Approvato il nuovo PDTA, Iaria (Infettivologo): «Il PDTA è una risposta ai bisogni del paziente. Si formalizzano i servizi delle aziende ospedaliere, definendo consulenza, diagnosi, presa in carico del paziente, terapia e follow up»
Sicilia in prima linea contro l’HIV: dalle istituzioni al territorio, i progressi scientifici vengono recepiti e messi al servizio della cittadinanza. Grazie ai nuovi farmaci antiretrovirali, infatti, l’HIV è diventata un’infezione cronica. Se le terapie sono assunte regolarmente, la viremia non è più rilevabile nel sangue, come sintetizzato nell’evidenza scientifica U=U, Undetectable=Untransmittable. Tuttavia, restano ancora aperte numerose sfide, su cui proprio dalla regione siciliana arrivano importanti risposte. Approvato proprio in questi giorni il nuovo Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la presa in carico del paziente con HIV/AIDS in Sicilia, un passo avanti che si affianca all’attività del check-point di Palermo Fast-Track City e delle aziende ospedaliere già da tempo impegnate.
Il nuovo Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la presa in carico del paziente con HIV/AIDS in Regione Sicilia è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 maggio. «Questo PDTA costituisce una risposta ai bisogni del paziente – evidenzia Chiara Iaria – Oltre a un’analisi dei dati locali, si formalizzano e uniformano i servizi che devono essere erogati dalle aziende ospedaliere, particolarmente importanti in tema di HIV/AIDS perché si prevedono percorsi differenti per sottopopolazioni di pazienti con caratteristiche specifiche, definendo counselling, diagnosi, presa in carico del paziente, terapia e follow up, sempre in base alle linee guida internazionali». Il PDTA è frutto del lavoro del Progetto APRI 2.0 – AIDS Plan Regional Implementation, realizzato dalla SDA Università Bocconi in collaborazione con la sezione SIMIT Regione Sicilia, dapprima con il Presidente Antonio Davì, quindi con il Prof. Giuseppe Nunnari, Presidente in carica, che terrà una sessione sul tema in sede congressuale.
«Il nostro ambulatorio segue circa 700 pazienti con infezione da HIV – sottolinea Iaria – Tra i nostri servizi rientrano attività di counselling; la prescrizione e la somministrazione di terapie antiretrovirali e di farmaci long-acting; indagini di laboratorio e strumentali di inquadramento diagnostico e di follow-up; vaccinazioni; gestione e trattamento delle coinfezioni (HBV-HDV e HCV) e delle infezioni opportunistiche e delle comorbidità; screening completo delle altre malattie sessualmente trasmissibili e gestione terapeutica delle stesse; abbiamo anche un ambulatorio dedicato ai detenuti. Inoltre, la recente decisione di AIFA che ha reso rimborsabile la PrEP ha offerto una soluzione in più: aderiamo con entusiasmo alla possibilità di uso di questo strumento di prevenzione per le persone HIV-negative con comportamenti sessuali a rischio elevato, organizzando un ambulatorio PrEP dedicato. I servizi che offriamo ai nostri pazienti si sono notevolmente arricchiti negli ultimi anni e, con l’arrivo imminente di ulteriori nuovi long-acting e di farmaci per soggetti con limitate opzioni terapeutiche, continueranno ad accrescersi così da garantire sempre il miglior livello assistenziale per le persone HIV-positive».
Le iniziative sul territorio hanno conosciuto una svolta lo scorso 1° dicembre, quando a Palermo è stato inaugurato il primo Checkpoint HIV, dando seguito all’adesione di Palermo al progetto “Fast Track City”, ossia una città impegnata ad azzerare i nuovi casi di infezione da HIV entro il 2030, un passo compiuto nel 2019 ma bloccato dalla pandemia. Il check-point è attivo presso la Casa dei Diritti in via Libertà 45, ogni mercoledì dalle 16 alle 18; qui è possibile fare test e acquisire informazioni. Inoltre, è stato attivato un sito (https://palermo.fastrackcity.it/) per informarsi e per per entrare in contatto con i medici infettivologi del check-point tramite un form. L’attività viene svolta grazie all’ausilio dei medici specializzandi di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo, coordinati dal Prof. Antonio Cascio, Direttore della UOC di Malattie Infettive del Policlinico, e dal Dott. Marcello Trizzino, dirigente medico infettivologo. Il check-point è un luogo sicuro, non ospedaliero, privo di discriminazioni, dove i cittadini possono parlare con gli infettivologi, avere informazioni sulla salute sessuale, ma anche fare un test rapido per HIV, HCV e sifilide, intraprendere un percorso di prevenzione (PrEP). Ad oggi sono stati effettuati circa 100 test rapidi per HIV, ed è stato possibile diagnosticare due nuovi casi di infezione da HIV.
All’Ospedale Umberto I di Siracusa è partito il progetto “Spazio Donna”: un’iniziativa volta a restituire importanza alle donne con HIV e a sostenere i progetti di gravidanza. In virtù dello U=U, infatti, anche la trasmissione verticale madre-feto può essere azzerata e una donna HIV positiva può condurre una gravidanza senza trasmettere il virus al nascituro. «Dedicare spazio alla donna significa metterla a proprio agio e offrirle uno spazio in ambulatorio – spiega la Antonina Franco, promotrice dell’iniziativa, per la quale è stata anche recentemente premiata dal Comune – Questo spazio segue la donna dall’età fertile alla menopausa, con particolare attenzione soprattutto alla gravidanza. La presenza di HIV, l’uso della terapia o della PrEP, infatti, non hanno conseguenze sulla fertilità. Accogliamo e seguiamo sia partner concordanti (entrambi HIV positivi) che discordanti. Se uno solo dei due partner ha l’infezione, offriamo la possibilità di usufruire della PrEP nel soggetto negativo per prevenire il contagio. La donna in età fertile in terapia che vuole pianificare una gravidanza è seguita dalla pianificazione al parto, con attenzione anche al bambino grazie anche alla collaborazione dei ginecologi. Nelle coppie concordanti si esegue la terapia fin dalla pianificazione di una gravidanza: questa progettualità è molto efficace con le coppie italiane, mentre le donne straniere spesso arrivano già in gravidanza o addirittura prossime al parto, rendendo pertanto necessario effettuare la profilassi sia per la gravida che per il nascituro. Con i neonatologi valutiamo se il bimbo sia a rischio di contrarre l’infezione e si valuta l’uso della terapia. La nostra attenzione è rivolta non solo alle donne in età fertile, ma anche alle donne in menopausa, su cui prestiamo attenzione a co-infezioni, a screening di Infezioni Sessualmente Trasmesse ed epatiti. Inoltre, abbiamo collaborato con l’arcivescovado nell’apertura di una casa-alloggio che accoglie pazienti con AIDS che non hanno un supporto familiare: dieci posti letto, tutti al momento occupati, in cui si offrono vitto, alloggio, terapie».
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