Pacchetti salute rivolti ai giovani, screening, prevenzione e supporto di mediazione culturale per le famiglie migranti, in modo che nessuno rimanga indietro o venga escluso dalle opportunita’ offerte. La Toscana ha deciso di potenziare le attivita’ sanitarie, sociali e socio-sanitarie che hanno a che fare con la salute di donne, coppie e famiglie, bambine e […]
Pacchetti salute rivolti ai giovani, screening, prevenzione e supporto di mediazione culturale per le famiglie migranti, in modo che nessuno rimanga indietro o venga escluso dalle opportunita’ offerte. La Toscana ha deciso di potenziare le attivita’ sanitarie, sociali e socio-sanitarie che hanno a che fare con la salute di donne, coppie e famiglie, bambine e bambini e giovani. Lo fa puntando e dando nuovo impulso alle azioni dei consultori: 152 al momento in tutta la Toscana, uno ogni 24 mila abitanti (gia’ ora piu’ diffusi dunque rispetto alla media nazionale). La giunta regionale, spiega una nota, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, stanzia per i prossimi tre anni, fino al 2025, un 1,9 milioni di euro per dare attuazione ai nuovi indirizzi e dispone che entro sei mesi le Asl presentino un piano di adeguamento sulla base delle nuove priorita’ individuate.
Ci saranno consultori familiari e consultori piu’ specificatamente rivolti ai giovani. Rimarra’ la distinzione tra consultori “principali” (42 oggi), “secondari” (73) e “attivita’ in proiezione” (37), dove la differenza e’ data dagli orari di apertura e dalla presenza di tutte e quattro le figure professionali di base – ostetrica, ginecologo, psicologo ed assistente sociale o solo di alcune di esse . Il lavoro di equipe e’ centrale. “I consultori sono il luogo giusto dove fare prevenzione, per cui non e’ mai troppo presto – sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore Bezzini -. Ma i consultori hanno il compito anche di assistere le nuove famiglie sui progetti di vita. Per centrare l’obiettivo abbiamo deciso di riorganizzarli, di potenziare le loro attivita’ nella rete dei servizi ospedalieri e territoriali, dare piena applicazione alla legge 194 del 1978, offrire mediazione culturale e dunque accesso alle informazioni e ai percorsi per i migranti, potenziare telemedicina e teleconsulti nonche’ rivolgerci ai giovani con una specifica attivita’ di prevenzione”.