In Europa, almeno una persona su sei ha sofferto di disagio psicologico già prima della pandemia e un lavoratore su quattro, ancora oggi, deve fare i conti con lo stress legato alle condizioni di lavoro. In questo contesto, il covid-19 ha acuito delle condizioni di difficoltà abbattendosi soprattutto sulle categorie più fragili nella società. Per […]
In Europa, almeno una persona su sei ha sofferto di disagio psicologico già prima della pandemia e un lavoratore su quattro, ancora oggi, deve fare i conti con lo stress legato alle condizioni di lavoro. In questo contesto, il covid-19 ha acuito delle condizioni di difficoltà abbattendosi soprattutto sulle categorie più fragili nella società. Per la Commissione Europea, fino ad oggi la mancata azione a sostegno della salute mentale ha pesato fino a 600 miliardi di euro all’anno.
Il nuovo Piano UE per la salute mentale (a cui Sanità Informazione aveva dedicato una importante inchiesta | LEGGI L’INCHIESTA – Salute mentale, a che punto è la promessa del primo “Piano Europeo”. Intanto Stati e Regioni vanno in ordine sparso… ) presentato il 7 Giugno scorso da Margaritis Schinas, Vice-presidente della Commissione Europea e Commissario per la Promozione dello stile di vita europeo, e Stella Kyriakides, Commissaria per la salute e sicurezza alimentare, prevede lo stanziamento di 1,23 miliardi di euro e rappresenta un nuovo pilastro nella concezione di salute che hanno le istituzioni europee: la consapevolezza che salute fisica e salute mentale hanno la stessa importanza. Finora, infatti, mancava una strategia globale per la prevenzione e la cura della salute mentale dei cittadini e, complici anche gli effetti a lungo termine provocati dalla pandemia, gli Stati membri avevano cominciato a muoversi in ordine sparso.
Secondo David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, in Italia ci sono tre aree su cui sarebbe particolarmente importante intervenire: “La prima è la scuola, poi ci sono i servizi sociali e i servizi sanitari. Questi ultimi comprendono lo psicologo di base, le case di comunità e i servizi di salute mentale. In particolar modo, la scuola deve essere il luogo in cui si fa prevenzione delle risorse psicologiche. È lì che sì possono intercettare precocemente le situazioni di maggior disagio”. Per l’Italia, aggiunge Lazzari, un’altra sfida da considerare sarà quella di dare vita a dei progetti capaci di agire in maniera strutturale su tali aree: “Sarà interessante anche vedere se i fondi stanziati contribuiranno ad un cambiamento stabile nel tempo. In questo senso, avere dei canali che siano il più strutturati possibile è importante”. Il maggior problema italiano in questo ambito, infatti, resta la mancata prevenzione: “Tutti i fondi della salute mentale vanno a finanziare i servizi che curano soprattutto problemi psichiatrici o disturbi dello sviluppo. Negli adulti, la cura è peraltro quasi solo farmacologica”.
Alle critiche rispetto al ritardo con cui i fondi sono stati stanziati, la Commissione Europea ha risposto: “[Questo pacchetto, ndr] arriva solo pochi mesi dopo il discorso del Presidente nel settembre 2022 e la Conferenza sul futuro dell’Europa. Entrambi lo hanno chiesto ed è stato consegnato. Inoltre, non siamo partiti da zero. La Commissione si dedica da tempo al miglioramento della salute mentale dei cittadini. Molte azioni sono già state avviate”. Il riferimento è ai grandi progetti già citati, come Horizon Europe e EU4Health, che però non erano stati pensati per stimolare un approccio globale alla salute mentale. Lo spiega Michele Calabrò, direttore di EUREGHA a Bruxelles: “Questo nuovo piano presentato dalla Commissione è positivo innanzitutto perché riconosce a livello istituzionale l’importanza di un approccio olistico alle questioni legate alla salute mentale. Se questo tema viene implementato così come era stato fatto alcuni anni fa con il Beating Cancer Plan, allora siamo sulla strada giusta. Anzi, noi ci aspettiamo un’azione di questo tipo da parte della Commissione”.
Così facendo, il nuovo piano europeo fissa un nuovo standard anche per quanto riguarda il disegno delle prossime politiche pubbliche in fatto di salute mentale: “Questi fondi arrivano come step finale nel mandato della Commissione Europea in fatto di salute e, in un certo senso, ne chiudono il cerchio, però suggeriscono anche alla prossima Commissione su quale via procedere. E dobbiamo riconoscere che, prima di questo mandato, per la Commissione Europea la salute non è mai stata un settore di principale interesse anche a causa delle poche competenze che le erano riconosciute in merito”. Se, da un lato, il nuovo Piano europeo sulla salute mentale non ha una potenza di fuoco tale da rispondere a tutte le specifiche esigenze dei ventisette Stati membri, dall’altro costituisce in ogni caso una boccata d’ossigeno. Ora questi sono chiamati a presentare progetti che rispettino i prerequisiti necessari per accedere ai fondi stanziati. Per l’Italia, questa sarebbe davvero un’occasione da non perdere.
Tornando al piano si osserva come un nuovo approccio al trattamento della salute mentale dei cittadini europei sia finalmente realtà: “I rapidi cambiamenti tecnologici, ambientali e sociali – si legge nella presentazione della Commissione – hanno notevolmente influenzato la capacità di alcune persone di far fronte a queste sfide. Pertanto, l’UE adotterà un approccio olistico alla salute mentale”. Ecco i principi su cui si baserà:
Tra gli obiettivi specifici di questo piano rientrano anche l’impegno delle istituzioni europee a sensibilizzare all’equilibrio tra lavoro e vita privata, così come sono previste azioni per tutelare la salute mentale di bambini e adolescenti e migliorare la cura dei gruppi di più fragili.
Ora che i soldi ci sono, la palla passa dunque agli Stati: “Spetta a loro utilizzare al meglio questi fondi – chiarisce la Commissione Europea – anche perché non sono previsti degli stanziamenti fissi per progetto o Stato membro”. Peraltro, il pacchetto di aiuti è stato ricavato ricorrendo a diversi strumenti di finanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del bilancio 2021-2027. Spiegano ancora da Bruxelles: “Saranno 765 i milioni di euro che saranno forniti dal programma Horizon Europe per rafforzare la ricerca e l’innovazione sulla salute mentale. Nell’ambito del programma EU4Health, invece, abbiamo stanziato un totale di quasi 70 milioni di euro per iniziative di prevenzione. Gli Stati membri possono anche beneficiare dei fondi per la ripresa e la resilienza o dello strumento di sostegno tecnico per finanziare gli investimenti e riforme sulla salute mentale, secondo quanto previsto dai rispettivi piani nazionali. Infine, gli Stati membri possono avvalersi dei finanziamenti dedicati alla politica di coesione, sulla base naturalmente di quanto deciso con la Commissione”.