Niente fondi dal Pnrr per rimuovere l’amianto ancora presente negli edifici italiani. Lo Sportello Amianto Nazionale chiede audizione al governo per presentare un programma di mappatura del territorio e conversione green
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 125 milioni i lavoratori al mondo ancora oggi esposti all’amianto, mentre un milione e 700 mila i decessi causati da mesotelioma, tumore al polmone e all’asbestosi. Numeri impressionanti che crescono ancora di più se si considerano non solo le tre patologie di origine professionale, ma tutti i decessi causati da malattie correlate. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non sono previsti fondi per rimuovere l’amianto e prevenire milioni di morti. Questa è la prima criticità riscontrata da Fabrizio Protti, Presidente dello Sportello Nazionale Amianto nel Pnrr che chiede al governo di intervenire affinché si possa utilizzare una parte dei fondi per mappare, rimuovere l’amianto e sostituire il big killer con energia pulita.
«Per quanto l’amianto sia poco rilevante – è la premessa di Protti – conta più di 5000 morti all’anno in Italia. Numeri che potrebbero essere ridotti con la rimozione dell’amianto dai tetti. Solo così sarà possibile fare prevenzione e migliorare la situazione nei prossimi 30 o 40 anni. Un obiettivo tra l’altro condiviso dall’Unione Europea che ha stilato al riguardo delle linee guida». A preoccupare il Presidente dello Sportello Amianto Nazionale è anche la mancanza di attenzione al problema; infatti, «nel Pnrr si ipotizza la rimozione dell’amianto, solo in merito alla realizzazione di un parco agri solare per una copertura di 4,3 milioni di metri quadri. Tra l’altro utilizzando impropriamente la parola Eternit – fa notare – che è il nome commerciale del prodotto. Questo evidenzia ancor più una scarsa conoscenza della materia».
Non desiste il Presidente dello Sportello Amianto Nazionale tanto da chiedere una audizione al Governo. «Se dovesse passare il progetto sul parco agri solare sarebbe un grande incentivo alla riqualificazione delle strutture agricole abbandonate per lungo tempo ed attenzionate solo negli ultimi due anni dall’Inail». Solo in Italia ci sono ancora 40 milioni le tonnellate di materiali contenenti amianto, oltre un milione di strutture con amianto, molti SIN (Siti di interesse nazionale), di cui 9 per presenza esclusiva di amianto.
Localizzare e rimuovere l’amianto sarebbe compito dello Stato, come fissato nel 1992 con la legge 257 entrata in vigore l’anno successivo, ma mai resa esecutiva. Un ritardo che oggi con il Pnrr può essere recuperato, tanto più che lo Sportello Amianto Nazionale ha avviato un programma di mappatura del territorio che potrebbe accelerare la sua realizzazione. «La nostra proposta – riprende Protti – prevede di strutturare un sistema di riconoscimento e mappatura dell’amianto sul territorio e di utilizzare i fondi del Pnrr per agevolare la rimozione dell’amianto e l’installazione del fotovoltaico». Una ipotesi che trova riscontro negli obiettivi della quarta rata che prevedono tra l’altro una indagine conoscitiva del territorio italiano. «Proprio in quel capitolo si potrebbe inserire il discorso amianto per poi rilanciare gli investimenti nell’energia green».
Tra gli edifici attentamente monitorati dallo Sportello Amianto Nazionale ci sono anche scuole e ospedali per i quali in passato sono stati stanziati fondi, mai spesi. «La bonifica si sarebbe dovuta fare tra il 2014 e il 2019 eppure, nonostante le risorse, nulla è stato fatto – sottolinea il presidente dello Sportello Amianto Nazionale – . Il perché non è chiaro, ma anche in quella direzione grazie ai fondi del Pnrr si potrebbe fare qualcosa. Così come per gli acquedotti, molti dei quali realizzati con tubi in cemento amianto. Con la manutenzione della rete idrica fortunatamente si sta provvedendo poco alla volta a sostituire i tubi “fuorilegge” con nuove tubature senza amianto».
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