In un mese XBB.1.16 è passata dal 15,7% al 20,5% mentre XBB.1.5 dal 32,1% al 19,8%. In Europa calano casi e decessi, ma in Africa+20% di morti
Sorpasso di Arturo su Kraken. A livello globale, la variante XBB.1.16 di Sars-CoV-2 rappresenta nella settimana epidemiologica 23 (5-11 giugno) il 20,5% delle sequenze virali condivise sulla piattaforma internazionale Gisaid, in crescita rispetto al 15,7% della settimana 19 (8-14 maggio). In un mese Arturo sale quindi di 4,8 punti percentuali, mentre nello stesso periodo XBB.1.5 o Kraken segna un netto calo: da una prevalenza del 32,1% nella settimana 23 al 19,8% della settimana 19, -12,3 punti percentuali. È quanto emerge dall’ultimo bollettino settimanale Covid dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Al momento, XBB.1.5 e XBB.1.16 sono le uniche varianti di interesse sotto la lente dell’Oms: Kraken è stata segnalata finora da 114 Paesi, Arturo da 89. Un’analisi dei dati disponibili – precisa l’agenzia ginevrina – indica che le nazioni con una precedente prevalenza bassa di XBB.1.5 hanno registrato un aumento significativo di XBB.1.16. Viceversa, quelli che hanno avuto un’alta prevalenza di Kraken hanno riportato una bassa circolazione di Arturo. La prevalenza di XBB.1.5 è dunque «in calo costante», sottolinea l’Oms ricordando che, secondo l’ultimo aggiornamento della valutazione del rischio per Kraken, quest’ultima «non pone ulteriori rischi per la salute pubblica rispetto ad altri varianti circolanti».
Continuano a calare i casi e i morti di Covid nel mondo, ma con un rialzo dei decessi (+20%) in Africa. Negli ultimi 28 giorni (29 maggio-25 giugno) sono stati segnalati oltre un milione di nuovi contagi e oltre 5.700 morti, con una riduzione del 49% e del 61% rispettivamente secondo l’ultimo bollettino diffuso settimanalmente dall’Organizzazione mondiale della sanità. Da inizio pandemia, il report segnala oltre 767 milioni di casi confermati e oltre 6,9 milioni di decessi.
L’Oms ribadisce che «i contagi segnalati non offrono una rappresentazione accurata dei tassi di infezione, a causa della riduzione dei test e delle segnalazioni a livello globale». I dati presentati vanno quindi considerati «incompleti». L’agenzia ginevrina ripete inoltre che «alcuni Paesi continuano a riportare carichi elevati di Covid-19, inclusi l’aumento di nuovi casi segnalati e, ancora più importante, la crescita di ricoveri e morti, elementi considerati gli indicatori più attendibili considerata la riduzione dei test».
Dal report emerge che i nuovi contagi scendono in tutte e 6 le regioni dell’Oms (-75% Mediterraneo orientale, -73% Sudest asiatico, -66% Americhe, -57% Europa, -35% Pacifico occidentale, -12% Africa), mentre i decessi diminuiscono in 5 regioni (-68% America, -63% Mediterraneo orientale, -62% Europa, -56% Sudest asiatico, -43 Pacifico occidentale) mentre nella regione africana aumentano di un quinto. Zoomando sulla regione europea, nell’ultimo mese i nuovi casi sono oltre 199mila e i nuovi decessi 2.310. Il maggior numero di contagi è stato segnalato da Francia (45.306, 69,7/100mila, -55%), Federazione Russa (35.536, 24,4/100mila, -47%) e Italia (31.289, 52,5/100mila, -53%), mentre per le morti in testa c’è la Federatione Russa (517, meno di 1/100mila, -16%), seguita da Italia (342, meno di 1/100mila, -48%) e Francia (285, meno di 1/100mila, -58%).
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