Prima i continui temporali, poi le ondate di caldo africano hanno favorito, anche in Italia, il proliferare di zanzare, zecche ed altri insetti possibili vettori di virus. In un’intervista a Sanità Informazione i consigli del pediatra su prevenzione e trattamenti
La Malattia di Lyme, causata dalle zecche, Chikungunya e West Nile veicolate dalle zanzare, sono solo alcune, tra le più note, delle malattie virali trasmesse all’uomo attraverso morsi e punture. Prima il susseguirsi di piogge e temporali, poi le ondate di caldo africano, hanno favorito, anche in Italia, il proliferare di zanzare, zecche ed altri insetti possibili vettori di virus. Carlo Alfaro, pediatra, consigliere della SIMA, la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, in un’intervista a Sanità Informazione, suggerisce i rimedi più efficaci, tra cura e prevenzione, per i più piccoli.
«Per le punture di zanzare, che creano pomfi estremamente pruriginosi perché stimolano il rilascio di istamina – spiega Alfaro – dopo la disinfezione locale è consigliato l’uso di ghiaccio o di una pomata antistaminica. Solo nei casi più “gravi” vengono prescritti cortisonici da assumere per via orale». L’impresa più difficile è convincere un bambino, soprattutto se molto piccolo, ad evitare di grattarsi. «Anche se prude intensamente è bene non grattarsi per impedire il rilascio di più istamina che può esporre al rischio d’ infezione», continua il pediatra.
Anche in caso di punture di zanzare prevenire sarebbe meglio che curare. «Oltre alla bonifica dell’ambiente in cui si vive, si raccomanda di soggiornare in camere con il condizionatore d’aria, con finestre dotate di zanzariere, meglio se impregnate con sostanze repellenti o trattate con insetticida. Ancora – aggiunge Alfaro – è consigliabile indossare abiti di colore chiaro – poiché tonalità scure e accese attirano le zanzare – maniche e pantaloni lunghi, calze. Meglio evitare profumi ed usare repellenti cutanei, da spruzzare anche direttamente sugli abiti. In casa, nelle stanze di soggiorno e da letto, possono essere utilizzati insetticidi a base di piretro o di permetrina, diffusori di insetticida a corrente elettrica o a batterie, che contengano tavolette impregnate con piretroidi o le serpentine antizanzare al piretro».
Le zecche abitano aree umide e ombreggiate di prati, giardini, zone cespugliose e boschi. «Per questo – dice lo specialista – per evitarle si consiglia di coprirsi con scarpe, calze e pantaloni lunghi. Ancora, di non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta, evitare di sfiorare cespugli ed erbacce, non sedersi a terra, su tronchi d’albero o su muretti di pietre. Dopo una escursione è utile scuotere gli indumenti prima di riporli in casa, effettuare un attento esame della propria pelle per rimuovere zecche eventualmente presenti, che tendono a localizzarsi soprattutto su testa, collo, dietro le ginocchia, sui fianchi. Se si individua una zecca adesa sulla cute, va subito rimossa perché più tempo rimane, più ha possibilità di diffondere una infezione».
Il morso di zecca non causa dolore, ma la zecca si inserisce sottopelle e diventa sempre più profonda col passare delle ore, gonfiandosi del sangue succhiato. «Per la rimozione – spiega Alfaro – non utilizzare mai alcol, olio, vaselina, benzina, acetone o ammoniaca, ferri caldi o fiammiferi, ma afferrare delicatamente l’insetto con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle. Poi, rimuoverla tirando dolcemente,bcercando di imprimere un movimento di rotazione. Bisogna fare attenzione a non schiacciarne il corpo, per evitare di aumentare la possibilità di trasmissione di agenti patogeni. Inoltre, va disinfettata la pelle prima e dopo la rimozione, evitando disinfettanti colorati, perché potrebbero mascherare reazioni cutanee, indice di infezione. Se parte della zecca rimane all’interno della cute, va estratta con un ago sterile o incisione con bisturi. Dopo la rimozione, osservare se entro 30-40 giorni si manifesta un alone rossastro attorno alla lesione che tende ad allargarsi a cerchi concentrici o compaiano malessere, dolori muscolari, mal di testa, febbre, debolezza, ingrossamento dei linfonodi: potrebbe trattarsi di malattia di Lyme».
Una puntura di imenotteri come vespa, ape o calabrone, generalmente, provoca solo una reazione in sede locale in quanto non inoculano veleni. Ma attenzione a chi è allergico: può andare incontro a reazioni generali, fino allo shock anafilattico. «Le api lasciano il pungiglione nella cute e muoiono, invece vespe e calabroni non lo lasciano e possono pungere più volte», spiega il pediatra. Anche in questo caso, è possibile ricorre a precauzioni specifiche: «Evitare di sostare e soprattutto mangiare vicino a piante in fiore o alberi da frutto. Non usare, se si sta in giardino, profumi dolci, fragranze aromatiche, deodoranti profumati. Preferire colori neutri, come bianco, beige o verde, poiché il nero e i colori accesi, vivaci e sgargianti attraggono gli imenotteri e soprattutto le api. Usare maniche e pantaloni lunghi nei giardini. Non lasciare lattine o bottiglie di bibite aperte e incustodite e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina, nella quale gli insetti potrebbero essere entrati – spiega Alfaro -. Fare attenzione se si spostano ceppi, in quanto le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze. Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti, applicare le zanzariere alle finestre, tenere ben chiuse le pattumiere, i bidoni della spazzatura e i sacchetti. Ancora, controllare il vestiario prima di utilizzarlo, perché potrebbe contenere insetti. Fare attenzione all’eventuale presenza di nidi prima di fare pulizie alle finestre. Non avvicinarsi ad acque stagnanti, rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri allontanandosi piano piano».
Per estrarre il pungiglione dell’ape, usare una punta arrotondata (anche l’unghia), con un movimento dal basso verso l’alto, evitando pinze e senza premere con le dita. Lavare la parte colpita con acqua e sapone, poi applicare ghiaccio o una crema cortisonica. «Chi è allergico al veleno di imenotteri dovrebbe portare sempre con sé l’adrenalina auto-iniettabile (in appositi contenitori termici), cortisone e antistaminici. Le più recenti linee guida suggeriscono di dotarsi di due auto-iniettori, poiché è possibile che serva una seconda dose di adrenalina durante uno shock anafilattico», sottolinea lo specialista .
Tra i ragni, in Italia, i più pericolosi, che inoculano potenti tossine con la puntura, sono i ragni vedova, tra cui la vedova nera mediterranea o malmignatta, diffusa soprattutto al Centro-Sud e Isole, e i ragni bruni, tra cui il ragno violino, più frequente negli Stati Uniti, ma recentemente divenuto comune anche nel nostro Paese. «I ragni abitano in zone di campagna disabitate o incolte, stazionando sotto i sassi ma anche in box e cantine. La puntura di una vedova nera può essere distinta da quelle degli altri insetti dai due fori che incide sulla pelle – spiega Alfaro -. La ferita si infiamma e si gonfia, la sensazione di dolore è ingravescente e si diffonde a tutto l’arto. Possono comparire sintomi generali quali tremori, vertigini, crampi e contrazioni muscolari, sudorazione, cefalea, nausea, brividi, ipertensione. Il morso del ragno violino causa dolore violento esteso all’intero arto che può non essere presente subito e svilupparsi entro 30-60 minuti. La zona del morso diventa eritematosa ed ecchimotica e può essere pruriginosa. Nella sua sede si forma una bolla centrale che evolve in ulcera, circondata da un’area ecchimotica irregolare (lesione a occhio di bue o a bersaglio)».
Il trattamento della puntura di un ragno violino prevede pulizia della ferita con acqua e sapone, ghiaccio, elevazione dell’arto, anti-dolorifici, profilassi antitetanica e osservazione. Altri ragni possono causare solo reazioni locali alla puntura, come i ragni hobo e i ragni-sacco. In America del Sud, in Africa, nel Sud-est Asiatico e in Australia esistono altre specie pericolose come il ragno delle banane, il ragno dalla tela a imbuto, il ragno-topo, il ragno dal dorso rosso e il ragno-lupo. Gli scorpioni italiani sono innocui – assicura lo specialista -, potendo provocare solo reazioni locali, a differenza degli scorpioni dei Paesi africani e dello scorpione della corteccia presente in Arizona, Nuovo Messico e California, che posseggono un potente veleno neurotossico. Per evitare le punture di ragno e scorpione indossare maniche e pantaloni lunghi, cappelli, guanti e stivali quando ci si introduce in capanni, garage, cantine, soffitte, controllare e scuotere gli abiti che si usano in giardino prima di indossarli – conclude Alfaro – spruzzare sugli abiti e sulle calzature del repellente contro gli insetti».
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