Si è svolta a Roma l’assemblea congiunta delle Segreterie Nazionali di Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) e Sumai (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria). In tale occasione le tre sigle hanno sottolineato la necessità di definire al più presto un nuovo Atto d’indirizzo e una […]
Si è svolta a Roma l’assemblea congiunta delle Segreterie Nazionali di Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) e Sumai (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria). In tale occasione le tre sigle hanno sottolineato la necessità di definire al più presto un nuovo Atto d’indirizzo e una rapida riapertura della stagione contrattuale dell’area convenzionata: «In questi ultimi 5 anni, dall’entrata in vigore della “Legge Balduzzi”, molto è cambiato nel nostro Paese – evidenziano in una nota congiunta -. È cambiata la composizione della popolazione, che è sempre più vecchia e per fortuna più longeva, ma anche sempre più interessata da malattie croniche. Non si può inoltre dimenticare la sempre maggiore necessità di pianificare interventi di prevenzione. Le risorse economiche sono sempre più ridotte. Alla luce di ciò, si rende necessario, per la sostenibilità del sistema, ripensare l’offerta di assistenza e si evidenzia la necessità di riservare all’ospedale la grande acuzie e l’alta specializzazione lasciando al territorio la presa in carico delle cronicità e la gestione delle patologie acute a bassa intensità di cura».
Medici di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali «hanno sostenuto l’assistenza territoriale nella carenza di mezzi, strumenti e altre collaborazioni professionali e non, facendosi carico dei bisogni espressi da una collettività sempre più in sofferenza», continua la nota. Si chiede quindi di aprire una discussione attenta, «che porti programmazione seria e di largo respiro, coerente tra gli attori, uguali professionalmente ma diversi contrattualmente, alla luce degli atti messi in campo dal governo per rispondere alle necessità della popolazione, (i nuovi Lea, il piano vaccinale, il piano della cronicità) e quelli fatti verso i professionisti (legge sulla responsabilità professionale, sblocco economico da parte della Corte Costituzionale, risorse finanziare in leggi e norme competenti, legge Madia, combinato disposto dell’ultima finanziaria e il DM70 su integrazione Ospedale territorio, contestualità del rinnovo contrattuale dell’area dei dipendenti)».
«E’ necessario definire – continua la nota conclusiva del convegno – le specificità di tutti i protagonisti dell’erogazione dell’assistenza per favorire l’integrazione che renda possibile un modello d’intensità assistenziale che, nella chiarezza di rapporti e funzioni, possa essere appropriato e sostenibile e che contenga obiettivi di miglioramento della capacità assistenziale misurabili e conseguentemente premiabili. Fimmg, Fimp e Sumai ricordano la centralità del tema della carenza di medici, sia dei medici di medicina generale, sia dei pediatri che degli specialisti ambulatoriali. Per questo bisogna rivedere e garantire i modelli di accesso al ruolo di convenzionato, fare maggiori investimenti formativi e aumentare i numeri in maniera coerente ai modelli assistenziali e non alle necessità di chi forma».
E sul rinnovo convenzionale, le tre sigle sottolineano come questo sia «una opportunità unica e difficilmente ripetibile per evitare il disastro assistenziale verso cui corre il Paese e cioè il decadimento e la scomparsa del Servizio Sanitario Nazionale. Per fare questo non è sufficiente “aggiungere virgole” ma bisogna usare parole chiare, forti, inequivocabili che permettano soprattutto ai cittadini di comprendere qual è il modello di assistenza territoriale che la politica vuole offrire loro».
Per affrontare questo nuovo percorso, risulta essenziale il ruolo della cittadinanza. Ecco perché Fimmg, Fimp e Sumai intendono coinvolgere chi la rappresenta sul tema salute: CittadinanzAttiva – Tribunale dei diritti del malato, «che faccia da testimone e da stimolo, ma anche da giudice se sarà necessario, al confronto tra la volontà ferma dei medici del territorio e le risposte della politica di questo Paese».