Non lasciarli soli. E’ questa, in definitiva, la summa dei consigli che la Fondazione ha stilato soprattutto nel caso di anziani con patologie neurologiche croniche come la demenza
Le città si svuotano, i negozi abbassano le serrande, i circoli ricreativi chiudono, i parenti partono per le vacanze, il caldo si fa soffocante. D’estate gli anziani rischiano di trovarsi isolati e in difficoltà, ancora più fragili per il ‘mal d’agosto’ che minaccia soprattutto chi resta a casa.
Per aiutare loro, supportando anche chi se ne prende cura, la Fondazione Don Gnocchi ha stilato sei raccomandazioni pensate in particolare per chi soffre di malattie neurologiche croniche come la demenza.
Le sei raccomandazioni
Questi i sei consigli degli esperti della Fondazione Don Gnocchi spiegati da Paola Parisi, responsabile del Servizio di Psicologia clinica e Neuropsicologia dell’Istituto Palazzolo di Milano, che opera anche in convenzione con il Servizio sanitario nazionale: «A insidiare gli anziani nell’agosto cittadino c’è un rischio di ipostimolazione che può intaccarne la socialità». Per questo occorre «stimolare il più possibile l’anziano nelle sue potenzialità mentali, sensoriali e sociali, per limitare o rallentare la diminuzione o la perdita delle sue conoscenze e mantenerne il più possibile integro il bagaglio personale. Questa stimolazione deve essere svolta a più livelli, pertanto si raccomandano giochi cognitivi (per esempio cruciverba o carte da gioco), attività di giardinaggio, orto, cucina e faccende domestiche. Da non sottovalutare anche il beneficio associato ad attività motoria, come piccole passeggiate o frequentare parchi e giardini pubblici».
«Anche le temperature elevate e la disidratazione – proseguono gli esperti della Fondazione Don Gnocchi – possono causare problemi di memoria, accompagnati dalla presenza di disorientamento temporale e spaziale: la persona ha difficoltà in luoghi non conosciuti, può perdersi e non essere in grado di ricordare le informazioni, può vagare per ore senza sapere dove si trova e come tornare a casa. Per questa ragione è importante bere frequentemente e mangiare molta frutta e verdura. Se possibile, inoltre, sarebbe meglio che la persona anziana vivesse in un ambiente rinfrescato».
Ancora, «dal punto di vista del comportamento possono essere presenti modificazioni della personalità, che possono comportare maggiore irritabilità e agitazione. Per questo è necessario mantenere il più possibile una vigilanza attiva e maggior tolleranza da parte del caregiver».
«Il paziente anziano con demenza – suggerisce quindi Parisi – va mantenuto, se possibile, sempre nel proprio ambiente perché trasferendolo presso un altro domicilio si alterano la routine giornaliera e i suoi punti di riferimento. E non bisogna dimenticarsi di mantenere il contatto con le persone care, anche solo con una telefonata, che torneranno presto ad abbracciarle».