Molte più TAC all’Icot di Latina, ma mancano i fondi. Carbone (Direttore Diagnostica per Immagini): «Se il progetto si ferma conseguenze drammatiche per i pazienti»
Un progetto innovativo, nato durante la pandemia, che ha consentito finora di incrementare il supporto per molti malati oncologici, ma necessita di nuovi interventi economici nell’immediato per proseguire. Si chiama “Zero 48” ed è stato messo in piedi all’Icot di Latina circa due anni fa dal professor Iacopo Carbone, direttore del reparto di Diagnostica avanzata per immagini dell’Istituto pontino. Si tratta di una strategia organizzativa che ha permesso di incrementare il monitoraggio, attraverso le Tac e in prospettiva anche le risonanze magnetiche, nei confronti dei pazienti affetti da neoplasie per i quali lo screening è di importanza vitale, perché consente di verificare l’andamento della malattia e di valutare l’efficacia delle terapie.
«L’idea mi è venuta durante la pandemia, quando ai malati oncologici era di fatto impedito l’accesso agli ospedali e, senza esami diagnostici era impossibile valutare radiologicamente lo stato della malattia», spiega Carbone. Da un esame delle esigenze dei reparti oncologici del territorio, è emerso che era necessario garantire nella zona un centinaio di Tac al mese. Così all’Icot, con il pieno sostegno della proprietà, si è deciso di dedicare un giorno della settimana ai pazienti con neoplasie, il venerdì, spostando tutti gli altri nei restanti giorni.
«All’inizio garantivamo 25 Tac a settimana, ora siamo arrivati a 45, riuscendo a rivalutare singoli pazienti con nuovi esami diagnostici nell’arco di 4-6 mesi». Ai malati, spesso costretti a rivolgersi a più strutture per trovare disponibilità e ad affidarsi ai privati a pagamento, questo tipo di organizzazione semplifica notevolmente la vita. “Zero 48“, dal codice di esenzione che hanno i pazienti oncologici, rischia però di doversi fermare a breve se non arriveranno i fondi necessari.
«Il budget regionale che viene dato alla nostra radiologia in quanto ospedale privato accreditato si è esaurito all’inizio di ottobre del 2022 e alla fine dell’anno lo abbiamo sforato di 400 mila euro e quest’anno succederà lo stesso – sottolinea Carbone -. L’anno scorso è intervenuta la proprietà a ripianare il passivo, ma questa volta, se la Asl non troverà i soldi, da agosto saremo costretti a ridurre in modo sostanziale il numero degli esami». L’azienda sanitaria sembra non abbia le risorse necessarie, ma Carbone è alla ricerca di finanziatori privati e intende sensibilizzare le istituzioni locali. «I malati oncologici devono ricevere tutto il sostegno necessario – spiega -. Interrompere il progetto avrebbe conseguenze drammatiche sulle loro vite».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato