In Commissione e Parlamento europeo si discute su come rendere disponibili i farmaci oncologici anche ai meno abbienti
«Garantire l’equità di accesso ai farmaci oncologici che saranno sempre più costosi, perchè personalizzati e costruiti ad hoc, è un tema che stanno affrontando al momento Commissione Europea e Parlamento europeo: il dibattito è su come renderli disponibili anche alle fasce di popolazioni o ai Paesi meno abbienti, da qui la necessità di avere grandi accordi anche a livello sovranazionale e internazionale». Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, intervenendo con una lectio online sul tema “Resilienza dei sistemi sanitari regionali: lezioni apprese dalla pandemia e nuove sfide”.
«Avere farmaci personalizzati – ha proseguito – comporta anche modalità di studio e analisi e di validazione completamente diverse, e l’ esperienza che abbiamo avuto sulla validazione del vaccino anti Covid, ad esempio, ha garantito che mantenendo gli stessi step, i vaccini sono stati compattati e hanno potuto accedere alle validazioni in tempi record. Questo – ha detto – è certamente un capitale importante che ci viene dall’esperienza della pandemia su come rendere disponibili questi farmaci nei tempi giusti e per la popolazione che ne ha bisogno, una volta che abbiano evidenza di efficacia e sicurezza, e come garantire a tutti cio’ di cui hanno bisogno e non solo in certi contesti».
Brusaferro ha parlato anche della carenza di personale sanitario: «il dato globale è che nel 2030 mancheranno oltre 10 milioni di operatori sanitari in tutto il mondo. Un tema drammatico, adesso i Paesi ricchi cercano di catturare personale dai Paesi più poveri, ma il problema è destinato ad aumentare specie nei Paesi in calo demografico, a fronte di una carenza a livello globale. Dobbiamo riorganizzare il sistema di formazione e di motivazione dei professionisti della sanità adattandolo a questa emergenza».
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