Definito l’affidamento del servizio alla radiologia del Sacco, il progetto partirà nei prossimi mesi in via sperimentale. Monterisi (tecnico di radiologia e sindacalista Nursing Up) «Grande conquista per i pazienti fragili e per la sanità pubblica»
Buone notizie per i soggetti fragili di Milano. Nei prossimi mesi, infatti, sarà attivo il primo servizio pubblico di radiografie a domicilio. A realizzarlo sarà l’ASST Fatebenefratelli Sacco che, con delibera del 12 maggio 2023, ha definito l’affidamento di una unità radiografica portatile all’ospedale Sacco. Il tutto nell’ambito del “progetto sperimentale Aler di innovazione sociale e welfare locale nei quartieri di edilizia residenziale pubblica localizzati nella città di Milano”.
Il servizio di radiografie a domicilio consentirà di realizzare indagini diagnostiche su pazienti allettati, anziani, fragili o con patologie oncologiche. Dovrà però fare i conti con due aspetti che oggi rappresentano elementi di criticità per la Sanità pubblica: personale ridotto e liste d’attesa sempre più lunghe. Nessuna indiscrezione è per ora trapelata dalla direzione dell’ASST Fatebenefratelli Sacco su come verrà organizzato il servizio. A detta degli stessi tecnici radiologi del Sacco rappresenta comunque una grande occasione per la Sanità pubblica milanese. A parlare con Sanità Informazione è Davide Monterisi, tecnico di radiologia ed esponente sindacale della sigla Nursing Up. «Personalmente ho promosso questo servizio, già attivo in altre regioni (in Piemonte alle Molinette di Torino e all’Ospedale di Messina in Sicilia), perché ritengo che possa essere una grande conquista per i soggetti fragili e al tempo stesso l’occasione anche per l’ospedale pubblico di offrire un servizio di qualità, per ora reso a Milano solo da istituti privati».
Le radiografie a domicilio, rivolte a pazienti fragili con condizioni di invalidità, patologie specifiche, infortuni o deficit motori per i quali risulta impossibile recarsi di persona in ambulatorio, saranno realizzate grazie ad una apparecchiatura di ultima generazione. «Una comoda valigia contiene un tubo a raggi X che si monta su un’asta, una cassetta digitale raccoglie i dati e tramite la rete internet li trasmette con un pc all’ospedale – spiega il tecnico di radiologia –. In questo modo è possibile produrre immagini diagnostiche sofisticate con una qualità analoga a quelle utilizzate con metodica tradizionale. Le normative vigenti sulla sicurezza sanitaria sono rispettate e l’esposizione ai raggi X non è superiore a quella dell’ambulatorio perché lo spazio domiciliare è protetto dalla dispersione delle radiazioni con sistemi di contenimento».
Il servizio è in grado di garantire al paziente un referto in poche ore e un risparmio importante in termini di costi al Servizio Sanitario Nazionale. «A fronte di una spesa di circa 70 mila euro per l’apparecchiatura – puntualizza il rappresentante sindacale Nursing up – con la radiografia a domicilio per arti e tronco, è possibile abbattere i costi del trasporto del paziente in ambulatorio con ambulanza, del personale che lo accompagna e della prestazione». Un vantaggio in termini di costi e di qualità di vita del paziente che a cascata ricadrà anche sulle liste d’attesa. «Il cup raccoglierà le richieste dei pazienti e i tecnici di radiologia potranno effettuare il servizio fuori dall’orario di lavoro in regime di libera professione – propone Monterisi -. Questo permetterà di ridurre le prenotazioni in ambulatorio e al tempo stesso di non gravare sul personale in servizio in ospedale».
Ancora da stabilire le tariffe e chi si farà carico dei costi del servizio. «Inizialmente sarà un progetto sperimentale -conclude – ma di sicuro permetterà di promuovere col tempo la professione dei tecnici radiologi e di valorizzare la nostra figura. Per il paziente un duplice vantaggio: logistico ed economico».
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