Salute 7 Giugno 2023 13:17

Cancro al polmone, la ricerca affila le armi: biomarcatori per prevedere in anticipo la patologia. Il ruolo dell’inquinamento

Giordano (SHRO): «Ma se non si interverrà sul fronte ambientale sarà difficile tenere il passo»

Cancro al polmone, la ricerca affila le armi: biomarcatori per prevedere in anticipo la patologia. Il ruolo dell’inquinamento

Il tumore al polmone è una patologia oncologica figlia del suo tempo. Fortemente influenzata dai fattori ambientali, in primis l’inquinamento, e da stili di vita errati, come il fumo, negli ultimi decenni è passata dall’essere un cancro “raro” a diventare una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati, Italia compresa. In particolare, nel nostro Paese, questa neoplasia è la prima causa di morte per tumore negli uomini e la seconda nelle donne, con quasi 34.000 morti in un anno. Ma la ricerca è in continua evoluzione, e insiste su un duplice binario: il fronte della diagnosi precoce e delle terapie, ed il fronte ambientale. Ne abbiamo parlato con il professore Antonio Giordano, oncologo-patologo e genetista, fondatore e direttore della Sbarro Health Research Organization (SHRO), con sede a Filadelfia negli USA.

Biomarcatori per intercettare il danno molecolare

Il tumore al polmone è uno dei più aggressivi – spiega lo scienziato a Sanità Informazione – e rappresenta una grande sfida a livello terapeutico. La ricerca negli ultimi anni ha fatto dei passi da gigante. Adesso riusciamo a determinare, dalle classificazioni dei tumori, anche il tipo di comportamento di queste neoplasie, e quindi a individuare la scelta terapeutica più indicata. Per le neoplasie del polmone, così come quelle del pancreas o del cervello, c’è bisogno ancora di un grande lavoro di ricerca scientifica per individuare con sempre maggiore precisione quei biomarcatori che permettono di identificare la patologia in uno stato di normalità, intercettando il danno molecolare prima che la patologia si manifesti. Quando questi geni infatti, vengono modificati da fattori ambientali e/o da stili di vita errati danno luogo alla divisione incontrollata delle cellule che porta allo sviluppo della patologia tumorale».

Il ruolo dell’inquinamento ambientale

«L’inquinamento ambientale incide in maniera importante – afferma Giordano – tant’è che il 90% delle patologie che affliggono l’umanità derivano dall’insulto ambientale. Esistono sicuramente zone più a rischio, dove l’impatto delle sostanze cancerogene nell’aria, nelle acque e nel terreno è determinante per la comparsa di queste patologie. Per gestire la situazione due sono le strategie da attuare: la prima è iniziare un programma di biomonitoraggio, anche in quelle popolazioni apparentemente sane ma maggiormente a rischio per cause ambientali, così da intercettare precocemente il danno. Stiamo lavorando su dei test non invasivi che, attraverso un semplice campione salivare, permettono di rilevare quelle mutazioni a livello genetico intercettando quindi il soggetto a rischio prima che la malattia si manifesti. La seconda strategia è proprio l’eradicazione del danno ambientale: se continuiamo a inquinare a questi livelli, non c’è diagnosi precoce o terapia che tenga. Le sostanze inquinanti – sottolinea – tra cui amianto, diossina, e metalli da soli, che impattano già singolarmente e insieme costituiscono un “cocktail letale”, danneggiano e trasformano il DNA determinando tumori, certo, ma non solo. Tante altre patologie non oncologiche, rare fino a qualche tempo fa, stanno adesso aumentando vertiginosamente».

Sbarro Health Research Organization: il ponte tra Italia e USA per la ricerca

«La Sbarro Health Research Organization – prosegue Giordano – da me fondata nel 1992, dalla sua nascita finanzia la ricerca scientifica e biomedica sulle patologie oncologiche, il diabete, e le malattie cardiovascolari. Centinaia e centinaia di giovani si sono formati alla SHRO e oggi occupano posizioni d’eccellenza nel campo della ricerca a livello mondiale. Ed è grazie al nostro impegno che molti giovani talenti sono rientrati in Italia. Per consolidare la relazione tra Italia e USA nell’ambito della ricerca scientifica abbiamo deciso di creare una struttura della SHRO in Italia che ufficialmente lanceremo il 15 giugno: la Sbarro Health Research Organization Italia – conclude – che faciliterà la nostra mission di crescita e formazione delle menti più brillanti per la ricerca».

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