Le criticità della SSR della Campania: poche risorse economiche e carenza di personale, soprattutto nei pronto soccorso. Il governatore: «Case della Comunità progetto demenziale»
«La Campania, stando all’età media dei suoi abitanti, è la Regione più giovane d’Italia. E per questo viene puntualmente penalizzata nella ripartizione del fondo sanitario nazionale, ricevendone una delle parti più esigue». Parola di Vicenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che, ai microfoni di Sanità Informazione, denuncia le principali criticità della Sanità regionale.
Prima fra tutte la carenza di risorse economiche. «Chi spartisce il denaro pubblico, quello del fondo sanitario nazionale – continua il governatore della Campania – non tiene conto di altri dati, ancor più rilevanti: la Campania è la Regione con il più alto tasso di diabete infantile. Ancora, non considera il dilagante disagio psicologico che affligge i nostri giovani, né i problemi di dipendenza e tossicodipendenza». In altre parole, secondo il presidente De Luca, la spesa sanitaria destinata a questi giovani dovrebbe essere pari, se non in alcuni casi anche superiore, a quella riservata agli anziani affetti da patologie croniche e comorbidità.
Per il governatore della Campania «la quota del fondo sanitario nazionale spettante ad ogni singola Regione dovrebbe essere stabilita in base al numero di abitanti, prevedendo una quota pro-capite identica, a prescindere dall’età anagrafica. Poi – aggiunge – laddove una Regione dovesse aver bisogno di un’ulteriore sostegno economico per la presenza di molti anziani e malati cronici, allora potrà essere attribuito un contributo aggiuntivo. Ma la base di partenza deve essere uguale per tutti. È necessaria un’iniziale equa ripartizione». E per De Luca, fin quando questo cambiamento nelle modalità di ripartizione del fondo sanitario nazionale non sarà reso operativo, «la Campania – assicura – continuerà ad essere “derubata” di 200 milioni di euro ogni anno».
La carenza di personale è l’altro grande dramma con cui la Sanità campana deve fare i conti ogni giorno. «Com’è possibile – chiede De Luca – che nel corso degli anni non sia stata programmata la formazione di medici e infermieri in maniera perlomeno equivalente al numero dei pensionati? In Campania la situazione è drammatica soprattutto nei pronto soccorso – racconta il governatore -: non c’è il personale neanche per coprire i turni ordinari. Tanto che, non di rado, siamo costretti a chiudere i reparti di emergenza-urgenza degli ospedali più piccoli e periferici per assicurare la continuità assistenziale in quelli delle città più grandi e popolose. Spesso, per sopperire a queste carenze non ci resta che ricorrere a “misure di guerra”, utilizzando anche i giovani laureati specializzandi».
Ancora, è necessario adeguare le retribuzioni per i medici del pronto soccorso «che – sottolinea il presidente della Campania – non possono ricevere lo stesso stipendio di altri medici che hanno stress e carichi di lavoro minori. Bisogna aprire le facoltà di medicina – incalza De Luca – aumentando almeno del 30% ogni anno il numero di posti disponibili».
Il governatore De Luca è ancora più critico sugli obiettivi del PNRR: entro il 2026 dovranno essere realizzare almeno 1.350 Case della Comunità rinnovate e tecnologicamente attrezzate su tutto il territorio nazionale. «E se in Campania non abbiamo il personale per gestire le strutture sanitarie già esistenti, chi potrà lavorare all’interno di queste nascenti Case della Comunità, ammesso che in Campania si trovino le risorse, finora pari a 0, per realizzarle? È un progetto che per le sue contraddizioni interne – conclude De Luca – non posso che definire demenziale».
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