convenzionati, così come stabilito da delibera regionale, dispongono di un tetto di spesa mensile prestabilito talmente esiguo, da esaurirsi entro i primi quattro-cinque giorni di ogni mese». In Toscana, i riflettori sono puntati sulla salute mentale: «La carenza di personale affligge tutto il Sistema Sanitario Regionale, ma i dipartimenti di salute mentale sono senz’altro i luoghi in cui se ne pagano le conseguenze peggiori. E i recenti fatti di cronaca (la psichiatra uccisa da un suo ex paziente, ndr) ne sono la triste dimostrazione», racconta Maria Platter, componente del Consiglio di amministrazione di Cittadinanzattiva Toscana.
Non va meglio in Umbria «dove – spiega Paola Giulivi, segretario di Cittadinanzattiva Umbria – tutto il Sistema Sanitario è in attesa di un totale restyling. E nell’attenderlo c’è chi è costretto a percorre anche cento chilometri per partorire. Ma questo è solo un esempio delle tante difficoltà con cui ogni giorno i cittadini devono fare i conti». Nel Lazio sono state rilevate differenze anche all’interno di medesime Asl: «La Regione vanta di numerose eccellenze in ambito sanitario – assicura Elio Rosati, segretario di Cittadinanzattiva Lazio -, ma sono tutte concentrate all’interno del Grande Raccordo Anulare della Capitale».
Per superare ognuna di queste criticità Cittadinanzattiva ha presentato la sua ricetta: cinque chiavi di accesso alla casa comune del Servizio Sanitario Nazionale. «Chiediamo l’aggiornamento periodico e il monitoraggio costante dei Livelli essenziali di assistenza, in modo che siano equamente garantiti in tutte le regioni d’Italia. Per eliminare le liste di attesa – dice Anna Lisa Mandorino – è necessario investire sulle risorse umane e tecniche. Ancora, puntare sulla sanità digitale per ridurre la burocrazia e garantire percorsi di cura e di assistenza dei malati cronici e rari. È necessario finanziare la nuova legge per gli anziani non autosufficienti e riprendendo l’iter normativo per il riconoscimento dei caregiver. In ultimo – conclude la segretaria generale di Cittadinanzattiva – bisogna attuare la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR, con il coinvolgimento delle comunità locali e dei professionisti del territorio».
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