Favo: «Estendere gli screening nutrizionali a tutti i malati oncologici. Oggi solo il 3% delle persone con tumore metastatico riceve queste valutazioni»
Il 49% dei pazienti oncologici, durante il percorso della malattia, può essere interessato da fenomeni di malnutrizione. All’esordio della neoplasia invece fino al 14% dei malati, con tumore in stadio metastatico, è già malnutrito. La patologia può, infatti, provocare un alterato utilizzo di nutrienti da parte dell’organismo umano e causare complesse modifiche metaboliche. Inoltre, le terapie hanno in alcuni casi delle tossicità che riducono le capacità di alimentarsi. Da qui l’esigenza che a tutti i pazienti siano effettuati degli “screening nutrizionali”.
Ma al momento ricevono queste valutazioni solo il 3% dei pazienti con neoplasie non metastatiche e l’8% di quelli con malattia metastatica. È quanto evidenzia il contributo del Gruppo di Lavoro Intersocietario Italiano “Nutrizione nel paziente oncologico” nel 15° Rapporto sulla Condizione Assistenziale dei Malati Oncologici di FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), presentato nell’ambito della XVIII Giornata Nazionale del Malato Oncologi.
«Il principio di fondo è in qualche modo lo stesso degli screening svolti per il tumore del seno, del colon-retto o della cervice uterina – afferma il professoree Paolo Pedrazzoli, AIOM -. Bisogna riuscire ad identificare il più precocemente possibile quei pazienti affetti da malnutrizione o a rischio di sviluppare tale complicanza. Dopo di questo è necessario intervenire tempestivamente con la valutazione nutrizionale e con opportune terapie che vanno dalla messa a punto di un piano dietetico personalizzato, la prescrizione di integratori orali fino alla somministrazione di nutrienti liquidi per via endovenosa o attraverso un sondino. Va ricordato che uno stato nutrizionale deteriorato condiziona negativamente un adeguato percorso oncologico di cura. Nel soggetto malnutrito sono infatti più frequenti le complicanze post-chirurgiche e da chemioterapia o radioterapia, con la necessità di ritardare i trattamenti oncologici o addirittura sospenderli. Tutto ciò può portare a conseguenze molto pericolose per lo stato di salute del singolo malato. Possono verificarsi inoltre ricoveri ospedalieri più lunghi con maggiori costi per l’intero sistema sanitario nazionale, come dimostrato da vari studi scientifici».
Nei mesi scorsi un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha condiviso un position statement. L’obiettivo del documento è stato sottolineare il ruolo imprescindibile della valutazione nutrizionale nell’approccio al paziente con tumore. «Grazie al lavoro degli specialisti oggi sono disponibili diversi strumenti per identificare precocemente i pazienti che necessitano di un supporto nutrizionale – conclude il prof. Francesco De Lorenzo, Presidente FAVO-. Tuttavia, il loro impiego risulta ancora molto carente in tutto il territorio nazionale ed è necessario implementarlo. Tutti i malati devono ricevere valutazioni e le cure appropriate anche dal punto di vista nutrizionale. Questi particolari screening devono diventare parte integrante della documentazione clinica di ciascun malato».
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