La responsabile nazionale per l’Europa del Dipartimento Sanità di Forza Italia ha visitato la Fondazione Bietti IRCCS a Roma. «Sostenere Centri di eccellenza come questo significa anche venire incontro alle esigenze dei pazienti abbattendo le liste di attesa»
«In Italia è essenziale sostenere la ricerca in Oftalmologia e l’utilizzo delle più moderne tecnologie in questo ambito sanitario. Occorrono percorsi assistenziali strutturati secondo principi di innovazione tecnologica, ricerca, digitalizzazione e sostenibilità in grado di rispondere ai bisogni assistenziali dei sei milioni di pazienti con patologie oculari». Lo sottolinea Luisa Regimenti, Responsabile nazionale per l’Europa del Dipartimento Sanità di Forza Italia e Assessore al Personale, Sicurezza urbana, Polizia locale ed Enti locali della Regione Lazio nel corso di una visita all’IRCCS Fondazione G. B. Bietti, che opera all’interno del Presidio Britannico dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma e gode del sostegno della Fondazione Roma.
«Il Centro Clinico e di Ricerca di Neuroftalmologia, Malattie Genetiche e Rare dell’IRCCS Fondazione Bietti – spiega Regimenti – si occupa della diagnosi e della cura di patologie genetiche e rare degli occhi e promuove progetti di ricerca in questo settore: è un centro di riferimento per diverse patologie oculari o per patologie neurologiche che hanno conseguenze sugli occhi. Mi sono complimentata con il Direttore della UOC di Oftalmologia, Dottor Tommaso Rossi, per la qualità dei percorsi assistenziali della struttura».
«Alla Fondazione ho trovato una strumentazione all’avanguardia e apparecchi di ultima generazione, un percorso dedicato per le iniezioni intravitreali per la degenerazione maculare e la presenza di un laboratorio di proteomica fondamentale per le attività di ricerca. Nonostante l’alto volume di prestazioni anche qui si registrano lunghe liste di attesa, soprattutto per alcune prestazioni come, ad esempio, la chirurgia della cataratta. Sostenere Centri di eccellenza come questo significa anche venire incontro alle esigenze dei pazienti che non possono aspettare dieci mesi per una cataratta» conclude.