Gli obiettivi previsti nella Missione 6 del PNRR, che puntano a realizzare reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, dovranno essere raggiunti entro il 2026, Mantoan: «Siamo fiduciosi. Non ci saranno ritardi»
Dopo trent’anni di traguardi, tra cui spicca il Programma Nazionale Esiti, ora Agenas punta alla creazione di un modello organizzativo della medicina territoriale. «Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed in particolare attraverso il raggiungimento degli obiettivi contenuti nella Missione 6, sarà possibile realizzare reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale», dice Domenico Mantoan, direttore generale Agenas, ai microfoni di Sanità Informazione.
Il dg parla del futuro dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali in occasione della celebrazione del suo trentennale. Per l’occasione, si sono riuniti presso la sala capitolare del Senato della Repubblica esponenti della sanità italiana e governatori di alcune regioni italiane. «Il ruolo di Agenas – dice Vicenzo De Luca, presidente della Campania – è strategico affinché, dal nord al sud della Penisola, possa essere messa in atto “un’operazione verità”, che riveli tutte le criticità del Sistema Sanitario, regione per regione». E quelle della Campania non sono poche: si va dalla carenza di personale sanitario negli ospedali, in primis nei pronto soccorso, alle infinite liste di attesa per esami diagnostici e visite specialistiche.
«Agenas, per conto del Ministero della Salute, ha messo a punto il Programma nazionale Esiti proprio per monitorare le performance clinico-assistenziali delle strutture sanitarie presenti nelle varie Regioni, delle aziende e dei professionisti – aggiunge Enrico Coscioni, presidente Agenas -. I risultati, raccolti di volta in volta, ci permettono di migliorare in modo continuo e appropriato il SSN».
«Agenas, nata trent’anni fa grazie ad una grande intuizione dell’allora ministro Guzzanti – continua Mantoan – è un’Agenzia che fa da ponte proprio tra lo Stato e le diverse Regioni, caratterizzate da peculiarità ed esigenze proprie».
Il trentennale di Agenas è un’occasione per guardare indietro e sottolineare i traguardi raggiunti, ma anche per puntare a nuovi obiettivi: «Agenas, così come stabilito dal nuovo statuto approvato dal Ministero della Salute, ha assunto anche il ruolo di Agenzia nazionale per la sanità digitale (ASD) – ricorda il direttore generale -. Tanto che, Agenas è attualmente schierata in prima linea per la diffusione e l’implementazione della telemedicina in tutti gli ambiti della sanità».
In agenda per Agenas ci sono molti altri impegni futuri: «Siamo a lavoro affinché il dm77 (“Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”, ndr) possa decollare, dando vita ad un nuovo modello di presa in carico del cittadino e ad una riorganizzazione delle cure primarie, supportata dalla creazione case e ospedali di comunità. In altre parole, vogliamo che il SSN possa finalmente contare su ciò che in trent’anni è mancato: una medicina territoriale efficace ed efficiente che, assieme alla diffusione della telemedicina, garantirà all’Italia un sistema sanitario all’avanguardia», assicura Mantoan. E, stando al cronoprogramma del PNRR, questo cambiamento epocale della sanità italiana dovrebbe concludersi entro il 2026: «Finora – dice il direttore generale di Agenas – le Regioni hanno rispettato tutte le scadenze. Per questo – conclude – siamo fiduciosi che non ci saranno ritardi sui tempi previsti dalla Missione 6 del PNNR».
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