Salute 19 Giugno 2023 01:08

Confermata l’efficacia dei Long Acting, farmaci antiretrovirali a lunga durata anti-HIV

Alla conferenza ICAR di Bari confermata l’efficacia dei farmaci antiretrovirali a lunga durata anti-Hiv, ma il 57% li ignora. Lontana ancora l’ipotesi vaccino

Confermata l’efficacia dei Long Acting, farmaci antiretrovirali a lunga durata anti-HIV

Le terapie antiretrovirali contro l’HIV raggiungono nuove frontiere. Importanti novità riguardano i farmaci a lunga durata, i cosiddetti long acting, di cui emergono le certificazioni di efficacia e sicurezza. Tuttavia, ancora manca una piena consapevolezza di questa opportunità, con il 57% degli stessi pazienti che spesso la ignorano. Alla XV edizione di ICAR – Italian Conference on AIDS and Antiviral Research di Bari sono stati presentati diversi studi.

Con i farmaci antiretrovirali long acting,  l’HIV diventa un’infezione cronica

I nuovi trattamenti hanno reso l’HIV un’infezione cronica: la corretta assunzione rende il virus non più rilevabile nel sangue, con significative conseguenze. «Oggi esiste un ventaglio di terapie antiretrovirali completo, arricchito negli ultimi anni da altre classi di  farmaci e nuove modalità di somministrazione – sottolinea il professor Sergio Lo Caputo, copresidente ICAR – . Questi successi terapeutici si vanno ad aggiungere alla terapia antiretrovirale  in un’unica compressa assunta da oltre il 70-80% dei pazienti. Il successo è dovuto non solo ai risultati clinici sulla persona che vive con Hiv, ma anche al fatto che oltre il 95% delle persone che assume la terapia ottiene una carica virale non dosabile, ossia non  trasmette il virus, riducendo le nuove infezioni».

Possibile una terapia personalizzata

«Un altro aspetto fondamentale – aggiunge Lo Caputo  – è  la terapia personalizzata. È possibile scegliere un regime terapeutico appropriato a seconda del tipo di paziente e della fase che sta attraversando».  A ICAR 2023 sono stati presentati i primi studi italiani con nuove prove scientifiche a sostegno dell’efficacia e della sicurezza di CAB+RPV (Cabotegravir e Rilpivirina) a lunga durata d’azione. «Ad oggi abbiamo i risultati degli studi registrativi di CAB+RPV long acting con somministrazione intramuscolare ogni 4 settimane in persone           nuove al trattamento e con somministrazione intramuscolare ogni 8 settimane con esperienza di trattamento, con un tasso di fallimento virologico contenuto dell’1%-5% – spiega Francesca Ceccherini Silberstein, copresidente ICAR –. Nel complesso, attraverso gli studi presentati a ICAR vengono mostrati i risultati di efficacia e tollerabilità di più di 500 persone che hanno iniziato questo nuovo trattamento in Italia».

Gli studi italiani contro l’HIV confermano la validità dei farmaci, ancora lontana l’ipotesi vaccino

«In uno studio milanese, su più di 300 persone – informa la co-presidente di ICAR -, la probabilità a 3 mesi di fallimento al trattamento con il regime a lunga durata d’azione era bassa (del 3,5%), In un altro studio, condotto a Brescia, un questionario anonimo offerto ai pazienti in cura presso l’ambulatorio Malattie infettive e Tropicali ha evidenziato che i pazienti a conoscenza della disponibilità di farmaci long acting sono ancora pochi (il 57,5% non ne aveva mai sentito parlare)». A fronte dei grandi traguardi scientifici raggiunti con i trattamenti antiretrovirali, resta ancora lontana l’ipotesi di un vaccino in grado di prevenire l’HIV. «L’infezione da HIV non vede possibilità di eradicazione né di un vaccino preventivo», conclude Lo Caputo.

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